Doc'S n. 7 - Edizone di Ascoli Piceno - page 11

Giugno 2013 n. 7 -
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Il punto
bioetico
, cioè come si fa a dire su una questione ciò che è
lecito e ciò che non lo è.
A questo proposito si può ricordare che esistono anche
una
“etica laica”
e una
“etica teologica”.
Da parte dei
sostenitori di quest’ultima sono stati fatti i tentativi
più importanti di dare un fondamento al giudizio
etico. Particolarmente interessante è la proposta di un
gruppo di teologi italiani: “il Decalogo come paradigma
di un’etica universale”. Certamente norme come “non
uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza” sono
del tutto condivisibili: però la realtà è che, nonostante il
“non uccidere” in oltre 130 Stati esiste la pena di morte e
alcune religioni ritengono legittima la condanna a morte
per apostasia. Sembra palese che il consenso universale
non c’è e lo stesso si può dire per le altre norme.
Ritengo giustificato il rammarico di
Francesco D’Agostino
, presidente del
, che riporto testualmente:
“La bioetica, nata per rispondere ad un disagio, è divenuta
essa stessa segno di disagio e fonte di controversie. È
naufragato, infatti, il tentativo di costruire, col ricorso alla
ragione, una gerarchia obiettiva di valori in quanto si è
rilevato insuperabile il loro carattere
relativistico e soggettivistico”
.
Chi ha seguito le discussioni inconcludenti e tuttora
inconcluse sul cosiddetto “testamento biologico” si
renderà pienamente conto del significato delle
parole di D’Agostino.
Una soluzione a questo problema è quella prospettata da
Tom J. Beauchamps
e da
James F. Childeress
(Principles
of Biomedical Ethics, citati da
Michela Marzano
, Etica
oggi; Erickson Ed. 2011) per i quali il giudizio bioetico si
può fondare su quattro principi:
• il principio di autonomia (ad es. base del consenso
informato)
• il principio del bene alla persone (es. rapporto rischio-
beneficio nelle azioni di cura)
• il principio del non nocumento (l’ippocratico “primum
non nocere”)
• il principio di giustizia (non discriminare i pazienti
nell’accesso alle cure)
Può darsi che questi “principi” non risolvano tutti i
problemi, ma certamente sono una buona base per
affrontarli.
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