Spazio al Lavoro n. 7 del 2013

| 5 spazi o lavoro a l to per fronteggiare la pesante si- tuazione di analfabetismo funzio- nale: potenziare gli interventi di formazione degli adulti attraverso la costruzione di un sistema na- zionale dell’apprendimento per- manente. La legge 92/2012 e la normativa applicativa già appro- vata permettono di cogliere oggi questa opportunità, ma il gover- no sta perdendo tempo. La CGIL da tempo (vedi legge di iniziativa popolare sul diritto all’appren- dimento permanente) ha messo al centro della propria iniziativa questo tema e ora, insieme alle altre organizzazioni sindacali, ha chiesto l’apertura immediata di un tavolo di confronto. Occor- re sperimentare da subito, insie- me ai progetti assistiti dei nuovi Centri per l’istruzione degli adul- ti, la rete territoriale dei servizi per l’apprendimento permanente al fine di utilizzare da subito, in modo integrato e programmato, le risorse, a volte anche significa- tive, provenienti dai finanziamen- ti statali, regionali europei e dai Fondi Interprofessionali. Si tratta di cominciare a spendere meglio le risorse, oggi disperse in mil- le rivoli spesso improduttivi, per rispondere alle ampie e urgenti esigenze poste dalla crisi (aggior- namenti, riconversioni, sostegno alle transizioni lavorative,...) e dalla situazione sociale (NEET, analfabetismo funzionale, immi- grati, invecchiamento attivo,...). Allo stesso modo è già oggi pos- sibile (le norme sono già tutte ap- provate) dare un impulso decisivo alla costruzione di un sistema na- zionale pubblico di certificazione delle competenze che garantisca ai cittadini e ai lavoratori il ri- conoscimento delle competenze comunque acquisite, anche attra- verso le esperienze di lavoro e di vita. Sviluppo e riconoscimento delle competenze delle persone che lavorano rappresentano, in- fatti, nell’economia della cono- scenza un interesse comune di imprenditori e lavoratori e uno dei principali fattori per un nuovo modello di sviluppo. $ Il Piano del Lavoro della CGIL indica un percorso per uscire da questo circolo vizioso, rivendica una politica economica basata sulla valorizzazione della qualità del lavoro e il superamento dei ri- tardi nell’innovazione connessa a investimenti e riforme finalizzati a innalzare i livelli di istruzione dei cittadini e a realizzare, finalmente anche nel nostro Paese, il diritto all’apprendimento permanente. Se sono urgenti immediati sgravi fiscali diretti ai lavoratori e ai pen- sionati per riattivare la domanda e contrastare la recessione, è altret- tanto necessario che gli interventi a favore delle imprese non siano generiche riduzioni del cuneo fi- scale ma incentivi agli investimen- ti, all’innovazione, all’assunzione di giovani qualificati. Se il recente decreto scuola ha individuato cor- rette priorità di intervento per av- viare la ricostruzione inclusiva dei sistemi della conoscenza, i circa 400 milioni stanziati sono davve- ro una cifra inadeguata e che ren- de ancora più evidente il bisogno di una redistribuzione che tra- sferisca risorse dalle rendite agli investimenti nella conoscenza. Infine, lo strumento più immedia- 64anni) che partecipano alle atti- vità di formazione, a partire dai posti di lavoro. Secondo l’ultimo rapporto ISFOL sulla formazione continua le imprese che nel 2011 hanno effettuato, internamente o esternamente, corsi di formazio- ne sono il 35%, circa la metà del- la media europea e la situazione era la stessa anche prima della crisi. Complessivamente il siste- ma produttivo italiano è povero di conoscenza, investe poco in ricer- ca, fa poca formazione, assume pochi lavoratori qualificati e ha una struttura occupazionale obso- leta, composta ancora dal 36% di basse qualifiche e solo dal 17% di alte qualifiche contro una media europea rispettivamente del 22% e del 29%. L a prima indagine Piaac (Pro- gramme for the International Assessment of Adult Competen- cies) dell’Ocse sulle competenze dei cittadini di 24 paesi in età com- presa tra 16 e 65 anni conferma il grave deficit formativo italiano. Lo studio ha misurato le compe- tenze linguistiche e matematiche della popolazione adulta e ha messo in evidenza per l’Italia una pesante situazione di analfabeti- smo funzionale, cioè l’incapacità di utilizzare le abilità di lettura, scrittura e calcolo in modo ade- guato per lavorare e vivere nella società contemporanea. L’Italia, infatti, si colloca all’ultimo posto nelle competenze linguistiche e al penultimo in quelle matematiche. Secondo il rapporto più del 70% degli italiani adulti possiede com- petenze alfabetiche che si colloca- no al di sotto di quello che è consi- derato il livello minimo accettabile per vivere e lavorare nella società contemporanea. I risultati non dovrebbero stupire: il 45% de- gli italiani tra 25 e 64 anni arri- va al massimo alla licenza media contro una media OCSE del 27%, mentre i laureati tra 55 e 64 anni sono il 10% contro il 22% OCSE e quelli tra 25 e 34 anni sono il 20% contro il 37% OCSE. Inoltre gli adulti che accedono alla formazio- ne sono solo il 6% e l’obiettivo eu- ropeo di averne almeno il 15% en- tro il 2020 appare molto lontano. Per comprendere la situazione di- sastrosa in cui versa il Paese non è sufficiente prendere in conside- razione i limiti della formazione iniziale (dispersione scolastica e universitaria, livelli di appren- dimento spesso al di sotto delle medie internazionali). Occorre individuare anche l’altra ragio- ne del basso livello di competen- za italiano: il numero ridotto di adulti (6% nella fascia di età 25- confederazione Indagine OCSE-PIAAC: l’apprendimento permanente contro la spirale del declino Sviluppo e competenze contro il nuovo analfabetismo funzionale “Condividiamo le parole del Presidente dell’Anci Pie- ro Fassino in merito ai rischi dovuti alla mancata copertura dei 2,4 miliardi sottratti alle casse dei Comuni in seguito alla cancellazione della seconda rata dell’Imu. Una scelta politica scellerata, dovuta a equilibri che nulla hanno a che fare con quelli, de- licatissimi e al limite del collasso, dei bilanci comu- nali. Dal 2009 al 2015 Regioni, Province e Comuni, Imu esclusa, hanno subito tagli che cumulati sfio- rano i 160 miliardi di euro. È chiaro che a cascata le ricadute peggiori abbiano colpito i lavoratori e i servizi offerti sul territorio. Una mattanza”, con que- ste parole Federico Bozzanca, Segretario Nazionale Fp-Cgil, commenta le dichiarazioni rilasciate in sede di audizione alla Camera dei Deputati dal Sindaco di Torino. “Già oggi molte municipalità hanno enor- mi difficoltà a pagare gli stipendi, tagliano servizi e sono costrette ad aumentare la tassazione locale. É intollerabile - conclude Bozzanca - che sia sempre l’anello più debole della catena, e quello più vicino ai cittadini, a sobbarcarsi il peso della tanto decantata stabilità politica”. La mattanza degli enti locali «La CGIL: potenziare gli interventi di formazione degli adulti attraverso la costruzione di un sistema nazionale dell’apprendimento permanente»

RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=