Spazio al Lavoro n. 5 del 2013

| 10 spazi o lavoro a l e non attiene certamente alla sola modifica dello stato giuridico ed economico del personale. Il con- fronto avviato nella scorsa legisla- tura, nel quale abbiamo espresso la nostra posizione contraria alla regionalizzazione del contratto, doveva mettere al centro la quali- tà del sistema e le risorse ad esso destinate ma non ha portato ad alcuna proposta concreta. Concordiamo ovviamente con le altre sigle sindacali sull’obiettivo dichiarato di “un progetto strate- gico e di ampio respiro per l’inte- ro settore dell’istruzione” ma fati- chiamo a capire cosa c‘entri tutto questo con il contratto regionale degli insegnanti. Il CCNL infatti definisce diritti e doveri dei lavo- ratori della scuola e non criteri per la formazione delle classi o la definizione degli organici. Una buona riforma della scuola, anche solo valdostana, non obbliga a ri- scrivere le norme contrattuali. Al massimo può prevedere qualche integrazione che è sempre e già da ora possibile (si pensi all’aumento dell’orario nella scuola dell’in- fanzia e primaria, alle indennità aggiuntive legate alle maggiori competenze o prestazioni, o an- che solo al fatto che in Valle d’A- osta non sono stati soppressi i moduli della scuola elementare, tanto per citarne alcune di peso). Sull’eventualità di un contratto regionale è vero che ci sono posi- zioni differenti e che, almeno allo stato attuale, non ci sono proposte concrete ne vantaggi tangibili per i docenti (cosa che ovviamente un sindacato chiede per cambiare le regole del rapporto di lavoro) ma, altrettanto sicuramente il proget- to di una buona scuola pubblica in Valle d’Aosta può tranquilla- mente prescindere dal contratto regionale dei docenti. Nel qua- dro generale inoltre deve, nostro parere, essere affrontata la que- stione dell’esistenza e del man- tenimento di scuole paritarie nel settore secondario, che se un tempo avevano ragione di esi- stere sotto forma di Fondazioni, oggi sono in realtà interamente gestite e finanziate dalla Regione e dovrebbero per questo divenire pubbliche ed entrare nel sistema scolastico pubblico regionale. I finanziamenti ad esse destinate sono ingenti e le strutture di cui godono comportano una situazio- ne di disparità con le altre scuole che, specie nel settore tecnico e professionale, si trovano pena- lizzate (a titolo di esempio l’ esi- stenza di convitti, di educatori nel sostegno allo studio, di una men- sa interna) nel momento in cui i ragazzi e le famiglie si trovano a fare la scelta dell’iscrizione. Un ultima considerazione è relativa a quanto dichiarato sulle pagine dei giornali in merito all’accordo sulle prerogative sindacali siglato a livello regionale: esso non è per noi un grande risultato o un se- gno di vitalità della contrattazione del settore pubblico. La scelta di sottoscriverlo è semplicemente la fine di un percorso che da 2 anni a questa parte ha visto le Orga- nizzazioni Sindacali della scuola messe di fronte al taglio del 60% dei distacchi retribuiti e, la pos- sibilità di porre fine indicendo le elezioni dei rappresentanti dei do- centi nelle istituzioni scolastiche, la ripresa del rispetto delle regole in termini di democrazia nei luo- ghi di lavoro. Con la scelta di sottoscrivere l’ac- cordo garantiamo infatti il funzio- namento della struttura e il rinno- vo dei rappresentanti in carica dal lontano 2006 ( che da RSU si chia- meranno RSI) proseguendo così nella strada della contrattazione interna che dal 2000 ha consenti- to di utilizzare le risorse al meglio e di normare aspetti importanti nell’organizzazione del lavoro. Tuttavia non si puo’ certo soste- nere, come fa il Sig. dell’Aquila ( tra l’altro componente dell’ARRS e della delegazione trattante, che ben conosce l’intera vicenda) che tale accordo in merito ai distacchi sindacali sia il