Doc'S n. 7 - Edizone di Ascoli Piceno - page 15

di Italo Paolini
Salute 360°
Il sistema sanitario inglese
in arrivo una rivoluzione
Il sistema sanitario inglese
(National
Health Service - NHS)
rappresenta,
da decenni, un modello di
riferimento e stimolo. In particolare,
l’organizzazione dell’assistenza
territoriale e le peculiarità
connesse a meccanismi di
“pay for
performance”
sono basate su precisi
indicatori di qualità assistenziale.
Dal 1° aprile di quest’anno è partita
una vera e propria rivoluzione che
ne ha cambiato profondamente il
modello organizzativo.
ha modificato alla radice
l’organizzazione sanitaria precedente
e condurrà sicuramente a profonde
modifiche del Sistema sanitario
inglese sinora conosciuto. Questo,
basato sulla riforma Blair del 1997,
aveva le sue fondamenta nei
PCG (Primary Care Group)
con il
compito di programmare a livello
distrettuale l’offerta dei servizi;
PCT (Primary Care Trust
,
l’equivalente delle nostre Aziende
Sanitarie Locali - Asl) con il compito
di fornire servizi territoriali, non sulla
base di contratti commerciali ma
di accordi triennali, con verifica dei
bisogni dei cittadini del distretto
e un finanziamento del sistema su
quota capitaria.
Nel 2000 vi era stata una prima,
importante inversione di tendenza
rispetto alla
riforma Blair
con la
possibilità, da parte dei Primary Care
Trust, di acquistare servizi anche da
privati (in concorrenza con l’offerta
pubblica) e l’introduzione del
finanziamento per
DRG (Diagnosis
Related Group
o raggruppamenti
omogenei di diagnosi).
La riforma voluta da
David Cameron
le abolisce, analogamente al nostro
livello regionale pubblico
(Strategic
Health Authorities)
e alle nostre Asl
(Primary Care Trust).
Al posto dei PCT (le Asl) vengono
istituiti consorzi di
General
Pratictioners
, ossia i nostri medici
di famiglia, chiamati
Clinical
Commissioning Groups (CCGs)
,
organizzazioni private che diventano
il vero perno del sistema.
I CCGs, organizzazioni
private a pieno titolo,
rappresentano il
vero perno del
sistema. Saranno
complessivamente
211 in tutta
l’Inghilterra
e saranno i
destinatari di
65 miliardi di
sterline di fondi
pubblici (quasi
il 70% dei 95
miliardi di sterline
dell’intero budget
sanitario nazionale).
Il sistema, prima della riforma
di aprile, aveva una struttura
amministrativa e di finanziamento
basata sulla residenza in determinate
aree geografiche. Grazie a questo
sistema, si sono sviluppate analisi
puntuali e accurate sullo stato di
salute e malattia delle diverse aree
nelle differenti classi sociali.
In base a queste analisi su stato
di salute e diseguaglianze, si
sono realizzate modifiche nei
servizi assistenziali, formazione
e distribuzione del personale e
conseguente allocazione
delle risorse.
Ora il sistema amministrativo si
basa, invece, sulla registrazione dei
cittadini stessi presso le General
Practices (i nostri medici di famiglia,
in genere associati)
o i rispettivi consorzi.
Questo anche se i cittadini non
risiedono nell’area geografica
interessata all’attività della
General Practice e in maniera non
permanente, potendo cambiare nel
tempo la scelta della
struttura assistenziale.
Ogni Clinical Commissioning Group
può contenere diverse General
Practices che potranno reclutare
utenti in ogni luogo del NHS.
Questo porterà, inevitabilmente, ad
un profondo cambiamento degli
strumenti di analisi e reportistica
su cui si basa la valutazione degli
interventi sanitari, con difficoltà nella
gestione dei database degli assistiti
in continuo cambiamento.
La direzione di marcia è quella di
un
finanziamento ancora a carico
del sistema pubblico e della
sua fiscalità
, ma con una diffusa
privatizzazione dei servizi sanitari e
uno sviluppo di logiche di mercato
per il loro acquisto da parte
delle CCGs.
L’applicazione di procedure di
prevenzione, come le vaccinazioni
e gli screening di popolazione,
vengono totalmente trasferiti dalle
General Practices alle municipalità.
Vedremo nei prossimi mesi e anni
se i timori su questa rivoluzione
organizzativa erano giustificati.
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