Spazio al Lavoro n. 1 del 2014

| 4 spazi o lavoro a l futuro ai lavoratori e all’azienda”. La questione generazionale resta un problema e il Segretario della Cgil sottolinea come l’impatto del- la crisi abbia colpito in maniera pesante le fasce più giovani. “Trattandosi di una crisi da do- manda di lavoro, unitamente al fatto che le recenti riforme hanno rallentato le uscite generazionali, l’impatto prodotto dalla congiun- tura del periodo 2008-2012 sulle fasce giovanili è stato rilevante. Il tasso di disoccupazione del- la classe dai 15-24 anni è infatti cresciuto, passando dal 12,1%, al 30,8%. Il basso livello della do- manda di occupazione ha rallen- tato gli ingressi nel mercato del la- voro dei giovani, mentre la parte- cipazione degli adulti è risultata superiore al livello della doman- da. La struttura dell’occupazione si è quindi modificata, con livelli più bassi per le classi di età in- feriori e più elevati per quelle a partire dai 45 anni. Infine, un ruolo rilevante nel determinare questo quadro l’ha certamente avuto anche la minore capacità di occupazione del settore pubbli- co. Infatti, le politiche di conteni- mento della spesa pubblica hanno sensibilmente ridotto i fabbisogni lavorativi, diretti ed indiretti, del comparto pubblico, sia attraverso il contenimento del turnover, sia attraverso norme di natura am- ministrativa e finanziaria”. La domanda quindi è Come agire? “È compito delle politiche region- ali, in particolare quelle industri- ali, delineare una nuova frontiera verso cui orientare l’economia valdostana. Una strategia regio- nale che valorizzi la ricchezza di al credito, con il rilevante quadro di incertezza e, per quanto attiene l’ambito pubblico, con la rigorosa politica di bilancio volta al consol- idamento dei conti. Il commercio estero, ha permesso in parte di contenere queste criticità, ma nel complesso non riesce e non può compensare completamente la di- namica interna sfavorevole, anzi nel complesso del periodo segna un saldo fortemente negativo.Le difficoltà non hanno avuto uguale intensità per tutti i settori. Certa- mente il settore industriale esce da questa fase ulteriormente ridi- mensionato, anche perché oggetto delle principali difficoltà economi- che. I dati delineano, infatti, un profilo delle attività secondarie connotato da saldi fondamental- mente negativi”. Un capitolo a parte viene dedica- to alla situazione del Casinò de la Vallée, che ha tenuto banco e con- tinua ad essere un argomento di stretta attualità per la vita politica ed economica regionale e per la posizione di molti lavoratori. “In poco più di un decennio si è passati da un casa da gioco che garantiva importanti risorse alla Regione, a prospettive mol- to meno rassicuranti, in cui è in discussione il suo stesso futuro. Lo stato di crisi in cui versano il Casinò e i servizi alberghieri, oggi divenuti - dopo l’acquisizione da parte della Regione - un’unica azienda, ha radici che, solo in parte sono da attribuire alla crisi economica generale ma risiedono in precise e gravi responsabilità del gruppo dirigente. Vi sono poi, responsabilità che attengono al ruolo dell’azionista il quale nella migliore delle ipotesi, ha sottova- lutato la situazione ed eccessiva- mente delegato al management scelte di tipo strategico. Come Cgil, così come ci siamo assunti le responsabilità in solitudine di denunciare, e non da oggi, l’in- voluzione della situazione, anche in questo caso non ci sottraiamo al confronto per uscire da questa condizione di emergenza. A patto che, ognuno dei soggetti, si assu- ma in maniera chiara e conseg- uente le proprie responsabilità sul come creare i presupposti per una gestione in grado di assicurare un congresso capacità radicate localmente, che devono però integrarsi in territo- ri più ampi, in filiere produttive internazionali, in trasversalità settoriali e tecnologiche. A ciò va però associata l’individuazione di alcune idee trainanti, come l’at- tenzione