Indagine sulla società anziana in Valle d'Aosta Lugio 2019
LA PRESA IN CARICO DEGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI • Nonostante la valutazione negativa della Corte dei Conti sulla dotazione di posti letto nelle strutture di assistenza agli anziani, il modello valdostano di presa in carico sembra fare affidamento in misura consistente sui servizi residenziali. Nel 2015, gli anziani ospiti dei presidi territoriali socio-assistenziali e socio-sanitari erano 985, ovvero il 3,4% dei residenti, con prevalente funzione di integrazione socio-sanitaria (ospitalità ed assistenza, occasioni di vita comunitaria, aiuto nelle attività quotidiane, stimoli e possibilità di attività occupazionali e ricreativo culturali, di mantenimento e riattivazione, con assistenza medica, infermieristica e trattamenti riabilitativi per il mantenimento ed il miglioramento dello stato di salute e di benessere). Nonostante la percentuale si sia ridotta rispetto al 3,8% del 2009, nel 2015 era ancora la terza in Italia (dopo Piemonte e Trentino-Alto Adige). La tariffa media giornaliera corrisposta alle strutture valdostane è di 133,37 euro, di cui 45,60 a carico dell’utenza e la restante parte a carico del Servizio Sanitario e dei comuni (dati del 2011 di fonte CELVA). • Anche nella nostra regione i trasferimenti monetari – sotto forma di indennità di accompagnamento – rappresentano una componente determinante che sostiene in alcuni casi l’istituzionalizzazione, in altri casi le cure familiari, in altri ancora l’assunzione di assistenti familiari. Il 9% degli over 65 beneficia di questo assegno, a fronte di una percentuale nazionale dell’ 11,7%, su cui incidono i dati anomali rilevati in molte regioni del Centro e del Mezzogiorno. • Lo scarso sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari va considerato in relazione all’elevata diffusione di alcuni servizi domiciliari di natura socio-assistenziale che favoriscono la permanenza a domicilio dell’anziano non autosufficiente. In particolare, il SAD raggiungeva nel 2016 una percentuale di anziani del 4,4%, molto più alta di quella delle altre regioni ad esclusione del Trentino-Alto Adige, dove è pari al 3,7%. Non solo: la spesa media per utente (un indicatore di intensità del servizio) era di circa 5.000 euro annui, mentre in Trentino-Alto-Adige è di 3.400 euro e, nell’aggregato di tutte le regioni italiane, solo di 2.000, segnalando che lo sviluppo di questo servizio in Valle d’Aosta comporta anche una maggiore presa in carico del singolo caso trattato, superando alcuni dei limiti che vengono attribuiti al SAD in altre aree del Paese, come la Lombardia (la scarsa copertura oraria, la frammentazione delle prestazioni). Positivo, inoltre, il tasso di copertura delle attività ricreative (11,3%) mentre la distribuzione pasti a domicilio, il servizio di buonvicinato e il telesoccorso restano marginali, seppure più diffusi rispetto alla media delle altre regioni. Assente il trasporto sociale (per disabili e anziani con problemi di mobilità, in particolare verso i luoghi di cura), un altro tassello critico nel quadro di sottosviluppo delle infrastrutture viarie e dei sistemi di pubblica mobilità della Regione. 64
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