Indagine Sistema Socio-Sanitario Luglio 2021
In Valle d’Aosta la famiglia unipersonale si sta affermando come il modello di residenza prevalente. Le stime dell’ISTAT mostrano che è in corso, in tutte le regioni italiane, una tendenza alla frammentazione dei nuclei familiari, con una crescita – da Nord a Sud – della percentuale di famiglie “monocomposte” . La Valle d’Aosta nel 2019 risulta essere, con il 45,1%, quella con l’incidenza più alta, superando anche la Liguria (42,5%), la regione più anziana del Paese dove è forte il rischio di vedovanza e quindi risulta rilevante la presenza di anziani soli. Dei 30.309 ultrasessantacinquenni residenti in Valle d’Aosta all’inizio del 2020, 12.681 (il 42%) erano celibi/nubili, vedovi o divorziati, senza il potenziale supporto di un coniuge, che nelle famiglie italiane rappresenta il principale caregiver in caso di necessità (Golini e Rosina, 2011). 9 All’opposto, l’incidenza delle famiglie numerose (con 5 o più componenti) è la più bassa in assoluto (3,3%), nonostante il numero medio di figli per donna, 1,31, sia leggermente più alto rispetto a quello nazionale (ma di molto inferiore al tasso di sostituzione naturale di 2,1). Questo dato è almeno in parte spiegato dalla bassa frequenza delle famiglie «allargate», composte da nuclei aggregati (coppie con o senza figli che vivono sotto lo stesso tetto) o da un nucleo con aggregati altri membri (anziani, orfani, … ) che trovano ampia diffusione in Campania, regione con una percentuale “anomala” di famiglie numerose (9,7% nel 2019) nonostante sia interessata anch’essa dal fenomeno della bassa natalità. Queste forme di residenza, che rappresentano talvolta strategie per fronteggiare le difficoltà che le persone incontrano nel proprio corso di vita, in particolare in età avanzata (perdita dell’impiego, separazioni, peggioramento delle condizioni di salute … ) rappresentano soltanto il 2,7% in Valle d’Aosta, un valore inferiore rispetto a tutte le altre regioni italiane. La marcata individualizzazione delle forme abitative pare riconducibile quindi non solo all’invecchiamento della popolazione ma anche all’indebolimento dei modelli familiari tradizionali. In Valle d’Aosta viene celebrato un numero di matrimoni non basso rispetto alla media (2,7 ogni 1.000 abitanti nel 2019, come la media italiana) ma è molto elevato il rischio di rottura dell’unione . La regione si trova ai primi posti, al pari del Piemonte e appena al di sotto della Liguria, per tasso dei divorzi. Considerando, come indice di instabilità coniugale, il rapporto tra le divisioni coniugali e i matrimoni, la Valle d’Aosta ha uno dei valori più elevati in Italia (123 divisioni ogni 100 matrimoni). STILI DI VITA: LA FRAMMENTAZIONE DEI NUCLEI FAMILIARI
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