Spazio al Lavoro n. 5 del 2013
| 2 spazi o lavoro a l di ogni organizzazione sindacale. 4. Le RSU saranno elette con voto proporzionale ai voti ottenuti, su- perando così l’1/3 destinato alle Organizzazioni Sindacali firma- tarie di CCNL, e vi è l’impegno a rinnovare quelle scadute nei suc- cessivi sei mesi. Validità ed esigibilità dei CCNL Con l’accordo si stabiliscono re- gole che determinano le moda- lità con cui rendere esigibili, per entrambe le parti contraenti, il CCNL. Trattasi, per la prima volta nella storia delle relazioni sinda- cali nel nostro Paese, di una pro- cedura formalizzata e condivisa da entrambe le parti. 1. Saranno ammesse al tavolo della trattativa le Organizzazioni Sindacali “pesate” con le regole sopra descritte, che superino la soglia del 5%. 2. Le modalità di presentazione delle piattaforme contrattuali è lasciata alla determinazione delle singole categorie, con l’auspicio da entrambe le parti affinché si determinino richieste unitarie. 3. Un CCNL è esigibile ed efficace qualora si verifichino entrambi le seguenti due condizioni: • sia sottoscritto da almeno il 50%+1 delle organizzazioni sin- dacali deputate a trattare; • sia validato, tramite consultazio- ne certificata, dalla maggioranza semplice dei lavoratori e delle la- voratrici, con modalità operative definite dalle categorie La sottoscrizione formale del CCNL che abbia seguito tale pro- cedura diviene atto vincolante per entrambe le parti. 4. I CCNL definiranno clausole e/o procedure di raffreddamento finalizzate a garantirne l’esigibi- lità e le relative inadempienze. $ “U n accordo storico, che mette fine ad una lunga stagione di divisioni”: così la lea- der della CGIL, Susanna Camusso, definisce l’intesa su rappresen- tanza e democrazia raggiunta nei giorni scorsi con i leader di CISL e UIL e Confindustria. L’accordo in materia di democrazia e rap- presentanza è un punto di svolta importante nella regolazione dei rapporti tra la parti e completa il quadro di regole previsto dall’ac- cordo del 28 giugno 2011. Infatti, oltre a definire le modalità con cui misurare la rappresentanza delle organizzazioni sindacali, determi- na le regole con cui validare e ren- dere esigibili i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). Misurazione della rappresen- tanza 1. Ai fini della determinazione del peso di ogni organizzazione sin- dacale, che determina la possibi- lità di sedere ai tavoli dei rinnovi contrattuali, valgono: • le deleghe sindacali (trattenuta operata dal datore di lavoro su esplicito mandato del lavoratore) comunicate dal datore di lavoro all’INPS e certificate dall’Istituto medesimo; • i voti raccolti da ogni singola organizzazione sindacale nell’e- lezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) in carica (validità 36 mesi) 2. Il numero degli iscritti e il voto per le RSU peseranno ognuna per il 50% (così come anche previsto nel decreto legislativo 165/01 per il pubblico impiego) 3. Questi due dati, iscritti e voto, ver- rannocomunicatiadunenteesterno certificatore (es: CNEL) che proce- derà, per ogni CCNL, a determina- re il calcolo della rappresentanza va dei settori produttivi, inferiori sia al nord-ovest, sia al resto d’I- talia. Preoccupante, poi, l’occupa- zione, in costante diminuzione, con ritmi superiori al nord-ovest (-1,2% contro lo 0,4%). La disoc- cupazione che oggi è vicina all’8% e quella giovanile intorno al 23%, ci dice che anche a livello regio- nale occorrono misure urgenti per il lavoro. Il nuovo Governo re- gionale - con tutte le incognite di una risicata maggioranza, uscita dalle recenti elezioni e l’inchiesta della magistratura sugli appalti per la ristrutturazione dell’ospe- dale - dovrà avere la volontà e la capacità di confrontarsi con le parti sociali per definire misure urgenti ed efficaci a sostenere gli investimenti e la creazione di la- voro. Occorre ripensare le attuali