Indagine sulla società anziana in Valle d'Aosta Lugio 2019
In Valle d’Aosta la famiglia unipersonale si sta affermando come il modello di residenza prevalente. Le stime dell’ISTAT mostrano che è in corso, in tutte le regioni italiane, una tendenza alla frammentazione dei nuclei familiari, con una crescita – da Nord a Sud – della percentuale di famiglie “monocomposte” . La Valle d’Aosta nel 2018 risulta essere, con il 49,1%, quella con l’incidenza più alta, mostrando un notevole distacco anche dalla Liguria (40,9%), la regione più anziana del Paese dove è forte il rischio di vedovanza e quindi risulta rilevante la presenza di anziani soli. L’incidenza delle famiglie numerose (con 5 o più componenti) è pari soltanto al 3,5%, ovvero il terzo valore più basso dopo Liguria e Piemonte, nonostante il numero medio di figli per donna sia leggermente più alto rispetto a quello nazionale (ma di molto inferiore al tasso di sostituzione naturale di 2,1 figli per donna). Questo dato è almeno in parte spiegato dalla bassa frequenza delle famiglie «allargate», composte da nuclei aggregati (coppie con o senza figli che vivono sotto lo stesso tetto) o da un nucleo con aggregati altri membri (anziani, orfani, … ) che trovano ampia diffusione in Campania, regione con una percentuale “anomala” di famiglie numerose (10,2% nel 2018) nonostante sia interessata anch’essa dal fenomeno della bassa natalità. Queste forme di residenza, che rappresentano talvolta strategie per fronteggiare le difficoltà che le persone incontrano nel proprio corso di vita, in particolare in età avanzata (perdita dell’impiego, separazioni, peggioramento delle condizioni di salute … ) rappresentano soltanto il 2,1% in Valle d’Aosta, un valore molto inferiore rispetto a tutte le altre regioni. La marcata individualizzazione delle forme abitative pare riconducibile quindi non solo all’invecchiamento della popolazione ma anche all’indebolimento dei modelli familiari tradizionali. In Valle d’Aosta viene celebrato un basso numero di matrimoni rispetto alla popolazione (2,8 ogni 1.000 abitanti nel 2017, contro il 3,2 della media italiana) ed è molto elevato il rischio di rottura dell’unione . La regione si trova ai primi posti sia nel tasso di separazioni sia in quello dei divorzi. Considerando, come indice di instabilità coniugale, il rapporto tra le divisioni coniugali e i matrimoni, la Valle d’Aosta ha uno dei valori più elevati in Italia. Dei 29.664 ultrasessantacinquenni residenti in Valle d’Aosta all’inizio del 2018, 12.553 (il 42,3%) erano celibi/nubili, vedovi o divorziati, senza il potenziale supporto di un coniuge, che nelle famiglie italiane rappresenta il principale caregiver in caso di necessità (Golini e Rosina, 2011). STILI DI VITA: LA FRAMMENTAZIONE DEI NUCLEI FAMILIARI 18
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