strategica alla dimensi- one ambientale che può costituire un fattore chiave di competitività; pensiamo, in questo senso alle op- portunità offerte dalla green econ- omy, al “nuovo abitare”, ovvero a case ecologiche, sicure, autom- atizzate, ecc., tema che potrebbe portare ad una riqualificazione, oggi quanto mai necessaria, del settore dell’edilizia. Più in gen- erale, opportunità di crescita per gli investimenti privati e pubblici possono emergere da bisogni im- portanti, diffusi e spesso insoddis- fatti, come quelli connessi con le energie rinnovabili, il risparmio energetico, lo smaltimento dei rifiuti, la soddisfazione di nuovi bi- sogni alimentari, la protezione dai disastri naturali, ecc. Lo sviluppo dei settori industriali va collegato alla soddisfazione di questi bisog- ni emergenti, tendenzialmente più sofisticati e che richiedono servizi nuovi, i quali a loro volta posso- no creare occupazione qualifica- ta. Si tratta di promuovere una specializzazione intelligente che favorisca l’innovazione, per fare riferimento alle note parole d’or- dine a cui si riferisce l’Unione Europea nell’ambito della nuova fase di programmazione dei fondi strutturali. Si tratta cioè di quelle politiche in grado di rafforzare la capacità di un’area, di incremen- tare l’efficacia della conoscenza accumulata e di favorire la diver- sificazione tecnologica, sulla base delle specificità locali e delle carat- teristiche del modello di innovazi- one presente nella regione”. La Valle d’Aosta ha tutte le possi- bilità e le capacità per poter uscire da questa durissima fase e Falco- matà, concludendo il suo inter- vento lo evidenzia in modo chiaro. “Ritengo che la Valle d’Aosta ab- bia le risorse morali e intellettua- li per uscire non solo dall’attuale crisi, ma abbia le potenzialità nec- essarie per entrare in una nuova fase di ripresa e crescita nella consapevolezza che gli elementi portanti dello sviluppo regionale verificatosi a partire dagli anni ’80 (riparto fiscale, casino, ecc…) sono venuti meno. Uso razionale delle risorse disponibili; privilegi- are politiche di sviluppo non con- tingenti; adeguate politiche socia- li; percorsi scolastici e formativi efficaci; un assetto degli Enti Lo- cali improntato alla funzionalità, alle esigenze dei cittadini e non subordinato a logiche di mero ris- parmio; un’attenzione continua alla salvaguardia del territorio: sono queste le nostre priorità. Nat- uralmente, lo sbocco è più lavoro e più occupazione in Valle d’Aosta in termini qualitativi e quantita- tivi. Per raggiungere questi am- biziosi obiettivi è necessario una CGIL più coesa e determinata che abbia la forza e la tenacia di rivol- gersi al futuro. Non dobbiamo mai dimenticare il motivo per il quale siamo qua; non dare mai per scontata la nostra capacità di rap- presentare, difendere e tutelare coloro che si rivolgono a noi. Non possiamo considerarci neppure indenni dalla crisi che investe la “politica”, sarebbe un gravissimo errore dettato da una miope au- toreferenzialità. Dobbiamo avere la costanza e il coraggio di cam- biare, di metterci in discussione e trasformarci per affrontare con sempre maggiore efficacia le sfide del futuro. Se la CGIL nel passato ha saputo superare momenti mol- to travagliati è perché si è sempre considerata una comunità, fat- ta da tanti insiemi, non fine a se stessa ma quale mezzo per e dei lavoratori”. Le parole di Di Vittorio sono an- cora attuali. “Come il piccolo rivolo contribuisce a ingrossare il grande fiume, a renderlo travol- gente così anche ogni piccolo contributo di ogni militante con- fluisce nel maestoso fiume della nostra storia, serve a rafforzare la grande famiglia dei lavoratori italiani, la nostra CGIL, strumen- to della nostra forza, garanzia del nostro avvenire”. $ È compito delle politiche regionali, in particolare quelle industriali, delineare una nuova frontiera verso cui orientare l’economia valdostana.

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