Il Papillomavirus Umano
Genitale (HPV) è una
delle cause infettive più
frequenti di malattia
dell’apparato genitale
tra quelle trasmesse per
contatto sessuale. Più della
metà di uomini e donne
sessualmente attivi si
infetta con l’HPV almeno
una volta nella vita.
La maggior parte delle
infezioni da
HPV
non causa sintomi e guarisce
spontaneamente. Ma alcuni tipi di
questo virus possono causare il cancro
del collo dell’utero nelle donne.
Il cancro della cervice uterina è la
seconda causa di decessi per cancro
tra le donne di tutto il mondo, con
oltre 250.000 morti all’anno, la maggior
parte nei Paesi in via di sviluppo.
In Italia vengono diagnosticati circa
3500 nuovi casi l’anno, con oltre 1000
decessi. L’HPV è anche associato ad
altri tipi di neoplasia meno frequenti,
come i tumori vaginali e vulvari nelle
donne, il cancro del pene negli uomini
e tumori anali e orofaringei in entrambi
i sessi. Il virus può causare anche
condilomi genitali e verruche del cavo
orofaringeo. Esistono oltre 130 tipi
di virus HPV, di cui i tipi 16 e 18 sono
responsabili di oltre il 70% di tutti i
tumori del collo dell’utero. Altri tipi -
come i tipi 6 e 11 - causano oltre il 90%
dei condilomi anogenitali.
In Italia sono disponibili due diversi
vaccini contro l’infezione da HPV:
il primo (HP2) contiene i tipi 16 e 18 e
viene somministrato solo alle femmine.
Il secondo (HP4) contiene, oltre ai tipi
16 e 18, anche i tipi 6 e 11 e può essere
somministrato a maschi e femmine.
A questo proposito, è interessante
un editoriale comparso nell’ultimo
numero della rivista American
Academy of Pediatrics News
a firma
del Dr. Larry K. Pickering:
“Abbiamo a disposizione un vaccino che
previene il cancro, ma solo il 50% delle
ragazze adolescenti che potrebbero
essere vaccinate e molti meno ragazzi (in
USA il vaccino HPV è consigliato anche
nei maschi dai 12 ai 21 anni. ndr) hanno
approfittato di questa protezione. La
percentuale di adolescenti vaccinate
con il vaccino anti-HPV nel 2012 non
è cambiata rispetto al 2011. I dati
dimostrano che i pediatri prevedono
una conversazione “difficile” quando si
parla con i genitori di una 11-12enne
del vaccino HPV perché ciò può
comportare una discussione di questioni
sessuali. Ma non deve esser così. È
oramai dimostrato che l’accettazione
del vaccino HPV, come qualsiasi altro
vaccino dell’infanzia e dell’adolescenza,
è influenzata prevalentemente da
una forte raccomandazione. Ciò
significa che non basta suggerire ai
genitori di considerare il vaccino HPV,
o menzionarlo casualmente come una
possibilità, ma è necessario promuoverlo
con la convinzione e l’urgenza che
merita: il vaccino HPV impedirà diversi
tipi di cancro, e questa prevenzione
dovrebbe iniziare subito.
‘Una conversazione sulla vaccinazione
HPV non è difficile. Una conversazione
difficile è quella che ho quasi ogni
settimana, quando devo guardare una
giovane donna negli occhi e dirle che
potrebbe non essere più in grado di avere
figli o, peggio ancora, che potrebbe
morire di cancro del collo dell’utero.
Questa è una conversazione difficile’
commenta il dr. Daron Ferris, professore
presso il Dipartimento di Ostetricia
e Ginecologia del Georgia University
Regents Cancer Center.
Il vaccino contro l’HPV rappresenta
la prevenzione del cancro e non può
aspettare.
Non solo il sistema immunitario
risponde meglio all’età raccomandata
di 11-12 anni quando si inizia la serie
di somministrazioni, ma la protezione
inizia subito dopo la somministrazione
delle dosi raccomandate. Per ciascun
anno in cui le percentuali di copertura
per il vaccino HPV rimangono al 30%,
piuttosto che raggiungere l’80%,
si verificheranno in futuro 4.400
neoplasie cervicali e 1400 morti per
cancro del collo dell’utero. Togliamo
la vaccinazione HPV dal regno della
sessualità e collochiamola nel proprio
ambito e cioè la prevenzione del cancro.
Proprio come qualsiasi altro vaccino, il
vaccino HPV deve essere somministrato
ben prima che si verifichi l’esposizione.
Non lasciate che i vostri pazienti possano
diventare pazienti di un oncologo in 20
anni. Abbiamo un potente strumento per
prevenire il cancro ora, e non dobbiamo
perdere l’occasione di proteggere i
bambini nella nostra pratica quotidiana”.
E in Italia?
Il Piano Nazionale per
la Prevenzione Vaccinale 2012-
2014
ha fissato come obiettivo il
raggiungimento nelle dodicenni di
una copertura per 3 dosi di HPV ≥70%
a partire dalla coorte del 2001, ≥80%
dalla coorte del 2002 e ≥95% dalla
coorte del 2003.
I dati al 31.12.2012
dimostrano
un’ampia variabilità regionale: dopo
quattro anni dall’avvio del programma
di immunizzazione contro l’HPV, le
coperture vaccinali non mostrano
l’incremento atteso.
*Referente Regionale per le Marche
della Rete nazionale FIMP delle
vaccinazioni
di Alessandro Capolongo*
Papilloma Virus
perché la vaccinazione non può aspettare
Agorà
Settembre 2013 n. 8 -
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