Spazio al Lavoro n. 2 del 2013
| 5 spazi o lavoro a l Per i rapporti terminati nel 2012 si applicano i vecchi requisiti Tutti i collaboratori a progetto il cui rapporto di lavoro sia terminato en- tro il 31 dicembre 2012 hanno dirit- to all’indennità secondo i requisiti e la misura del trattamento in base alla normativa previgente e quindi per questi lavoratori in particola- re il requisito dei due mesi senza contratto di lavoro si realizza alla scadenza del contratto con presen- tazione della domanda nei trenta giorni successivi. Ricordiamo che i requisiti previsti per il 2012 erano: • avere svolto la propria attivi- tà esclusivamente per un unico committente (la monocommit- tenza si riferisce all’ultimo rap- porto di lavoro per il quale si è verificato l’evento di fine lavoro); • avere guadagnato nell’anno pre- cedente fra i 5.000 e i 20.000 € ; • avere almeno 3 mesi di versa- menti contributivi nella Gestione separata Inps nell’anno prece- dente e almeno 1 mese nell’anno in corso; • non avere un contratto di lavoro da almeno due mesi; A titolo di esempio chi ha cessato il proprio contratto il 31 dicembre 2012 deve risultare disoccupa- to nei mesi di gennaio e febbraio 2013 e può fare domanda a par- tire dal 1° marzo 2013 se è in possesso anche degli ulteriori re- quisiti previsti dalla precedente di- sciplina. Invitiamo tutti i lavorato- ri interessati a recarsi presso una delle sedi territoriali del Patronato INCA CGIL per avere tutte le infor- mazioni necessarie. $ Esempi Un collaboratore che ha 5 mesi di contributi nell’anno prece- dente avrà diritto al 7% del mi- nimale (es. nel 2012 14.930,00 € ) = 1045,10 € per i mesi coperti, in quanto sono inferiori rispet- to ai mesi scoperti da contribu- zione, quindi = 1045,10 € X 5 = 5225,50 € . Un collaboratore che ha 8 mesi di contributi nell’anno preceden- te avrà diritto al 7% del minima- le (es. nel 2012 14.930,00 € ) = 1045,10 € per i mesi scoperti, in quanto sono inferiori rispetto ai mesi coperti da contribuzione, quindi = 1045,10 X 4 = 4180,40 € . Restiamo in attesa di eventua- li ulteriori chiarimenti dell’Inps, che dovrà anche predisporre la nuova modulistica. • Avere un contributo mensile nell’anno di richiesta; • Avere almeno due mesi di di- soccupazione (d.lgs 181/00 art. 1 comma 2 lettera c) nell’anno precedente quello della richie- sta; • Avere almeno 4 mensilità (3 fino al 2015) di contribuzione nell’anno precedente quello del- la richiesta. Importo L’indennità è pari al 5% (7% fino al 2015) del minimale annuo molti- plicato per il numero inferiore tra le mensilità accreditate e quelle non coperte nell’anno preceden- te. È pagata in un’unica soluzione nel caso l’importo sia inferiore a 1.000 euro, in più rate mensili se l’importo è superiore. K atya F oletto A partire dal 1° gennaio 2013 cambiano i requisiti di ac- cesso e le modalità di calcolo dell’indennità una tantum per i collaboratori a progetto così come previsto dalla legge n. 92/2012 (“riforma Fornero”). Con il man- tenimento almeno fino al 2015 di questa indennità non solo viene meno l’intento del governo di ga- rantire una tutela universalistica per tutti i lavoratori che perdono il lavoro, ma viene confermata una misura di sostegno al reddi- to che rispetto al passato rimane ancora eccessivamente restrittiva in termini di requisiti di accesso alla prestazione, ed esclude come prima tutta la vasta platea dei col- laboratori che operano nelle pub- bliche amministrazioni oltre alle varie figure lavorative iscritte alla Gestione separata Inps. Vediamo in dettaglio i nuovi requi- siti richiesti, l’importo dell’inden- nità e qualche esempio pratico. Requisiti: • Avere operato in regime di mo- nocommittenza nell’anno pre- cedente; • Avere