misure d’intervento pubblico e gli incentivi alle imprese che, pur essendo stati cospicui, non sono stati efficaci sull’occupazione e neppure sulla tenuta del tessuto produttivo. Un confronto vero e non di facciata, una vera e dura- tura concertazione che metta al primo posto lo sviluppo economi- co della nostra regione, lavoro e welfare, abbandonando logiche di parte e scelte politiche fallimenta- ri quali ad esempio le grandi ope- re, sono l’elemento essenziale da cui iniziare per far fronte ad una realtà che si sta dimostrando ogni giorno sempre più drammatica. $ te e ingiuste. L’emorragia di posti di lavoro, la chiusura di aziende, le ore di cassa integrazione che superano ormai i quattro miliar- di, la conseguente perdita di red- dito delle famiglie, è il risultato ottenuto. Un’Italia sempre più po- vera. Per questo la CGIL dice da tempo che non si può più aspet- tare, che le politiche dei Governi, nazionali o locali, devono adot- tare misure per la creazione di lavoro. In questo senso vanno le proposte contenute nel “Piano del Lavoro” della CGIL. La Valle d’Aosta, purtroppo, non è affatto esente dalla crisi. Tutti gli studi e le analisi economiche, ultimo il rapporto trimestrale del- la Banca d’Italia dei giorni scor- si, ci dicono che in Valle la crisi ha connotati peggiori rispetto al Nord Ovest. Arriva in ritardo e con aspetti più preoccupanti. Con la disoccupazione in costante au- mento, con riduzioni gravi in in- teri settori produttivi, in primis quello edilizio (-12%) e dei servi- zi, la contrazione del credito per famiglie e imprese, la diminuzio- ne dei consumi e interi settori economici con prospettive negati- ve per il futuro. Unica eccezione positiva, il turismo. Insomma una Valle d’Aosta a tinte fosche in cui emerge la scarsa attività innovati- commenti e opinioni Editoriale g segue da pag 1 Cgil, Cisl, Uil: dare risposte rapide al lavoro pubblico Urgente sbloccare i contratti e trovare soluzione per il superamento definitivo del precariato Camusso: “un accordo storico, che mette fine ad una lunga stagione di divisioni” Lavoro: accordo storico sulla rappresentanza L e segreterie di CGIL, CISL e UIL nell’incontro svolto con il ministro della Funzione Pubbli- ca hanno ribadito l’inderogabile necessità di discontinuità delle politiche governative nelle ca- tegorie del lavoro pubblico. In questo quadro hanno confermato la assoluta contrarietà al prov- vedimento che proroga il blocco al 2014. Quattro anni di blocco della contrattazione, per i sin- dacati, “hanno determinato una pesante perdita del potere di ac- quisti delle retribuzioni e la totale negazione delle regole sindacali e della contrattazione di secon- do livello”. Per le Confederazioni “è necessario far ripartire la sta- gione contrattuale dando anche risposte economiche al lavoro pubblico. Per rendere concreta questa politica è necessario mo- dificare quelle misure legislative che hanno negato la contrattazio- ne e reso sostanzialmente nullo il sistema di relazioni sindaca- li. Parimenti urgente è, dopo la positiva proroga dei contratti a tempo determinato in essere, la- vorare per una soluzione urgente anche di carattere legislativo che produca il superamento definitivo del precariato”. Le organizzazio- ni sindacali hanno manifestato la necessità di affrontare con urgen- za le tematiche relative al lavoro pubblico derivanti dai processi aperti di riforma istituzionale e dalle situazioni finanziarie di al- cune amministrazioni pubbliche ad iniziare dagli enti locali. Infine le organizzazioni sindacali riten- gono necessario che questi conte- nuti ed i necessari provvedimenti legislativi siano previsti ed attuati così come concordati in un Pro- tocollo che impegni tutti i datori di lavoro pubblici dando continu- ità a quanto definito nel maggio 2012 con il Protocollo sul lavoro pubblico. $
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