Spazio al Lavoro n. 7 del 2013

| 15 spazi o lavoro a l fisac-cgil bancari spazi o lav r a l inquilini e diritti Sfratti zero: passi avanti in Parlamento L a campagna sfratti zero coglie un primo risultato importante. Il decreto legge 102/2013 IMU, ormai nella fase finale di discussione alla Camera dei Deputati, all’articolo 6 in cui si istituisce il fondo nazionale per la morosità incolpevole, è stato modificato il comma 5, introducendo esplicitamente nella legge la possibilità per i Prefetti di intervenire al fine della graduazione programmata dell’intervento della forza pubblica nell’esecuzione dei provvedimenti di sfratto. Questa norma si unisce ad un’altra che esplicitamente prevede per- corsi di accompagnamento sociale per i soggetti sottoposti a sfrat- to anche attraverso organismi comunali. Il combinato disposto di queste due norme, introdotte nella legisla- zione nazionale, possono spostare e di molto in avanti le vertenze territoriali per la graduazione di tutti gli sfratti, compresa la morosi- tà incolpevole, in modo da mettere in relazione l’effettiva esecuzione del rilascio al suddetto percorso di accompagnamento sociale verso una soluzione abitativa alternativa. Questa previsione deve valere per tutti i soggetti che, sulla base delle leggi, disposizioni, convenzioni internazionali vigenti, hanno diritto a un intervento di protezione so- ciale. Deve riguardare, quindi, oltre coloro colpiti da provvedimenti come licenziamento o cassa integrazione a causa della crisi, i nuclei utilmente collocati nelle graduatorie per le case popolari, le famiglie con presenza di minori, gli anziani, portatori di handicap, malati, ecc. Va tenuto presente che l’attuale testo afferma che i comuni potranno ottenere le risorse di cui al fondo per la morosità esclusivamente se, entro la data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, abbiano emanato bandi o altre procedure ammi- nistrative per l’erogazione di contributi in favore di inquilini mo- rosi incolpevoli. D aniele B arbieri segretario generale SUNIA Bancari, sciopero il 31 ottobre Disdettato il contratto in scadenza a giugno 2014. Fisac-cgil: associazione banchieri arrogante, vuole intervenire solo sul costo del personale M aurizio M atta I l 16 settembre l’ABI ha unilate- ralmente disdettato, con larghis- simo anticipo, il CCNL in scaden- za al 30/06/2014. La gravità del fatto non sta nella disdetta in sé: non vuol dire che la categoria si è ritrovata da un giorno all’altro senza contratto (che comunque rimane valido fino alla scadenza); è infatti previsto che per evitare l’ultrattività una delle parti deb- ba dare la disdetta almeno 6 mesi prima. La gravità sta nell’arrogan- za con cui l’ABI che ha interrotto una tradizione che voleva che la disdetta fosse in qualche modo concertata fra le parti. Hanno vo- luto lanciare un forte messaggio del tipo “il sistema bancario non rende quindi dobbiamo rispar- miare e risparmiare sul personale che costa troppo”. Per dare forza a questo messag- gio l’ABI ha consegnato un docu- mento nel quale viene fatta una sorta di analisi del settore che si può sintetizzare così: - l’industria bancaria non riesce più ad ave- re margini di guadagno; il costo del lavoro è troppo alto rispetto a quello delle altre banche euro- pee; l’operatività allo sportello si è ridotta per il sempre maggior ricorso agli strumenti telematici (internet, carte….). Per questi motivi le banche ri- chiedono di poter intervenire sul costo del personale riducendone gli inquadramenti e gli scatti di anzianità, attivando sistemi di ri- conversione professionale (di fatto annullando i percorsi professio- nali), intervenendo sui Contratti Integrativi Aziendali per cancel- lare quelle parti più favorevoli ai lavoratori, adottando sistemi di solidarietà difensiva (riduzione dei salari esistenti per salvare posti di lavoro) e attivando proce- dure per i licenziamenti collettivi. Il tutto mettendo in discussione (sempre per i costi eccessivi) il nostro ammortizzatore sociale, il fondo di solidarietà di settore che ha già permesso al sistema di “liberarsi” di 48.000 persone dal 2000 ad oggi (e non sono pochi su una popolazione di circa 300.000 bancari). Il tema della “Solidarietà espansi- va” (lavoratori vicini alla pensione in part-time, affiancati da nuovi assunti in part-time) e della legge sui part-time incentivati per l’ac- compagnamento alla pensione, viene liquidato con una positiva valutazione ma “ad oggi non ap- plicabile”. Siamo al solito vecchio adagio che accompagna tutti i settori: per su- perare la crisi dobbiamo interve- nire sui costi del personale…come È stato presentato a Washington l’aggiornamento dello studio curato dalla Global Alliance for Banking on Values (Gabv), rete internazionale di banche soste- nibili. Lo studio ha messo a con- fronto i dati finanziari chiave delle più grandi banche del mondo (le così dette banche di importanza sistemica globale) e un gruppo di significative banche sostenibili che operano in diversi Paesi del mondo. I risultati mostrano che: le banche eticamente orientate erogano circa il doppio del credito in proporzione agli attivi di bilan- cio rispetto alle banche di sistema (75,9% contro il 40,1%); le banche eticamente orientate mantengono un miglior livello di capitalizza- zione, soprattutto se si misura il rapporto tra capitale e attivi tota- li (7,2 % contro 5,5%); le banche eticamente orientate offrono una redditività sul capitale investito (ROA) più elevata (0,53 % contro 0,37%), con bassi livelli di volati- lità Questa ricerca è un ulteriore segnale di come la finanza soste- nibile sia diventata un modello al- ternativo ed efficace rispetto al si- stema finanziario tradizionale. $ se non fossero poi le persone che, potendo spendere, fanno funzio- nare il sistema.Come se gli elevati accantonamenti e le sofferenze fossero (che di fatto provocano la minor redditività del sistema) causa dei lavoratori e non dovute a cause esterne o in alcuni casi a scelte aziendali “allegre” fatte da manager che (loro si) sono tra i più pagati d’Europa, qualunque siano i risultati che portano. La ciliegina sulla torta arriva poi dalla dichiarazione per cui, essen- dosi allungata la vita media lavo- rativa, per effetto delle varie ri- forme pensionistiche, il personale non è più in grado di adattarsi ai cambiamenti di comportamento richiesti dalle banche. Quindi la responsabilità della crisi è tutta dei lavoratori? La nostra pronta risposta è la proclamazione di sciopero per il prossimo 31 ottobre con la qua- le sottolineare ai banchieri che i lavoratori non condividono la loro interpretazione degli eventi e sono pronti a una lunga e difficile mobilitazione. $ Le banche “sostenibili” meglio dei “giganti”

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