Itaca n. 5 - page 19

l’erbario
Dall’orto di Ama Terra alla cucina di Cibo Creativo con le giornaliste Loredana Ciar-
rocchi e Francesca Poli: i prodotti Bio della Cooperativa Ama Aquilone, sono tradotto
in ricette uniche grazie alla creatività. Una collaborazione proficua che ha arricchito di
carattere i nostri prodotti bio e ci ha permesso di regalare agli amici di Ama Terra, e non
solo, tante ricette interessanti, per trasformare gli ortaggi Ama Terra in piatti squisiti.
Risotto con spinaci crudi, pancetta e latte di cocco e mandorle
Un risotto diverso dal solito. Perché? - E perché mai una persona dovrebbe mangiare sempre
gli stessi piatti? La cucina non è bella proprio perché si può sperimentare? E poi, il gusto non
è soggettivo? Allora ci si sbizzarrisce, è giusto che sia così. Il riso è un cereale importante per
il genere umano, è un alimento che fa parte della cultura di molti popoli. In Italia il procedi-
mento del risotto risale a tempi antichissimi. Il riso, a Milano, era arrivato dal Sud. Cominciò
a essere coltivato nel Napoletano nel ‘300. Poi grazie ai legami tra gli Aragonesi e i Viscon-
ti-Sforza, risalì la penisola affermandosi nelle zone che ora conosciamo (Lomellina, Vercelle-
se), entrando di diritto nei ricettari. Bartolomeo Scappi, a metà ‘500, parla della «Vivanda di
riso alla Lombarda», ma è nel 1809 che troviamo la ricetta definitiva. E via così, con le modifi-
che dell’Artusi (con il vino per sgrassare il midollo) e i suggerimenti di Gualtiero Marchesi (to-
stare il riso in poco burro, iniziare la cottura del brodo, aggiungere lo zafferano) - Da Il Corriere
della Sera. Gli ingredienti di questa ricetta sono, come sempre, di ottima qualità. Spinaci Ama
Terra e latte di cocco e mandorle Alpro. Il tempo di preparazione è di 25 minuti. Il segreto di
questa ricetta? Gli spinaci crudi e l’aroma del latte di cocco.  Ricetta per due persone totali. 
Ingredienti
Riso Carnaroli 2 bicchieri
Pancetta affumicata 180 gr
Cipolla ROSSA 1/2
Latte di cocco
Alpro 1 bicchiere
Spinaci crudi quanto basta
Zenzero fresco quanto basta
Brodo per
diluire 1 litro circa
Olio evo q.b
Il procedimento del risotto con spinaci crudi, pancetta e latte di cocco e mandorle è sempli-
cissimo. Questa ricetta diverrà tra le vostre preferite. Per prima cosa tagliate molto finemente
la mezza cipolla, fate imbiondire e aggiungete un piccola presa di sale, aggiungete la pancet-
ta, i due bicchieri di riso carnaroli e fate rosolare. Sfumate con mezzo bicchierino di vino, ne
basta pochissimo. Una volta evaporato proseguite allungando il vostro risotto con il brodo
(potete utilizzare la ricetta del
dado Bio di Cibo Creativo,
comprare quello pronto - senza
glutommannato - o prepararlo all’istante facendo bollire sale, sedano, carota e cipolla). Que-
sta operazione dovrà durare per circa metà cottura, regolatevi su quanta acqua inserire. Verso
i 10 minuti di cottura aggiungete il bicchiere di latte i cocco e mandorle. Una volta cotto, basta
effettuare la prova del chicco; se morbido il riso è pronto, aggiungete un cucchiaio di olio, una
grattugiata di zenzero fresco e le foglie di spinaci crude. Mescolate per 3 minuti e servite in
tavola (i spinaci appassiranno con il calore e rimarranno saporiti).
Anice, Pimpinella Anisum L.
Le ricette al tempo della Comunità
di Roberta Saldari
Anice
- Pimpinella anisum L.
Pianta erbacea annuale alta 30-70 cm. Il fu-
sto è debole, cavo all’interno, di forma ton-
deggiante, striato e ramificato all’apice. Le
foglie della rosetta hanno un lungo picciolo e
sono rotonde od ovate e dentate; i fiori sono
piccoli, di color bianco e riuniti in ombrelle di
7- 15 raggi. Il frutto è un diachenio di forma
ovoidale o piriforme, striato longitudinalmen-
te, provvisto di peli. I semi, lunghi da 3 a 5
mm e larghi da 1.5 a 2.5 mm, sono di colore
verde tendente al giallo e diventano scuri a
maturazione. La fioritura si ha all’inizio dell’e-
state, in luglio- agosto.
Il suo nome significa “foglie due volte pen-
nate” (bis-pinella), mentre il termine anisum,
significa “eccitare”. L’infuso di anice nel vino
curava le morsicature di scorpioni, mentre era
sufficiente tenerne alcuni semi nel palmo del-
la mano per guarire gli attacchi epilettici.
Dai Romani veniva usato come correttivo
aromatico nella preparazione dell’“Anise-
tum“. L’Anice non deve essere confuso con
l’Anice Stellato (Illicium verum L.) della Fami-
glia Magnoliacee, albero coltivato, originario
della Cina, i cui frutti a forma di stella hanno
più o meno le stesse proprietà e principi attivi.
Raccolta
La raccolta si esegue in genere tra la fine di
agosto e l’inizio di settembre, quando i frutti
dell’ombrella principale sono ancora grigio-
verdi e le piante non completamente secche.
Questa precauzione si deve sempre adottare
nella raccolta di piante appartenenti alla fa-
miglia delle Ombrellifere la cui maturazione
dei frutti è tipicamente scalare. Le piante in-
tere si sfalciano quando sono ancora umide.
Si essiccano e dopo alcuni giorni si effettua la
trebbiatura per separarne i semi.
Utilizzo e principi attivi
L’olio essenziale è un liquido limpido, incolo-
re o giallo pallido. Il suo gusto è dolce e spe-
ziato, l’odore è aromatico e piacevole. L’olio
essenziale ed i semi di anice sono usati:
nel settore alimentare come spezia per aro-
matizzare i cibi cotti, sia di gusto salato (car-
ne e minestre) che dolce (dolci, pane e cara-
melle);
nel settore liquoristico per la produzione di
bevande alcoliche come l’Anisetta, il Mistrà,
ecc.; 

nell’industria cosmetica per aromatizzare
saponi, creme, dentifrici e lozioni, in India si
usa l’acqua d‘anice come profumo;
nella me-
dicina popolare come infuso per le proprietà
espettoranti ed antispasmodiche.
Controindicazioni:
occasionalmente nei soggetti sensibilizzati
all’anetolo possono manifestarsi reazioni al-
lergiche, respiratorie e gastrointestinali.
Riconoscere, apprezzare, coltivare ed utilizzare le principali piante officinali ed aromatiche. Conoscerne le proprietà, le tradizioni, l’uso locale, il
periodo balsamico ed il periodo di raccolta, l’utilizzo delle diverse parti, le tecniche di coltivazione. 
Una guida per assaporare questa ricchezza
della terapia popolare e della cucina.
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