65 Focalizzando l’attenzione sulla concomitanza degli stati d’animo negativi, il 69,9% degli studenti ha vissuto una criticità elevata o molto elevata, a causa dell’aumento concomitante di tre o più stati d’animo negativi (66,6% scuola superiore, 76,5% università). - In modo complementare agli stati d’animo sono stati indagati anche i cambiamenti intercorsi nei comportamenti in relazione ad alcune sfere della vita quotidiana (relazioni, tecnologia, riflessioni, attività fisica, fumare e ritmi del sonno) e l’emersione di comportamenti a più alta criticità (disturbi alimentari, autolesionismo, abuso di alcol e di sostanze). Rispetto ai comportamenti della sfera quotidiana due sono i comportamenti per i quali si registra un aumento molto diffuso: l’utilizzo dei social network (78,3%) e il cambiamento nei ritmi del sonno (63,9%). È quindi evidente come il distanziamento sociale e la riorganizzazione dei ritmi di vita conseguente alle norme sanitarie abbia innescato una accelerazione nel rapporto con il digitale e alterato i cicli del sonno. Segue in termini di diffusione chi ha vissuto l’emergenza sanitaria come occasione per riflettere sulle proprie scelte di vita e di studio (50,8%) o per dedicarsi ai propri hobby e passioni (50,8%), mentre al contrario si registra una contrazione degli incontri con amici sia on line che in presenza (diminuiti per il 48,1%), del tempo dedicato all’attività fisica e allo sport (41,9%) e della cura del proprio aspetto (37,2%). L’utilizzo dei social network è esploso per tutti gli studenti mentre gli incontri con amici sono diminuiti soprattutto per gli studenti universitari (60,1%). La pandemia come opportunità riflessiva sembra declinarsi diversamente a seconda della tipologia di studenti: per gli studenti medi superiori soprattutto come tempo da dedicare agli hobby e passioni (42%) e per gli studenti universitari come “pausa di riflessione” per rimettere in discussione le proprie scelte di vita e di studio (62,9%). Per gli studenti medi superiori si registra nel confronto anche un aumento dell’utilizzo dei videogiochi nel (35,5% rispetto a 21,3%) mentre negli studenti universitari una diminuzione nella cura del proprio aspetto (45,9% rispetto a 33%). - Rispetto ai comportamenti più a rischio, durante l’emergenza sanitaria il 28% degli studenti ha avuto esperienza di disturbi alimentari, di questi la maggioranza (16,2%) ha trovato l’innesco con la pandemia; il 14,5% ha avuto esperienze di autolesionismo, di cui la metà circa (7,4%) per la prima volta proprio in coincidenza del periodo pandemico; il 10,3% ha avuto esperienze di assunzione di sostanze durante l’emergenza sanitaria e si rileva come la larga maggioranza (il 7,2%) ne avesse avuto esperienza anche prima e il 12% ha avuto esperienza di abuso di alcol, di cui poco meno della metà (il 5,2%) per la prima volta durante l’emergenza sanitaria. Episodi di disturbi alimentari e atti di autolesionismo si riscontrano più di frequente tra gli studenti delle scuole superiori (disturbi alimentari: 30,3% rispetto a 23,7%, autolesionismo: 18% rispetto a 7,5%), mentre l’assunzione di sostanze e l’abuso di alcol mostrano diffusioni analoghe (sostanze: 9,6% e 11,5; abuso di alcol: 12% e 12%). - Anche il rientro a scuola ha rappresentato un passaggio emotivamente intenso sia per l’accelerazione della didattica e dei suoi sistemi di valutazione sia per la ripresa delle relazioni fisiche e della ri-centralità del corpo dopo lunghi periodi digitali. La principale forma di disagio è rappresentata dalla ripresa delle interrogazioni, verifiche ed esami in presenza (60,4%) mentre quote più contenute (circa 1 studente su 3) esprimono disagio rispetto alle interazioni con compagni (33,6%) e docenti (37,9%). Gli studenti medi risultano relativamente più preoccupati della ripresa delle interrogazioni e delle verifiche (63,3% a fronte del 54,5% degli studenti universitari) mentre gli studenti universitari esprimono un disagio più diffuso rispetto al ritorno delle relazioni off line con i compagni di corso.
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