Spazio al Lavoro n. 2 del 2013

| 2 spazi o lavoro a l della legalità e della democrazia di cui il conflitto di interessi e il falso in bilancio sono la contraddizione più lampante. Bersani, persona capace e onesta, può assumersi la responsabilità di provarci suppor- tato da un voto importante seppur limitato. Il risultato di Grillo denota, come sapevamo, quanta protesta, quan- ta insoddisfazione, quanta voglia di cambiare e di ribellarsi ad un si- stema generale che non ha saputo affrontare i temi urgenti del Paese, era presente nella pancia e nella testa di tante persone. Ma soprat- tutto, quando le persone stanno male e le condizioni di vita peggio- rano, quando non ne possono più, la fiducia se ne va per sempre, sale populismo ed antipolitica e si alza- no due sentimenti che hanno ac- compagnato la campagna elettora- le: 1. Sono tutti uguali, quindi tutti a casa; 2. Aggrapparsi alle false promesse di chi racconta le frotto- le ma che ti fanno almeno sperare. Il senso di responsabilità rimane in un angolo, timoroso di rivelarsi. Ma il senso di responsabilità, non va confuso con il masochismo, né tantomeno con la vocazione di por- tare al martirio il ruolo democrati- co della sinistra. Per cui, malgrado il complesso risultato non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca e nel nome di tante persone che hanno a cuore il futuro del paese di giovani e di anziani, proviamo ad utilizzare al meglio il risultato ottenuto dal centro-sinistra e un modo nuovo di fare politica, di es- sere rappresentanti della politica. Dare continuità al cambiamento è obbligatorio , vale per tutti, poli- tici e governanti. Se non sarà così, ci sarà sempre di più una novità elettorale che proverà a fare ciò che la politica tradizionale, anche quella pulita, che c’è, non ha volu- to né saputo fare. Lo Spi si è speso in questa campagna elettorale con la passione e la serietà che con- traddistinguono la nostra genera- zione, quella generazione che ha sempre combattuto per la giustizia e la solidarietà e per conquistare un governo democratico che abbia nel suo DNA la libertà, l’uguaglian- za e i diritti di cittadinanza. Lo Spi, ovunque, lo ha fatto con grande ri- spetto verso l’autonomia del sinda- cato, una autonomia che non signi- fica mai disimpegno, anzi significa farsi carico delle condizioni di vita di tantissime persone che il sinda- cato rappresenta. $ C arla C antone A spettavamo le elezioni per ve- dere se si creavano le condi- zioni per una svolta che chiudesse l’esperienza berlusconiana dell’ul- timo ventennio e poter governare il Paese per uscire dalla crisi con meno povertà e più uguaglianza, ma soprattutto lavoro, sviluppo, crescita, perché senza questo tutto è più difficile.Ora il risultato com- plica il futuro e le scelte saranno il frutto della capacità del Parlamen- to di mettere al primo posto il bene del Paese e la giustizia sociale. Il 30% degli italiani ha ridato irre- sponsabilmente e incredibilmente la fiducia ad una coalizione che ha portato il nostro Paese nel baratro, oltre ad essere umiliato e deriso nel mondo perdendo ogni minima credibilità. Il 25% ha scelto un “ri- voluzionario” voto di protesta. Il centro-sinistra, guidato da Bersa- ni, ha ottenuto la maggioranza nei due rami del Parlamento ma men- tre alla Camera il premio di mag- gioranza consente di governare, al Senato non sarà così. Il 31,6% non consente di avere la mag- gioranza e quindi di governare. Il che fare è una domanda di emer- genza, perché non possiamo per- metterci di lasciare il Paese senza Governo, e neppure immaginare di tornare subito al voto. Penso che occorrerà aprire un dialogo franco e costruttivo con il Movimento 5 Stelle per tentare di individuare cosa fare nei pros- simi 100 giorni. Noi rimaniamo dell’idea che le priorità devono rimanere il lavoro, la crescita, l’occupazione la redistribuzione dei redditi, la tutela delle pensio- ni e un sistema socio sanitario in grado di permettere livelli di pre- stazioni che abbiano il segno del diritto e dell’efficienza per tutti, nessuno escluso. Per fare