Indagine Sistema Socio-Sanitario Luglio 2021
GLI ACCESSI IN PRONTO SOCCORSO • Da molti anni l’organizzazione del servizio sanitario nazionale deve confrontarsi con il problema dell’ iperafflusso del servizio di pronto soccorso (si vedano Linee guida per progetti di sperimentazione inerenti “Modalità organizzative per garantire l’assistenza sanitaria in h 24: riduzione degli accessi impropri nelle strutture di emergenza e miglioramento della rete assistenziale territoriale” del fu Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, anno 2009). Un fenomeno attribuibile a molteplici cause che hanno origine sia dal lato della «domanda» (aumento dell’aspettativa di vita di persone con pluripatologie, crescente bisogno di risposte a problemi di salute percepiti come urgenti, … ) sia dal lato dell’«offerta» (prevalenza del modello di assistenza ospedalocentrico, carenze nella rete dei servizi territoriali che dovrebbero assicurare la presa in carico delle patologie croniche, tempi di attesa per esami e interventi non coerenti con il quadro diagnostico dei pazienti, … ). • Un elevato tasso di accessi in pronto soccorso viene oggi considerato come un indicatore segnaletico di carenze che possono riguardare diversi nodi della filiera del servizio sanitario (prevenzione primaria, prevenzione secondaria, assistenza territoriale, assistenza ospedaliera) e finanche di altri servizi sociali, nella misura in cui il pronto soccorso finisce col rappresentare un presidio di sicurezza per le categorie socialmente più deboli. Gli effetti negativi di un utilizzo improprio di questo servizio sono l’eccessiva pressione sul personale sanitario, la difficoltà nella gestione dei casi con maggiore criticità e l’incremento dei costi dell’assistenza . • In Valle d’Aosta si osserva uno dei più elevati tassi di accesso in pronto soccorso (secondo l’ISTAT, mediamente, tra il 2017 e il 2019, 99,7 persone ogni 1.000 hanno fatto almeno un ingresso nei tre mesi precedenti l’intervista), in forte aumento negli anni e secondo soltanto a quello di Bolzano. Gli sport alpini rappresentano, naturalmente, un fattore di rischio aggiuntivo più impattante che in altre regioni. • La percentuale di «codici bianchi», assegnati ai pazienti che non presentano urgenze (44,8% sul totale degli accessi, seconda soltanto a quella della Liguria) mostra come in Valle d’Aosta sia particolarmente pressante il problema degli accessi impropri al pronto soccorso. 39
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