Itaca n. 11 - page 15

V I T E S T R A O R D I N A R I E
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Il cuore di Mario
Di Mariapaola Modestini
lasse 1960, una laurea in mate-
matica, una in sociologia, parà,
profondamente credente, com-
ponente del movimento dei Fo-
colari, una vita dedicata al tenta-
tivo di aiutare gli altri.
Bastano queste scarne note bio-
grafiche, scritte nell’arco tem-
porale di una vita, per entrare in contatto con la
complessa personalità di Mario. Le persone uma-
ne sono complesse.
L’umanità è stata il suo tratto distintivo, per il resto
non so molte cose, solo quelle che ho visto, non solo
in lui, ma in quello che lo circondava.
Quella di lavorare con il disagio è una scelta, tanto
da rinunciare all’insegnamento, e nel 1987… inizia il
suo percorso lavorativo con noi e si mette al servizio
di ragazzi cui l’eroina ha sottratto la vita, gli affetti,
le risate, l’amore, e lo fa con dedizione e leggerezza,
“Il ricordo e la memoria sono gli occhi che ci aiuteranno a cogliere il futuro”.
N
on è facile scrivere anche solo poche parole su
papà, anche se su tutte le cose che ci ha insegnato si
potrebbe pensare di scrivere un libro. Era una perso-
na incredibile, sempre pronto a dare parole di con-
forto o a regalare il suo inconfondibile sorriso, che,
unito a uno sguardo intenso e avvolgente, era in gra-
do ogni volta di farti sentire realmente compreso. Ho
sempre vistomio padre come un punto di riferimento,
la mia stella polare quando mi sentivo smarrita. Ora
che non è più soltanto una metafora, so che dal Cielo
mi guarda e continua ad indicarmi la giusta via da
seguire. Troppo spesso si sente dire che i genitori non
siano in grado di comprendere le esigenze dei propri
figli o che la differenza generazionale impedisca il
dialogo, ma a casa nostra non è mai stato così. Mam-
ma e papà sono stati da sempre amici, compagni,
confidenti, sempre pronti a festeggiare ogni piccola
vittoria, ma anche a consolarci per le piccole sconfitte,
insegnandoci che l’unica cosa realmente importante è
cercare di trarre il meglio da ogni esperienza, anche
da quella più negativa. Anche nell’ultimo periodo
della sua vita non si è mai arreso e ha continuato a
lottare affinché noi potessimo realizzare il suo unico
desiderio, continuare a vivere le nostre vite cercando
di aiutare gli altri e di migliorare giorno dopo giorno.
Con il suo esempio vivrà per sempre dentro di noi, in
ogni scelta che facciamo, in ogni difficoltà che affron-
tiamo. Ogni volta che chiuderemo gli occhi, sentire-
mo la sua mano stringere la nostra.
C
Di Lisa Giostra
portando dentro al lavoro il suo cuore e traducendo
il suo essere complesso in semplicità.
Arriva a tutti Mario, arriva con l’allegria, con la vita di
cui è pieno e che cerca di trasmettere ai “ragazzi”,
giocare, scherzare, appassionarsi all’esistenza ed
alle sue contraddizioni è il modo che sceglie per
stare loro accanto e scipparli alla morte ed al de-
siderio di morte, tentando di chiamarli dalla sua
parte e trascinarli in una partita a pallone, in una
camminata in montagna, in uno scherzo organiz-
zato, nell’impasto della pizza.
Con Mario si rideva molto ed era bello, ma non era
solo questo. Mario è convinto che per tutti, ma pro-
prio tutti esista una possibilità, che anche per le sto-
rie più difficili, più dolorose, più desolanti e desolate,
ci sia un buon finale, questa convinzione si chiama
speranza, e la speranza si sa è spesso contagiosa ed
a volte capace di capovolgere i destini.
Ho sempre saputo che questa convinzione derivava
dalla sua profonda fede, dal credere che, comunque
fosse, comunque andassero le cose, ci sarebbe sta-
to qualcosa di migliore ad attenderci, un bilancia-
mento, un riposizionamento, un altrove migliore.
Il suo interesse per le persone va oltre il passaggio
in comunità terapeutica, resta in contatto, anche a
distanza di anni, pronto ad ascoltare, ad incontrare
con il calore e la sua risata particolare, fragorosa.
Come se gli incontri avessero lasciato ogni volta una
traccia nella sua vita, che non poteva ignorare.
Una persona autentica, e tutta la sua allegria risuona
ancora lasciando uno spazio vuoto, una sorta di no-
stalgia simile a quella che si prova quando si pensa
ad un tempo trascorso, allegro, sicuro, confortante,
un tempo passato, ma vivo dentro di noi e pulsante.
Grazie, Mario.
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