Spazio al Lavoro n. 5 del 2013

| 5 spazi o lavoro a l Anche il blocco del ricalcolo dell’indennità di vacanza contrat- tuale, in seguito, potrebbe essere comunque sanato. Non così, inve- ce, per la cancellazione dell’utilità del 2013, che comporterebbe un ulteriore ritardo di un anno nel- la maturazione della progressio- ne stipendiale. Il tutto con danni strutturali nell’ordine di circa 1000 euro mensili, circa 4mila euro in meno sulla liquidazione ed effetti sull’importo della pensione. Va detto, inoltre, che sebbene governo e sindacati abbiano già trovato una soluzione per la rein- tegrazione dell’utilità del 2010 e del 2011, la strada per il recupero del 2012 appare tutta in salita. E la cancellazione del 2013 compli- cherebbe ulteriormente le cose. Perché nel comparto scuola la pro- gressione economica di carriera non corrisponde a mutamenti di qualifica, quanto, invece, ad una diversa quantificazione degli im- porti stipendiali diretta a valoriz- zare l’esperienza accumulata sul campo. Bloccare i gradoni signifi- ca, quindi, ridurre i fondi comples- sivamente spettanti all’intera ca- tegoria e, di conseguenza, ridurre l’importo delle retribuzioni dovute secondo il contratto attualmente in vigore. In altre parole, il governo, anziché ridurre i fondi da destina- re alla copertura del lavoro straor- dinario, che per loro natura sono previsti per la copertura finanzia- ria di prestazioni solo eventuali, ha tagliato e sta per tagliare risorse necessarie ad onorare debiti re- tribuitivi derivanti dall’erogazione del lavoro ordinario. $ stimento nelle professionalità che assicurano la tutela e la valoriz- zazione del patrimonio culturale, dal settore della vigilanza a quello tecnico-scientifico”. Con le due giornate di protesta i sindacati vogliono quindi rimet- tere al centro dell’attenzione i problemi di quello che “dovrebbe essere il settore trainante dell’e- conomia nazionale”. Ma anche chiedere soluzioni concrete per il rilancio: a partire dalle “risorse per la tutela e la manutenzione di siti e strutture e dalla re-interna- lizzazione di servizi oggi oggetto di appalti selvaggi, sprechi enor- mi, sfruttamento delle professio- nalità e creazione di sacche di precariato strutturale. E poi c’è il capitolo delle rivendicazioni per la salvaguardia occupazionale e re- tributiva. I sindacati chiedono di mettere fine ai tagli agli organici e l’avvio di un processo occupazio- nale, nonché di garantire certez- za e periodicità al pagamento del salario accessorio, a cominciare dalla immediata liquidazione de- gli arretrati relativi agli ultimi otto mesi. “Vogliamo fare del patri- monio culturale un volano econo- mico. Per questo pretendiamo il rispetto dei diritti contrattuali, il mantenimento degli attuali accor- di di produttività che garantiscono e finanziano l’attuale sistema del- le aperture ampliate al pubblico e chiediamo più riconoscimento professionale, più formazione, più attenzione alle competenze”. $ A ntimo D i G eronimo I gradoni rientrano dalla finestra ed escono nuovamente dalla porta con lo schema di decreto del Presidente della repubblica che prevede la proroga del blocco della contrattazione e degli auto- matismi stipendiali nel pubblico impiego. Se l’ipotesi di regola- mento andrà in vigore così com’è, l’effetto sarà quello di un’ulteriore perdita del potere d’acquisto degli stipendi dei dipendenti pubblici. In modo particolare per la scuola. Per questo comparto, infatti, oltre al blocco della contrattazione col- lettiva e degli incrementi dell’in- dennità di vacanza contrattuale per il 2013 e il 2014, è prevista anche la cancellazione dell’utilità del 2013 ai fini della progressione economica di carriera (i cosiddet- ti gradoni). E gli effetti più deva- stanti si avrebbero soprattutto per quest’ultima previsione. Il perché è presto detto. Il blocco della contrattazione col- lettiva per altri due anni avrebbe come effetto immediato la pre- clusione dell’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita nel biennio. Ma tale effetto verrebbe, per così dire, «attutito» dall’appli- cazione dell’indennità di vacan- za contrattuale. Che consente di recuperare annualmente circa la metà del tasso di inflazione pro- grammata. E comunque, eventua- li rinnovi contrattuali, per quanto tardivi, non precluderebbero il re- cupero totale, di fatto, di quanto è andato perduto finora. Perlomeno in via meramente teorica. D allo stato di agitazione alle mobilitazioni su tutto il ter- ritorio nazionale. I dipen- denti del Ministero dei Beni cultu- rali fanno crescere la protesta per chiedere la riorganizzazione di un settore da troppi anni lasciato alla deriva. Con conseguenze pesanti sia sulla fruizione delle eccellenze del Paese che su quello della va- lorizzazione delle tante professio- nalità che compongono i quasi 20 mila lavoratori pubblici di musei, siti archeologici, biblioteche e ar- chivi. Le Organizzazioni Sindacali del MIBAC hanno unitariamente indetto due giornate di mobilita- zione. Il 24 giugno prossimo si terranno assemblee e iniziative negli archivi e nelle biblioteche di tutta Italia, mentre il 28 giugno sarà il turno dei siti archeologici e dei musei con manifestazioni e azioni informative aperte alla par- tecipazione dei cittadini. Per le sigle sindacali lo stato di abbandono in cui versa il settore non dipende solo dalla scure dei tagli alle risorse, che pure mostra una “sconcertante miopia dei go- verni nazionali e locali”, ma anche da una “colossale disorganizza- zione, in cui la mancanza di una visione strategica accompagnata dalla confusione di funzioni fra organi nazionali, soprintendenze e direzioni regionali, impedisce ogni possibilità di sviluppo”. Una paralisi a cui contribuisce “lo scol- lamento fra gli aspetti economici della gestione dei servizi e l’inve- confederazione Docenti: stipendi al palo Il Senato pronto a votare il blocco dei gradoni Mobilitazioni sindacali in tutta Italia Beni culturali: serve riorganizzare un settore alla deriva da troppi anni

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