Spazio al Lavoro n. 4 del 2013
| 2 spazi o lavoro a l “Il problema non è questo. Ciò che è importante è che non si diano sgravi a pioggia. Perché alla fine, come è successo per la nascita delle imprese, i rapporti di lavoro resterebbero in piedi fino a quan- do ci saranno gli sconti fiscali. Dunque servirebbe un meccani- smo premiale: lo sconto fiscale va a chi stabilizza nel tempo il rap- porto di lavoro”. Basta questo per creare occupa- zione o forse servirebbero anche gli investimenti da parte delle imprese? “È da tempo che lo sosteniamo. In un paese come il nostro bisogna capire che il nuovo lavoro va crea- to. Tralasciando il tema dei nuovi investimenti, ritengo innanzitutto che si debbano mettere in moto gli investimenti già a bilancio e quel- li autorizzati dal Cipe di cui si è persa traccia. E ancora va attuata la ristrutturazione dei fondi strut- turali europei avviata dal ministro Fabrizio Barca. Dentro questa po- litica una parte degli investimenti andrebbe vincolata alla creazione di lavoro giovanile”. È quasi la prima volta che il sindacato italiano mette al centro la questione della disoc- cupazione giovanile. È un’auto- critica? “Non credo si possa dire una cosa del genere. Forse alcune scelte sono state nel passato poco visibi- li. Di certo di fronte alle disegua- glianze create dalla crisi bisogna mettere in campo politiche per ridurre le disparità”. Basta una manutenzione della legge Fornero, come dice il go- verno, o la CGIL chiede una ra- dicale modifica? “Ogni giorno che passa dimostra quanto fosse sbagliata quella leg- ge. Credo che si debba smettere di proporre regole per costruire ec- cezioni e, invece, si dovrebbe pun- tare sul ruolo della contrattazione tra le parti sociali. Per esempio tra le urgenze non c’è quella di ridurre i vincoli ai contratti a ter- mine bensì quello di disegnare un sistema di ammortizzatori sociali universali”. Come lei sa bene, non ci sono i soldi. “Non c’è dubbio. Però seguendo questa logica continuiamo a fi- nanziare la cassa integrazione in deroga. Forse sarebbe stato me- glio avere un istituto uguale per tutti”. $ I n una intervista sul quotidiano ‘la Repubblica’ il Segretario Ge- nerale della CGIL parla di occu- pazione, in particolare quella dei giovani: “Stop alla formazione non pagata e largo a nuovi am- mortizzatori”. Basta con l’idea che si possa far lavorare le per- sone gratis. I contratti formativi devono avere come obiettivo la stabilizzazione del rapporto di lavoro”. Susanna Camusso, segre- tario generale della CGIL guarda con interesse e anche cautela al prossimo piano del governo per il lavoro dei giovani. “Nessuno dei nostri padri si è trovato di fronte a una crisi come questa con cinque anni consecutivi di recessione”. Camusso, cosa pensa delle pri- me linee del piano del governo per l’occupazione giovanile? “Che per ora siamo di fronte a indicazioni. Vedremo nel merito. Certo c’è la youth garantee euro- pea. È forse l’unico atto sociale della Commissione di Bruxelles in questa stagione. Non è una rivolu- zione, sia chiaro, né sono clamo- rose le risorse. Ma è importante che ci sia, soprattutto per un pae- se come il nostro. Perché consente di mettere in campo idee per i gio- vani e fare un po’ d’ordine”. Cosa intende dire? “Che va chiusa la stagione in cui si riteneva che i giovani potessero lavorare gratis. Questa può esse- re l’occasione per far diventare gli stage o i tirocini dei veri rapporti di lavoro formativi. E può essere l’oc- casione pure per ritornare a parla- re di politiche attive per il lavoro, dopo che è scaduta la delega al go- verno per il riordino delle agenzie per il lavoro. Infine si deve ricomin- ciare a ragionare intorno alle politi- che fiscali finalizzate al lavoro”. Durante la campagna elettorale il Pdl ha proposto l’azzeramento delle tasse per i nuovi assunti. Lei sarebbe d’accordo? “Per il Pdl c’è sempre il “meno tasse” di qualunque cosa si parli. Quindi non vale. Credo che si deb- ba introdurre una fiscalità di van- taggio per chi assume. E credo che si debba operare sul fisco più che sui contributi sociali per gli effet- ti negativi, in termini di costi per la collettività, che potrebbe avere una riduzione dei contributi ai fini previdenziali”. Per quanti anni dall’assunzio- ne non si dovrebbero pagare le tasse? questo tipo