un reddito fiscalmente imponibile dell’anno preceden- te inferiore a 20.000 € (da riva- lutare); confederazione INFORMA PRECARI: novità per i collaboratori a progetto Indennità una tantum per i collaboratori: come è cambiata dal 1° gennaio 2013 CGIL: adottare la ‘Garanzia Giovani’ Garantire agli under 29 una buona offerta di lavoro, un corso di perfezionamento, un contratto di apprendistato o un tirocinio di qualità. U na proposta, lanciata dalla CGIL nel corso dell’iniziativa ‘Garantiamo Noi! Un Paese all’al- tezza delle nostre capacità. La Youth Guarantee anche in Italia’, che ricalca quanto annunciato lo scorso 5 dicembre dalla Commis- sione Europea, vagliato poi dal Parlamento di Strasburgo, con l’adozione del ‘Pacchetto Giovani’. Contro quella che definisce essere l’ “Ereditalia”, ovvero “un paese ingessato, nel quale le fortune ere- ditate dalla famiglia di origine, sia- no esse beni, relazioni, professione o impresa, rendono ogni giovane socialmente predestinato”, la CGIL sostiene infatti che la ‘Garanzia Giovani’ possa offrire “una prezio- sa opportunità di innovazione, in linea con gli standard avanzati dal- la Commissione Europea”. Le misure del sindacato di corso d’Italia prevedono che: “Ogni gio- vane che abbia terminato gli stu- di, o perso il lavoro, sia preso in carico dai servizi all’impiego che con lui formulano un percorso di orientamento e inserimento lavo- rativo oppure un progetto mirato di autoimpiego; i servizi all’impie- go si impegnino a fornire una con- creta proposta di lavoro (a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato) oppure una espe- rienza qualificante di formazione/ tirocinio entro un margine di 4 mesi dall’inizio del periodo di di- soccupazione o dal termine degli studi; l’interessato stipuli con i ser- vizi all’impiego un vero e proprio contratto di ricerca di occupazio- ne, che certifica lo stato di disoc- cupazione e ne stabilisce diritti e doveri”. Il tutto andrebbe sovven- zionato attraverso la creazione di uno specifico ‘Fondo nazionale per l’attuazione della Garanzia Giovani’, che sia moltiplicatore di risorse collegato all’utilizzo dei fondi strutturali. Le misure nel suo complesso dovrebbero, per la CGIL, essere adottate con una legge qua- dro dello Stato; la proposta prevede l’adozione di una serie di azioni di sistema. Si parte dal potenziare i servizi all’impiego. In Italia, infat- ti, “a causa della miopia di scelte operate da tempo”, la rete dei ser- vizi all’impiego è piuttosto fragile e scarsamente efficace: solo il 2,7% dei giovani trova lavoro attraverso i centri per l’impiego. Il 38,1 % tro- va lavoro grazie ad amici, parenti e conoscenti.. Fornire poi una of- ferta di formazione professionale efficace e coerente: i corsi di for- mazione devono avere l’obiettivo di rafforzare e diffondere compe- tenze coerenti con i fabbisogni del territorio e con le sue prospettive di sviluppo. Garantire poi una offerta di tirocinio e apprendistato real- mente di qualità. Le occasioni per i giovani di inserimento nel mondo del lavoro “devono essere esperien- ze in grado di arricchire il baga- glio professionale, con standard di qualità certificati e monitorati, in particolare in relazione ai tirocini troppo spesso diventati occasioni di sfruttamento del lavoro giovanile”. Il sindacato chiede poi incentivi alle assunzioni: “Riorganizzare il sistema di agevolazioni - spiega nella proposta -, superando even- tuali disparità e allo stesso tempo utilizzando criteri di selettività. Le agevolazioni devono inoltre essere finalizzate a favorire le assunzioni a tempo indeterminato e/o i processi di stabilizzazione di coloro che sono impiegati con contratti precari”. $
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