Il Monastero - Il restauro

Prima della pulitura si è reso necessario il consolida- mento di profondità di alcuni distacchi dell’intonaco con l’i- niezione di malta idraulica LEDAN TB1 ottenendo un perfetto ancoraggio degli strati al supporto murario. La pulitura della superficie è avvenuta sia meccanica- mente, per evitare di perdere o alterare i pigmenti stesi a secco, sia chimicamente con impacchi di carbonato d’ammo- nio. Nel primo caso sono state impiegate spugne wishab e pennelli, previo fissaggio dei pigmenti polverulenti con una resina acrilica (Paraloid al 4%, rimosso con impacchi di ace- tone al termine della pulitura, in questo modo si è evitato un deposito eccessivo in superficie della resina). La stuccatura delle lacune è avvenuta tenendo conto di due diversi tipi di mancanze: le picchiettature e i bordi del frammento dipinto. Le prime sono state integrate perfetta- mente a livello e della stessa levigatezza della superficie pitto- rica, le seconde con una malta leggermente più granulosa in modo da avere l’aspetto di un intonaco abraso. Entrambe le stuccature sono composte da polvere di travertino (2 parti), grassello (1 parte) ed acqua. Le stuccature sono state eseguite in modo da facilitare la lettura dei diversi strati dipinti: le lacune sull’intonaco più antico sono sempre state reintegrate a livello. Nelle parti in cui la lacuna interessava simultaneamente i due livelli dipinti, la stuccatura è stata compiuta creando un sotto-livello (vede- re foto a luce radente del S. Antonio dopo il restauro). Il ritocco pittorico, eseguito ad acquerello, è stato mira- to alla ricostruzione delle parti mancanti, dove possibile, a sotto-tono, mentre le zone perimetrali e non ricostruibili sono state trattate con un tono neutro ad imitazione di un arriccio abraso. 154 Fasi di stuccatura e restauro della Pietà , affresco del ‘400 pagina a destra La Vergine addolorata , particolare della Pietà , dopo il restauro

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