Indagine Sistema Socio-Sanitario Luglio 2021
I PRINCIPALI INDICATORI DEMOGRAFICI: LA SENILIZZAZIONE, LA DEBOLEZZA DEI SALDI MIGRATORI, INTERNO ED ESTERNO 4 La Valle d’Aosta, nello scenario generale di invecchiamento della popolazione italiana, presenta un livello di senilizzazione più alto della media. All’inizio del 2021 vivevano in questa regione 30.201 ultra65enni, pari al 24,4% della popolazione complessiva (il valore nazionale è del 23,5%). Le proiezioni demografiche indicano che nel 2030 i cosiddetti anziani (un concetto che appare sempre meno adeguato a descrivere la pluralità di condizioni di vita di coloro che si trovano in età da pensione) con più di 65 anni saranno il 28% e nel 2040 il 33% (fonte: ISTAT). La popolazione con più di 85 anni – la fascia anagrafica in cui si concentrano le condizioni di fragilità – aumenterà a tassi anche più sostenuti, passando dall’attuale incidenza del 3,8% al 5% nei primi anni Trenta. Si tratta di un fenomeno che produrrà un forte impatto sulla domanda di servizi sanitari e lungo-assistenziali, mettendo alla prova il sistema di long- term care . L’analisi condotta suddividendo il territorio regionale in quattro fasce corrispondenti alla dimensione del comune, mostra che la città di Aosta (l’unico con più di 20.000 abitanti) presenta uno stadio più avanzato del processo di senilizzazione, con una percentuale di anziani del 27,9%. Seguono i piccolissimi comuni fino a 1.000 abitanti, quelli da 3.001 a 5.000 e quelli da 1.001 a 3.000. Si presenta quindi una nota «relazione a U», riscontrabile anche in altre zone del Paese, tra la dimensione demografica del comune e il suo tasso di invecchiamento. Dal 2014 la popolazione valdostana è in calo. Le ragioni di questo fenomeno, che investe ormai la maggior parte delle aree italiane, sono rintracciabili nel peggioramento della dinamica naturale (il tasso di mortalità in continuo aumento per effetto dell’invecchiamento, il calo delle nascite) e nella debolezza della dinamica migratoria . La Valle d’Aosta ha uno dei saldi migratori più bassi del Centro-Nord, mostrandosi poco attrattiva sia verso gli abitanti di altre regioni sia verso gli stranieri, che costituiscono soltanto il 6,5% dei residenti: percentuali più contenute si rilevano soltanto nelle regioni meridionali. La bassa presenza straniera in Valle d’Aosta può essere spiegata, in parte, dall’assenza di grandi insediamenti urbani e produttivi ed anche, come si argomenterà in seguito, dalla scarsa disponibilità di abitazioni e dall’elevato costo della vita. I trasferimenti di residenza verso l’estero seguono un trend crescente: la Valle d’Aosta origina flussi di emigrazione sempre più consistenti . Nel corso del 2020 essa è stata, assieme al Veneto, l’unica regione con un saldo migratorio negativo, con 65 cancellazioni di residenza in più rispetto alle iscrizioni (per un saldo migratorio complessivo di -0,5 per 1.000 abitanti). Il primo anno del Covid ha rappresentato un periodo di discontinuità soprattutto per la dinamica naturale: con 1.849 decessi, la Valle d’Aosta ha raggiunto un tasso di mortalità pari a 14,9 per 1.000 abitanti, più del doppio rispetto al tasso di natalità (6,2 per 1.000).
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