Spazio al Lavoro n. 4 del 2013

| 4 spazi o lavoro a l ficoltà di guardare i problemi rea- li, di superare lo scollamento tra ciò che il sindacato fa e propone e la condizione delle persone non può che spingerci a trovare nuove soluzioni. È necessario trovare una nuova forma di confronto con le parti istituzionali e il mondo delle im- prese, per cui ci sia la definizione di punti di interesse in comune e, nel rispetto reciproco dei ruoli, si individuino i meccanismi più idonei. A dare risposte concrete ad un tessuto sociale sfilacciato non può che contribuire una piat- taforma in cui le rivendicazioni sindacali guardino ad un mondo del lavoro in modo non corpora- tivo, in cui i diritti costituzionali siano garantiti in modo chiaro e volte a trovare davvero soluzioni alla crisi economica che colpisce in nostro Paese. E il Sindacato, nella sua unita- rietà, esprime il suo profondo dissenso per le misure sbagliate e inique adottate dagli ultimi Go- verni nazionali, che ancora una volta hanno colpito e colpiscono quasi esclusivamente il mondo del lavoro, i giovani e i pensionati. Tutto ciò accade in un momento tormentato della nostra democra- zia, con i partiti in forte crisi di identità e credibilità e un’eredità pesantissima lasciata dal Governo Berlusconi prima, e da 15 mesi di Governo Monti che, attraverso la strategia della paura, della sin- drome greca, del fallimento, ha potuto varare provvedimenti che versato, già oggi, oltre 40 anni di contributi previdenziali. Una ri- forma che, vale la pena ricordare, ha creato il problema dei 400mila esodati. Tutte le ultime manovre impo- ste dal Governo Berlusconi e dal Governo dei tecnici guidato da Monti, non sono state manovre di equità e di crescita, ma hanno im- posto politiche di austerità che nei fatti hanno messo in ginocchio il Paese e hanno colpito in maniera sproporzionata e iniqua i redditi da lavoro, con il blocco della riva- lutazione delle pensioni alla soglia dei 1400 euro. Per creare occupazione e svilup- po è necessario sbloccare le ri- sorse per gli investimenti, facen- do ripartire l’economia del Paese attraverso l’immediata partenza di cantieri sul territorio come ad esempio per le piccole infrastrut- ture, per l’edilizia scolastica, per un serio rilancio produttivo e occupazionale del paese. Non è certo con l’abbassamento della percentuale IRAP, contentino a Confindustria, che si rilancerà l’e- conomia del nostro Paese. Per chiedere sacrifici così pesanti per la vita di tutti i cittadini e del paese ci vuole la volontà del Go- verno di proporre un nuovo mo- dello di sviluppo, dove al centro ci sia il lavoro, come la vera emer- genza che deve avere la priorità per il Paese. Anche la Valle d’Aosta soffre e subisce pesantemente la crisi in atto. Nel quadriennio 2008-2012 si è avuta una diminuzione del tasso di occupazione dell’1,4% men- tre i dati della partecipazione al mercato del lavoro registrano un +2,7%. Queste due tendenze, uni- tamente al rallentamento dell’e- conomia, hanno quindi determi- nato, a fine 2012, un sensibile incremento della disoccupazione rispetto al biennio precedente. Oggi la disoccupazione in Valle d’Aosta tocca quasi l’8% generale e supera la soglia del 25% reale, tra i giovani. In questa giornata, forti anche di D omenico F alcomatà I l mondo del lavoro deve rap- portarsi quotidianamente con la profonda crisi economico-finan- ziaria in cui è sprofondato il Pa- ese, a cui si aggiunge l’immenso storico debito pubblico di 2020 miliardi di euro. Questo primo maggio si svolge in un momento particolare, un momento in cui ci lasciamo alle spalle 2 mesi nei quali la mancata formazione di un Governo ha lasciato il paese in un limbo, una sorta di spazio sospeso dove la morsa della crisi econo- mica non ha smesso di premere e le risposte su crescita e sviluppo sono diventate una emergenza. Il nuovo governo, che ha alcuni elementi di novità, dal rinnova- mento generazionale, all’ingresso di figure rappresentative di sensi- bilità differenti, nasce in quadro politico, fragile, sostenuto da for- ze che sono profondamente diver- se tra loro per storia e programmi elettorali, nell’evidente difficoltà di attuare le riforme strutturali che segnino un profondo segno di discontinuità con quanto fatto dai governi precedenti. Il sindacato, che in questi ultimi anni ha vissuto momenti di dram- matica divisione, oggi non è al ser- vizio del governissimo, ma tenta attraverso un percorso di dialogo di ritrovare dei punti di confronto fondamentali e la definizione di un accordo sulla rappresentanza sarà un momento fondamentale in cui trovare regole certe. La dif- hanno colpito pesantemente i ceti più deboli della nostra società. Le politiche dei Governi di questi anni ci hanno consegnato un Pae- se allo sfascio. Il Paese ha quindi bisogno di politiche che segnino una forte discontinuità. I diritti acquisiti in una vita di la- voro sono stati spazzati via da una riforma pensionistica del Governo Monti che ha modificato la legisla- zione precedente con la quale si era trovato un equilibrio nei conti degli istituti previdenziali, vanifi- ca tutti i sacrifici già accettati dai lavoratori e dai sindacati previsti dalle leggi 122/2010 e 138/2011. La riforma delle pensioni deve es- sere fatta per recuperare risorse attraverso l’unitarietà dei contri- buti previdenziali e dei sistemi pensionistici e non può essere usata per fare cassa penalizzando i lavoratori sottoposti ad attivi- tà usuranti e neppure cancellare le legittime aspettative di chi ha confederazione Sintesi dell’intervento del segretario generale della CGIL valle d’aosta – Domenico Falcomatà – a Verrès Primo maggio: priorità al Lavoro

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