frutto della contrat- tazione o che riconosca le diffe- renze nella rappresentatività. In Valle d’Aosta infatti è stato deciso con una direttiva dell’ex Presiden- te della Regione, il numero dei di- stacchi sindacali del settore scuola che, a prescindere dal reale livello di rappresentatività ( media tra il numero di iscritti e di voti nelle scuole che ad oggi ci vede come il primo sindacato scuola della Re- gione, in crescita costante negli ultimi 10 anni) mette tutti sullo stesso piano. Infine in merito alla scuola, alla formazione professionale e all’i- struzione degli adulti, allo svilup- po dell’Università e alle prospetti- ve, ci sarebbero pagine e pagine da scrivere e il dibattito è ampio e aperto, ma deve avvenire nel ri- spetto dei ruoli e delle competen- ze di ciascuno, in primo luogo de- gli insegnanti, se si tratta del loro contratto di lavoro, dei bambini e dei ragazzi se si parla del loro di- ritto allo studio e del loro futuro. $ K atya F oletto A seguito di dichiarazioni a mezzo stampa di alcune orga- nizzazioni sindacali e della lettera del signor Romano dell’Aquila, si torna a legislatura nemmeno ini- ziata, a parlare di contratto regio- nale degli insegnanti come una necessità impellente, sollecitando il dibattito e presupponendo che esso sia la soluzione per miglio- rare la qualità dell’intero sistema scolastico valdostano. In realtà confessiamo di non capire il nes- so in quanto la Regione Valle d’A- osta ha numerose competenze in materia scolastica e non solo per quanto riguarda gli adattamenti previsti dallo Statuto speciale in materia di bilinguismo, definisce infatti a livello regionale gli orga- nici del personale docente, stabili- sce criteri per l’apertura e chiusu- ra delle scuole e per la formazione delle classi, volendo approva leg- gi regionali in materia di riforme, come recentemente per la riforma Moratti (non applicata in Valle) e, con provvedimenti amministrativi, parzialmente per la riforma Gel- mini. La regione proprio rispetto a quest’ultima ha stabilito criteri diversi e più favorevoli per l’istitu- zione delle classi e avrebbe potuto fissare criteri ancora più “laschi”, come ha fatto per l’apertura delle sezioni di scuola dell’infanzia. Alla luce dei fatti avvenuti negli ultimi anni possiamo dire che la scuola valdostana è interessata da problemi che nulla hanno a che fare con il contratto di lavoro dei docenti: la diminuzione delle ri- sorse economiche è peraltro sotto gli occhi di tutti tanto che mentre sentiamo parlare di contratto re- gionale degli insegnanti leggiamo lettere di genitori infuriati perché i comuni non garantiscono gli scuolabus, aumentano i costi dei buoni pasto e la dispersione scola- stica è a livelli record. La riflessio- ne su cosa è necessario fare per un progetto vero per la scuola in Valle d’Aosta è ampia e complessa flc-cgil scuola spazi o lav r a l Prospettive per la scuola in Valle d’Aosta Si torna a parlare di regionalizzazione del contratto degli insegnanti. La posizione della Flc-Cgil VdA SCUOLE PARITARIE Prosegue l’azione sindacale all’interno delle scuole paritarie che vede attraverso la con- trattazione interna un ‘importante momento di democrazia e di corrette relazioni, nell’ot- tica della VALORIZZAZIONE della professio- nalità e di un utilizzo razionale delle risor- se. Sono stati siglati presso l’IPRA l’accordo relativo alla detassazione degli straordinari, importante per lo svolgimento delle attività retribuite con il salario accessorio, legato alla produttività e all’aumento dell’offerta formativa. All’Institut Agricole è stato invece siglato il contratto integrativo di istituto che, dopo un anno di trattativa, vede la possibili- tà di utilizzare le risorse a disposizione nella valorizzazione delle professionalità e dell’at- tività didattica.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=