Chiedimi come sto

63 Riflessioni finali di sintesi Dopo aver esplorato le diverse dimensioni di indagine, attraverso queste riflessioni di sintesi focalizziamo l’attenzione sulle principali tendenze emerse. Il primo dato da sottolineare è l’importante partecipazione degli studenti all’indagine: in un mese di somministrazione sono stati intercettati circa 30mila studenti, elemento questo che sottolinea, da un lato, la volontà delle generazioni osservate di essere coinvolte e di raccontare la propria esperienza vissuta durante la pandemia e, dall’altro, l’interconnessione tra le nuove generazioni e la capacità di dialogo e interlocuzione dei sindacati degli studenti. Tra gli studenti intercettati i due terzi frequenta la scuola media superiore (67,3%) e un terzo l’università (32,7%). Qual è il profilo identitario e valoriale degli studenti intercettati? - Nell’orientamento valoriale la dimensione collettiva (per l’88,9% abbastanza o molto importante) prevale sull’individualismo (56,7%), il cambiamento (91,8%) sulle tradizioni (52,6%) e la solidarietà (94,7%) sulla competitività (47,5%), evidenziando come i valori a più forte caratterizzazione collettiva-espressiva risultino più diffusi di quelli più incentrati su una visione individualista strumentale. Appare invece conteso il confronto valoriale tra passioni e profitto (97,1% e 85,1%) e tra merito e uguaglianza (89% e 96,1%). Nella scuola media superiore la distanza tra collettività e individualismo così come tra solidarietà e competitività risulta più contenuta di quanto risulti per gli studenti universitari. In altre parole, nella scuola superiore il valore della collettività continua a prevalere sull’individualismo e la solidarietà risulta più importante della competitività ma in misura minore. - I due principali riferimenti fiduciari sono gli amici e la famiglia (l’85,8% e l’85,6% ripone “abbastanza” o “molta” fiducia). Tra i soggetti istituzionali, quelli che godono di più larga fiducia sono la scuola/università (50,3%) e l’Unione Europea (49,5%) lasciando intendere come le nuove generazioni abbiano uno spiccato senso europeista superando i confini nazionali. La fiducia invece crolla rapidamente per i partiti politici (6,7%), per l’attuale Governo (15,3%) e per le istituzioni religiose (18,6%). Per i sindacati il livello di fiducia si stacca dal fondo della classifica superando i soggetti di rappresentanza politica e religiosa ma rimane comunque contenuto (24,4%). - In una logica di visione intergenerazionale, secondo gli studenti gli adulti guardano ai più giovani come a una generazione spensierata (felice) e con poco senso del dovere (responsabile). Al contrario, i giovani valutano la propria generazione come permeata da un diffuso senso dell’impegno e della trasparenza ma preoccupata. Una valutazione diametralmente opposta che genera nella larga parte degli studenti (73,6%) una percezione di sottostimata da parte degli adulti. Gli studenti universitari mostrano una maggiore polarizzazione dei giudizi marcando una distanza dalla valutazione tratteggiata dagli studenti medi: solo il 17,3% degli studenti universitari descrive la propria generazione come (“abbastanza” e “molto”) felice a fronte 30,9% degli studenti medi, il 75,2% come “responsabile” a fronte del 66,3% degli studenti medi, il 64,3% come “sinceri” a fronte del 59,2% degli studenti medi e il 75% come “determinata” a fronte del 74,2% degli studenti medi. - I giovani studenti riconoscono agli adulti il senso di responsabilità ma non accompagnato dalla stessa determinazione che invece viene riconosciuta alla generazione dei giovani. Inoltre, gli studenti guardano generalmente agli adulti come una generazione infelice e non sincera. Se gli studenti condividono con gli adulti la poca felicità sembrano contestarne più diffusamente la mancanza di sincerità.

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