questo il punto rimane la governabilità per cui a Grillo occorre chiedere e con- cordare per procedere alla riforma della legge elettorale, e a tutto ciò che grida vendetta perché lesiva a governare così. Bisogna met- tere risorse vere sul lavoro e far ripartire la produzione in Valle d’Aosta; occorre salvare il tessu- to industriale regionale e attira- re nuovi investimenti produttivi che portino posti di lavoro veri. Bisogna sbloccare i cantieri del- le piccole opere immediatamente eseguibili, trovando le risorse at- traverso l’abbandono di investi- menti sbagliati in grandi opere fa- raoniche e l’impiego di quei fondi per interventi di pubblica utilità. Non c’è più tempo da perdere per raddrizzare una situazione pro- duttiva e occupazionale dramma- tica, che rischia di precipitare con conseguenze sociali altissime per la Valle d’Aosta. $ re persi. Serve un impegno della Giunta perché questi soldi riman- gano in Valle, e serve anche meno rigidità da parte delle strutture re- gionali nelle risposte alle richieste di concessione di ammortizzatori in deroga. Questo nell’immediato. Per il medio periodo, ribadiamo l’assoluta necessità di mettere in atto tutte le azioni necessarie alla costruzione di un piano regionale per l’occupazione in grado di ri- spondere efficacemente alle gravi difficoltà occupazionali e sociali del mondo del lavoro valdostano. Con il perdurare della crisi non è possibile pensare di continuare commenti e opinioni Editoriale g segue da pag 1 Senza produttività nessun futuro Il lavoro e lo sviluppo al centro delle priorità Dare continuità al cambiamento Non si può lasciare il Paese senza un governo D avide A vati I l primo numero di “Spazio al la- voro” ha avuto un’ottima acco- glienza sia tra gli addetti ai lavori, sia tra i tanti iscritti che hanno ricevuto a casa il nuovo giornale. Anche se siamo solo all’inizio di un cammino che tutti speriamo lungo ed efficace, possiamo dire di aver già raggiunto un primo obiet- tivo: quello di aver riportato l’at- tenzione della società valdostana sui temi del lavoro attraverso un giornale che vuole andare al di là del semplice bollettino sindacale, e che vuole affermarsi come una voce autorevole nel panorama dell’informazione valdostana. Su questa strada, anche il nuovo sito internet della Cgil Valle d’Aosta, che sarà a breve on-line, rappre- senterà un ulteriore tassello per riportare i temi del lavoro, del precariato, delle pensioni al cen- tro del dibattito politico, sociale ed economico anche nella nostra regione. Non c’è futuro per una comunità se non si immagina una strategia di creazione di nuovi posti di lavo- ro; e per la Valle d’Aosta, non ci sarà futuro se non si investirà in politiche di sviluppo industriale, legato all’innovazione, all’econo- mia verde e alle nuove tecnologie, con l’obiettivo di creare posti di lavoro ‘veri’, sempre più slega- ti dall’apparato pubblico e delle partecipate, sempre meno condi- zionati dalla stagionalità, e al con- trario sempre più connessi alla produttività, al ‘fare’. E di questo parleremo nel dossier di questo secondo numero di “Spazio al La- voro”, puntando l’attenzione su un tema delicato e centrale come quello degli ammortizzatori socia- li. La nuova impennata del ricorso delle aziende valdostane a stru- menti quali la cassa integrazione in deroga sottolinea la situazione difficilissima del comparto pro- duttivo e industriale valdostano, sempre più incapace di reggere ad una crisi che non accenna a diminuire. Non si può più scher- zare con il fuoco, e non ci si può permettere un ulteriore impove- rimento del tessuto produttivo della nostra regione. Servono in- vestimenti seri, a partire da una rete di infrastrutture moderna ed efficiente, perché la Valle d’Ao- sta non sia tagliata fuori da ogni prospettiva di ripresa industriale. E servono risorse adeguate per sostenere i lavoratori in cassa in- tegrazione, perché ogni licenzia- mento ha ricadute pesanti in ter- mini economici e sociali per tutta la comunità valdostana. $

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