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Secondo il CNR l’alto rischio o la dipen-
denza da gioco d’azzardo riguardano oltre
900mila persone. In Italia nel 2014 slot e
Vlt hanno fatturato oltre 46.6 miliardi di
euro, pari al 55,3% di quanto fatturato nel
nostro Paese da tutti i giochi d’azzardo
(84,4 miliardi).
Di Matteo Iori
- Presidente
del Coordinamento Nazionale Gruppi per
Giocatori d’Azzardo.
Il gioco d’azzardo in Italia è vietato dal
Codice
Penale
(articoli 718 e seguenti), salvo eventu-
ali deroghe specifiche decise dal governo. È
sotto gli occhi di tutti il fatto che gli ultimi gov-
erni (dalla metà degli anni ’90 ad oggi) abbiano
deciso di introdurre sempre nuovi giochi con
la speranza (rivelatasi erronea) di aumentare
le entrate per lo Stato. Come chiarisce il
Codice Penale i giochi d’azzardo sono quelli
nei quali il risultato è legato in toto o in parte
alla sorte, e ai quali si gioca per vincere den-
aro. Questa definizione ci permette di capire
che per la legge sono giochi d’azzardo tanto i
gratta e vinci, quanto il lotto, le slot machine,
il totocalcio, il win for life, e tutti gli altri. In
considerazione della vastità dei giochi dis-
ponibili, si assiste ad una platea molto vasta
di utilizzatori: se gli anziani prediligono alcuni
giochi (es. lotto e gratta e vinci) e i giovanissi-
mi altri (es. scommesse e giochi d’azzardo on
line), sappiamo comunque che circa 17 milioni
di italiani hanno giocato d’azzardo almeno
una volta nell’ultimo anno. La gran parte della
popolazione gioca senza complicazioni e solo
per tentare saltuariamente la fortuna, ma una
percentuale della popolazione gioca con una
modalità molto rischiosa ed alcuni instaurano
una vera e propria dipendenza (secondo il
CNR
l’alto rischio o la dipendenza riguardano
oltre 900mila persone). Quando si instaura la
dipendenza il gioco diviene l’interesse primario
della persona; per il gioco d’azzardo vengono
messi in secondo piano gli affetti, gli impegni
lavorativi, quelli sociali e tutto il resto. Il gioco
e l’inseguimento della “grande vincita” che il
giocatore “sente vicina”, divengono il pensie-
ro fisso della persona e le risorse famigliari
ed economiche sono spesso assorbite da
questo vortice. Il
CoNaGGA
(Coordinamento
Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo)
è un’associazione che riunisce enti che, in
tutt’Italia, si occupano di aiutare i giocatori
patologici e molto spesso ciò che constatiamo
è la loro dipendenza specifica dalle cosiddette
“macchinette”: slot machine o videolottery
(Vlt). Le slot machine sono ormai sparse in
ogni luogo e le concessioni vendute dallo
Stato sono oltre 380 mila in tutt’Italia, a queste
vanno aggiunte altre 40 mila Videolottery (una
sorta di slot machine ma il cui costo partita
è molto più alto). In Italia nel 2014 slot e Vlt
hanno fatturato oltre 46.6 miliardi di euro,
pari al 55,3% di quanto fatturato nel nostro
Paese da tutti i giochi d’azzardo (84,4 miliar-
di). È facile capire quanto questi apparecchi
rappresentino un interesse per tutta la filiera
che le gestisce, ma purtroppo non mancano
le ricadute negative sul territorio. Per questo
motivo molti Comuni hanno cercato di limitare
l’apertura di luoghi di gioco o di vietarli in
prossimità di “luoghi sensibili” (come scuole
o centri giovani), ma la legge italiana, che per-
altro non riconosce ancora la dipendenza da
gioco d’azzardo come patologia per la quale
lo Stato debba fornire una cura, non agevola
gli amministratori che cercano di limitare le
attività commerciali legate al gioco d’azzardo.
Questo è stato il motivo per il quale molte
ordinanze dei Comuni volte a limitare il gioco
fossero poi ritirate dopo sentenze contrarie dei
Tribunali Amministrativi Regionali
. I cittadini
di fronte a questa situazione apparentemente
non possono fare nulla, ma divenire consape-
voli di un problema, e chiedere alle proprie
Istituzioni di farse carico, è tutt’altro che
“nulla” ed è grazie a queste consapevolezze
che spesso avvengono i veri cambiamenti
sociali. In pratica, ogni giorno, ognuno di noi
può fare qualcosa.
Per info
Ogni giorno, ognuno di noi
può fare qualcosa
In-Dipendenze
Il viaggio verso la costruzione delle tante
In-Dipendenze possibili.
In-Dipendenze è un contenitore complesso.
Ha più prospettive, punti di vista che lo (s)
compongono.
In:
esprime la relazione di due
oggetti di cui uno sia contenuto nell’altro.
Come il bambino nella pancia della mamma.
Dipendenza:
la prima, è universale: nutrizione,
consolazione,abbraccio. È madre. Base sicu-
ra. Solo poi, attraverso l’interiorizzazione dei
comportamenti e degli affetti scaturiti dalla
figura di riferimento, ciascuno sviluppa una
struttura interna capace di consolare e prote-
ggere. Dalla prima dipendenza si fa necessità
la prima libertà.
Indipendenza:
La libertà è una forma di dis-
ciplina, richiede impegno, è scelta, è respons-
abilità. La realizzazione di sé e l’esperienza di
libertà non stanno nel poter fare tutto ma nel
poter scegliere di viaggiare sapendo di poter
tornare a Casa, nel posto dentro ciascuno di
noi, al quale cerchiamo di far assomigliare i
posti che abitiamo, nei quali non siamo mai
soli. Interdipendenza: Sono gli altri, le persone
che abbiamo intorno, a darci la possibilità di
capire che cosa abbiamo dentro. L’altro ci
serve. Come le scarpe, come il sonno.
In-Dipendenze:
racconta le dipendenze che
rendono infelici, racconta l’aver cura, racconta
la ricerca la ricostruzione e la difesa della lib-
ertà, racconta la dipendenza allegra dall’altro,
racconta la bellezza, il coraggio e la costruzi-
one, il viaggio verso la costruzione delle tante
In-Dipendenze possibili.
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