e come si superano le ferite che essa ha provocato. Ci si deve domandare allo stesso tem- po come si trova una soluzione più avanzata che provi a superare le situazioni che ci siamo lasciati alle spalle, ricordandosi che oggi, è necessario più che mai darsi un sistema di regole e di prospettive per il futuro. La scelta di fare un accordo sulla rappresentanza, tra le tre Confederazioni e poi con le controparti, sul sistema delle re- gole, definire con chiarezza chi siamo e di chi rappresentiamo, è un tema che riguarda anche la de- mocrazia di un paese che oggi ha un grave problema. Quello di non avere più regole condivise che de- terminano i comportamenti di tut- ti. Ripartire, quindi, dalle regole e dalla democrazia; ripartire dal ruolo di rappresentanza delle or- ganizzazioni sociali non perché lo dichiarano per sé stesse, ma per- ché hanno ricostruito quel tessuto di unità del mondo del lavoro di cui il Paese ha uno straordinario bisogno. $ tanza sui luoghi di lavoro, con il quale confrontarsi con le parti datoriali, a partire da Confindu- stria. Qualcuno potrebbe pensare che le ragioni della crisi, abbiano portato alla necessità di unità del sindacato. Lavoratori, pensionati, giovani ci dicono che un sindacato unito è un sindacato più forte che ha anche più fiducia da parte dei lavoratori. Ci si sarebbe potuti li- mitare ad una scelta sulle priorità del momento, ma in quella manie- ra non si sarebbe intervenuto sui rapporti tra le tre organizzazioni. E’ stata fatta una scelta diversa. E cioè quella che dei grandi sin- dacati non possono nascondersi le difficoltà esistenti. Con le rot- ture, le divisioni, le contrapposi- zioni e le conseguenze che tutto ciò ha provocato, CGIL, CISL, UIL hanno la responsabilità di non fermarsi a guardare quel che è successo prima, ma di chiedersi come si va oltre una stagione di commenti e opinioni Editoriale g segue da pag 1 Bene la proroga dei contratti precari Governo: per la CGIL luci e ombre sulle prime misure Intervista al Segretario generale CGIL Agevolazioni a chi assume, ma servono più investimenti “L uci e ombre quelle che emer- gono dal decreto del consi- glio dei ministri”. È il commento in una nota della Cgil sul decreto ap- provato oggi dal Cdm. Per il sinda- cato “positiva è senza alcun dubbio la proroga dei contratti per i pre- cari della Pubblica amministrazio- ne al 31 dicembre: una richiesta avanzata con forza nei giorni scorsi dalla Cgil e che vede un primo rico- noscimento nelle decisioni odierne del governo, a cui nelle prossime settimane dovrà far seguito l’a- pertura di un confronto per la loro progressiva stabilizzazione”. Il Governo, inoltre, prosegue la nota di corso d’Italia, “accoglie anche le richieste della Cgil in merito al ri- finanziamento dei fondi destinati a incentivare i contratti di solidarie- tà. È un fatto positivo che consen- tirà di usare questo strumento per la soluzione di molte crisi azienda- li”. Quanto agli ammortizzatori in deroga, “il rifinanziamento non ha avuto piena copertura. Tuttavia le cifre stanziate rappresentano un primo passo che, in questi mesi, potranno dare prime certezze ai lavoratori sul loro destino”. Inol- tre, continua la Cgil, “è evidente che, per dare a quei lavoratori e alle loro famiglie le indispen- sabili sicurezze, il quadro degli stanziamenti dovrà essere com- pletato nelle prossime settimane”. Nella Cgil però “seria perplessità suscita la logica con cui sono stati individuati i capitoli di spesa da cui trarre parte delle coperture per gli ammortizzatori. Si continua, infat- ti, a restare in una logica di pura sottrazione di risorse per il lavo- ro. Una scelta non condivisibile e non produttiva”. Infine sull’Imu, “se è apprezzabile il rinvio del pa- gamento dell’imposta sulla prima casa, pur con il rischio di creare in autunno un nuovo ingorgo di tas- sazione che penalizzerebbe nuova- mente i redditi da lavoro e i pen- sionati, il governo ha operato una scelta di puro rinvio sul destino e l’assetto complessivo dell’impo- sta. Nota è la posizione della Cgil che prevede l’esenzione per i soli possessori della prima casa e una maggiore progressività sui restanti immobili. Anche su questo tema - conclude la Cgil - andrà aperto con il governo un serrato confronto”. $
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