Il Monastero - Il restauro
consiglio dei sette massari de regimine (uno per ogni villa). Il parlamento era l’organo deliberante; il consiglio quello esecu- tivo. Definite da uno statuto che doveva essere approvato da Ascoli prima di entrare in vigore, le attribuzioni di questi organi erano assai limitate: nomina del medico, scelta del predicatore quaresimale, offerte alle chiese, gestione del mulino comunitario, beneficenza, istruzione pubblica e poco altro 14 . Nella Valle, come negli altri castelli del suo comitato, Ascoli imponeva la propria autorità e la propria volontà, gestendo direttamente i principali settori della vita politica, economica, militare, fiscale e giurisdizionale 15 . La più evi- dente espressione di questo predominio assoluto e incondi- zionato della dominante era l’invio ogni semestre nei castelli soggetti di un podestà o vicario, longa manus della città, con l’incarico di far rispettare in periferia gli ordini del governo centrale e di controllare in modo diretto l’attività degli amministratori locali 16 . Questa situazione si protrasse fino all'arrivo nel Piceno delle truppe francesi (1798), le quali abolirono insieme con i superstiti diritti feudali anche il secolare dominio dei centri maggiori su quelli minori nei rispettivi Stati 17 . Durante il primo Regno d'Italia (1808-14), i medieva- li distretti dell’Acquasantano furono aggregati nell'unico comune di Acquasanta, ma con la ristrutturazione dello Stato della Chiesa promossa da Gregorio XVI nel 1834 Valledacqua entrò a far parte del nuovo comune di Santa Maria, il quale fu soppresso per essere accorpato a quello di Acquasanta nel 1865. Va ricordato che, nell’Ottocento, durante il primo Regno d'Italia (1808-14), la Repubblica romana (1848-49) e, soprat- tutto, dopo l’ingresso delle truppe piemontesi nell’Ascolano (settembre 1860), Valledacqua fu una delle zone che insorse per la restaurazione del governo pontificio. Nel corso della seconda guerra mondiale, pure in questa area si manifestò l’opposizione, non solo armata, contro i nazifascisti 18 . In questa valle ricca di testimonianze religiose – nel 1861, al momento dell’unità d’Italia, esistevano ancora nel territorio dieci parrocchie, undici chiese regolarmente uffi- ciate e due oratori 19 – e di pregevoli architetture, pitture e sculture (Castel di Luco, Paggese, tavole e affreschi della chie- sa di San Lorenzo nella stessa località, ecc.) sorge appartato in uno scenografico ambiente l’antico centro monastico di San Benedetto di Valledacqua. sotto e a destra Chiesa della Valle e Lugo dal foglio IX del Catasto Gregoriano, 1842-45, Archivio di Stato di Ascoli Piceno pagina 14 Bolla di Bonifacio IX del 1395, Archivio di Sant’Angelo Magno, Archivio di Stato di Ascoli Piceno pagina precedente Tabula Peutingeriana , part. v. Adaquas . La copia in pergamena del sec. XIII si conserva nella Hofbibliothek di Vienna 14
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