43 - Criticità moderata, se sono aumentate da 1 a 2 “emozioni negative” nel corso dell’emergenza sanitaria: tale profilo rappresenta il 21,1% del campione; - Criticità elevata, se sono aumentate da 3 a 4 “emozioni negative” nel corso dell’emergenza sanitaria: tale profilo rappresenta il 34,7% del campione; - Criticità molto elevata, se sono aumentate da 5 a 6 “emozioni negative” nel corso dell’emergenza sanitaria: tale profilo rappresenta il 35,2% del campione. Il profilo a criticità molto elevata cresce: - Al 41,3% per gli studenti universitari e soprattutto per gli studenti fuori sede; - Al 46% per gli studenti non binari e al 40,5% per le studentesse confermando il diverso impatto emotivo in una logica di genere; - Al 43% per chi ha vissuto un peggioramento della condizione economica propria o della propria famiglia (48% se si considerano i soli studenti universitari) confermando la relazione tra le due variabili; - Al 54,5% per chi è molto impegnato in attività extrascolastiche; - Al 45% per chi ha bassa fiducia negli adulti e chi si mostra scettico rispetto alla Dad. 4.2 - Comportamenti e pandemia Oltre a indagare come siano cambiate le emozioni e gli stati d’animo durante l’emergenza sanitaria, la nostra indagine osserva se e in che misura alcuni comportamenti siano cambiati nel corso della pandemia. Si considerano due set comportamenti distinti. Il primo set di comportamenti indagati include la sfera relazionale (con amici o famigliari), il rapporto con la tecnologia (gaming e social network), il rapporto con se stessi e la dimensione più riflessiva, l’attività fisica e possibili ricadute comportamentali in situazioni ansiogene (ritmi di sonno e fumo). Il secondo set di comportamenti, invece, si rivolge a disturbi comportamentali a più alta criticità, quali disturbi alimentari, autolesionismo, abuso di alcol o di sostanze. L’osservazione del primo set di comportamenti mette in luce come, rispetto al campione generale, due appaiono i comportamenti per i quali la larga maggioranza rileva un aumento nel corso della pandemia: l’utilizzo dei social network (il 78,3%) ed il cambio di ritmi del sonno (63,9%). È quindi evidente come il distanziamento sociale e la riorganizzazione dei ritmi di vita conseguente alle norme sanitarie abbia innescato una accelerazione nel rapporto con il digitale e alterato i cicli del sonno. Altre quote consistenti del campione, allo stesso tempo, hanno vissuto l’emergenza sanitaria come occasione per riflettere sulle proprie scelte di vita e di studio (50,8%) o per dedicarsi ai propri hobby e passioni (50,8%). Se ora si sposta l’osservazione sui comportamenti che hanno visto, invece, un arretramento nel corso della pandemia se ne rilevano soprattutto tre: - Gli incontri con amici sia on line che in presenza sono diminuiti per il 48,1% del campione; - Si è ridotto il tempo da dedicare all’attività fisica e allo sport (41,9%); - Il 37,2% del campione afferma che è diminuita la cura del proprio aspetto. Di interesse osservare come rispetto al “fumare” la larga parte affermi di non averlo mai fatto (67,6%), evidenziando come il “fumo” sia uscito dal radar comportamentale delle generazioni interpellate, e come
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