- Settembre 2013 n. 8
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di Filippo Altilia
Focus
bisogna ritornare
ad un migliore rapporto medico-paziente
compagnie hanno scarso interesse ad un settore dove le
cause sono troppe e troppo onerose.
Per quanto riguarda le strutture pubbliche, anch’esse
chiamate in causa per richieste di risarcimento, i costi
sono aumentati in media dai 2 milioni ai 2,7 milioni dal
2006 al 2011. Come conseguenza, il 25% delle Aziende
sanitarie (ed oltre il 50% nel Lazio e in Campania) non ha
copertura assicurativa, come presentato dal
Rapporto
della Commissione parlamentare di inchiesta sul
Servizio Sanitario Nazionale 2012
. Del resto, le
Aziende sanitarie non hanno l’obbligo di assicurarsi per
responsabilità civile nei confronti dei loro assistiti, né i
medici dipendenti sono tenuti ad assicurarsi.
Questa situazione è la causa principale della comparsa
della medicina difensiva, fenomeno da tempo
evidenziato negli Stati Uniti, dove viene riferita una
incidenza dal 79 al 93% sugli interventi specie nei reparti
di emergenza, di ostetricia e di altre specialità ad alto
rischio.
Per quanto riguarda l’Italia possiamo riferire dati più
analitici:
- il 53% dei medici dichiara di prescrivere farmaci in via
cautelativa;
- il 71% dichiara di prescrivere, per lo stesso motivo,
esami di laboratorio;
- il 73% dichiara di prescrivere, per lo stesso motivo,
visite specialistiche;
- il 75,6 % richiede esami strumentali per cautelarsi;
- il50% preferisce, per tutelarsi, ricoverare i pazienti.
(Fonte: Fondazione INSTUD. Rapporto“Impatto
sociale, economico e giuridico sulla pratica della
medicina difensiva in Italia e negli Stati Uniti, 2012 )
Questa situazione ha importanti conseguenze.
La prima è il disagio dei pazienti per esami e
ricoveri clinicamente non necessari. La seconda, e
particolarmente importante, è relativa al costo delle
procedure difensive sulla spesa sanitaria. La valutazione
non è semplice, in quanto il carattere cautelativo
delle misure messe in opera può essere in parte
opinabile. Tuttavia è possibile un’analisi accurata che
tenga conto delle
linee guida validate
. Sulla base
delle conclusioni della Commissione Parlamentare
già citata e del Rapporto della Fondazione INSTUD,
si possono fornire delle cifre attendibili. Pertanto, si
Tra i vari problemi del Servizio Sanitario Nazionale
(ma anche della sanità privata), il crescente ricorso
alla “medicina difensiva” da parte dei medici è di
particolare rilievo.
Con questo termine si identifica la pratica di indagini
diagnostiche e di misure terapeutiche condotte
principalmente non per assicurare la salute del
paziente, ma come garanzia delle responsabilità
medico-legali
seguenti alle cure mediche o
chirurgiche prestate.
La medicina difensiva può essere positiva o negativa.
Quella positiva si attua con un
comportamento
cautelativo preventivo
, che si esplica nel ricorso
a servizi aggiuntivi non necessari (analisi, visite,
trattamenti) atti a diminuire la possibilità che si
verifichino risultati negativi e a dissuadere i pazienti
dalla possibilità di presentare ricorsi.
La medicina difensiva negativa si pratica con
l’astensione dall’intervento
di cura, che si
manifesta nel caso in cui il medico esiti ad occuparsi
di determinati pazienti o dall’eseguire interventi,
giudicati a rischio di complicanze o esiti sfavorevoli.
La comparsa e la diffusione della medicina difensiva si
deve all’incremento, già da molti anni, delle
denunce
e delle
richieste di risarcimento
a carico dei medici
ritenuti colpevoli di complicanze o di esiti sfavorevoli
del loro operato.
Secondo una indagine dell’
ANIA (Associazione
Nazionale Imprese Assicuratrici)
, dal 1995 al 2012
le denunce di pazienti ai medici sono passate da
poco più di 17mila per anno a circa 34mila, con un
incremento del 100% . È stato calcolato che ogni
medico, nel corso della sua vita professionale, ha l’80%
di probabilità di incorrere in una denuncia.
Il ricorso a
polizze assicurative
non appare adeguato
alla situazione, in modo particolare per alcune
categorie di medici (ginecologi, chirurghi, ortopedici,
operatori di pronto soccorso).Per i ginecologi privati,
ad esempio, la polizza può arrivare a 10.000 euro per
anno. Per queste categorie, la copertura asssicurativa
può arrivare fino a 3 milioni di euro, mentre il
risarcimento massimo che un giudice può stabilire
è di 5 milioni. Esiste anche una effettiva difficoltà ad
ottenere una copertura assicurativa, perché molte
Medicina difensiva,
il fenomeno dilaga