Indagine sulla società anziana in Valle d'Aosta Lugio 2019
LE CONDIZIONI ECONOMICHE: I CONSUMI, LA POVERTA’, LE DISUGUAGLIANZE In controtendenza rispetto ai redditi, la spesa per i consumi in Valle d’Aosta ha mostrato una sostanziale ripresa dopo il minimo raggiunto nel 2013. Nel 2018 le famiglie residenti hanno destinato ad essa, in media, 3.018 euro mensili, ovvero 112 euro in più rispetto allo stesso valore rilevato nel 2008 ai prezzi del 2018 (+3,9%). Su questo risultato, che implica una crescita della quota parte di reddito destinato ai consumi, ha avuto un forte impatto l’aumento verificatosi tra il 2017 e il 2018 (+5%). Oltre un terzo della spesa è destinato all’abitazione (compresa l’elettricità e gli altri combustibili), il 19% agli alimentari, alle bevande e ai tabacchi, mentre la cura della persona (servizi sanitari, assistenziali, assicurativi, finanziari, effetti personali) assorbe complessivamente il 12,4% e i trasporti il 10,5%. Dai confronti regionali emerge che le famiglie valdostane sono quelle che destinano maggiori risorse alla spesa per consumi sanitari (sia in termini assoluti, sia in proporzione della spesa complessiva): 162,33 euro mensili in media, ovvero il 6,7% della spesa per i consumi. A livello nazionale questo capitolo di spesa ammonta a 120,74 euro mensili per famiglia, ovvero al 5,6% della spesa. La divergenza tra la dinamica dei redditi e quella dei consumi rende più complessa la valutazione dei cambiamenti negli indicatori di povertà. Infatti, coerentemente con la ripresa della spesa, la percentuale di famiglie in povertà relativa (che conseguono un basso livello di consumi rispetto a quello generale) in Valle d’Aosta si è ridotta nel corso degli ultimi anni, scendendo nel 2018 ad un valore del 4,1% - il più basso tra tutte le regioni italiane -, inferiore persino a quello rilevato nel 2008 (4,4%). D’altro canto, per effetto della mancata ripresa dei redditi che ha riguardato prevalentemente le fasce della popolazione che già presentavano elementi di fragilità e fattori di rischio (famiglie con stranieri, con più di un figlio a carico, con presenza di disoccupati, … ), la percentuale di individui a rischio di povertà (che dispongono di un reddito molto basso rispetto a quello medio) è cresciuta dal 9,3% al 13,8% nello stesso arco temporale. Negli ultimi dieci anni, caratterizzati da una crescita delle disuguaglianze che ha investito soprattutto le grandi regioni italiane, gli indicatori di sperequazione del reddito disponibile (rapporto interquartile, indice di Gini, … ) mostrano che in Valle d’Aosta le differenze di reddito si sono mantenute stabili rispetto ai livelli precedenti alla fase di recessione economica e si assestano su valori più bassi della media nazionale. Nel 2016, in Valle d’Aosta, il 20% più ricco della distribuzione deteneva 4,7 volte il reddito del 20% più povero, mentre la stessa quota nazionale è di 5,9 volte. I valori più elevati si osservano in Campania (7,3), in Sicilia (7,2) e in Calabria (6,9). 31
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