Spazio al Lavoro n. 2 del 2013

| 14 fillea-cgil edili spazi o lavoro a l Aumentano le richieste di disoccupazione Edilizia, situazione sempre più grave e drammatica R oberto B illotti L a situazione in edilizia, anche in Valle d’Aosta giorno dopo giorno sta diventando sempre più drammatica. Parecchie aziende, stanno ricorrendo ad un utilizzo sempre più massiccio di Cassa Integrazione. Nell’ultimo periodo abbiamo ricevuto, come Fillea, molte richieste di “sforare” sulla Cassa Integrazione ben oltre le usuali giornate necessarie per le sospensioni della attività per mal- tempo. Questo nel passato avveni- va soprattutto per alcune aziende, i cui cantieri erano in alta mon- tagna, invece la crisi porta anche aziende edili importanti nel pano- rama valdostano, ad un utilizzo massiccio di tale ammortizzatore sociale. Non possiamo nasconde- re la nostra forte preoccupazione per una situazione che di mese in mese si sta aggravando. Per avere un quadro delle difficol- tà occupazionali del settore edi- le, sottolineiamo come il numero delle disoccupazioni richieste da novembre a gennaio, è in netto aumento, mentre pochi sono i la- voratori che la interrompono per riprendere il lavoro. Ancora più preoccupante è l’au- mento dei licenziamenti degli ap- prendisti edili, proprio quando il tasso di disoccupazione giovanile nella nostra Regione è superiore alla media nazionale. Anche sul versante dei lavorato- ri con oltre 50 anni, quindi con maggior difficoltà a ricollocarsi, la situazione è molto pesante, tale da farci dire senza esagerare che la condizione sociale è veramente allarmante. La Fillea CGIL, collaborando con le altre categorie dell’industria, ha molto insistito affinchè nel rin- novo dell’Accordo Regionale sugli Ammortizzatori Sociali in Deroga fosse data la possibilità di fruire di ulteriori periodi di tutela eco- nomica per quei lavoratori che hanno già esaurito tutti gli am- mortizzatori sociali esistenti, ivi compresa l’indennità di disoccu- pazione (Aspi e Mini Aspi). Concretamente, questi lavorato- ri potranno presentare domanda presso i Centri per l’ Impiego Re- gionali per fruire di un ulteriore periodo di Mobilità in Deroga. Questo sarà possibile se vi saran- no risorse economiche disponibi- li, visto che la parte del leone sarà data dalle richieste di Cassa Inte- grazione in Deroga avanzate dalle aziende prive di qualsiasi ammor- tizzatore sociale. È questo un primo, importante se- gnale che a livello regionale viene dato ai lavoratori che si trovano per il perdurare della crisi in con- dizioni veramente difficili, pertan- to come Fillea non possiamo che esprimere la soddisfazione per quanto ottenuto nel rinnovato Ac- cordo Regionale sugli Ammortiz- zatori in Deroga. $ Diritti e Pari Opportunità L’evoluzione dei diritti negli anni più recenti di K atya F oletto N egli anni piu’ recenti, nonostante l’utilizzo sempre piu’ diffuso delle parole “pari opportunità”,stiamo assistendo in realtà ad un arretramento in termini culturali, nel mondo del lavoro e ad un ritorno alla penalizzazione delle donne. Con l’aggravarsi della crisi economica le donne fanno sempre piu’ fatica a permanere nel tessuto produttivo e spesso, piegate dall’aumento del costo dei servizi socia- li, debbono scegliere tra proseguire l’attività lavorativa o dedicarsi, come 50 anni fa, alla cura dei famiglia. Altro tema che riveste fon- damentale importanza è quello della formazione sia per il reinseri- mento lavorativo che per la riqualificazione Non si riescono inoltre a debellare fenomeni come la violenza e lo stalking. La violenza, le molestie e il mobbing sui luoghi di lavori sono infatti un tema che ha cominciato a trovare luogo nei contratti nazionali e lo scorso 27 no- vembre CGIL CISL e UIL hanno presentato una proposta di intesa che mira alla adozione in Italia dell’Accordo quadro Europeo del 2007 e propone l’implementazione nella contrattazione di secondo livello di strumenti di prevenzione e contrasto ad ogni forma di violenza e di- scriminazione di genere. La contrattazione sociale territoriale infine trova il sindacato impegnato nel confronto con le amministrazioni locali sulle politiche sociali, uno strumento con il quale è possibile promuovere l’incrocio tra sviluppo, welfare e nozione di conciliazione favorendo così l’occupazione femminile. In Valle d’Aosta, la nostra presenza, spesso insieme alle altre organizzazioni sindacali è stata ed è costante. Abbiamo fatto diverse campagne di sensibilizzazione e partecipato attivamente a tutti gli eventi legati alla promozione del- le pari opportunità anche se le scelte politiche effettuate da questo governo regionale non hanno a mio avviso promosso lo sviluppo delle politiche di genere. Nel 2010 con la trasformazione della Consulta regionale femminile in Consulta delle pari opportunità abbiamo assi- stito alla politicizzazione di organismo che aveva da sempre raccolto le istanze dell’associazionismo femminile. Tutte le organizzazioni sin- dacali decisero di non farvi parte in quanto giudicarono un organi- smo composto per 2/3 da rappresentanti di maggioranza e minoranza politica, costretto a logiche ben lontane dalla promozione delle pari opportunità. Oggi i fatti ci hanno dato ragione e lo stesso Presidente del Consiglio regionale, Emily Rini, ha dichiarato che la Consulta va riformata, perché oggi non è in grado di funzionare. Abbiamo purtrop- po inoltre assistito al ritrarsi dell’Amministrazione pubblica dal so- stenere e finanziare campagne importanti come quella della violenza contro le donne o iniziative come il concorso “Donne in opera” che nel 2012 aveva come tema proprio il lavoro. La mancanza di interventi legislativi sulle Pari opportunità e una rappresentanza femminile in Consiglio regionale di sole 4 donne su 35 componenti ci pongono an- cora un passo indietro ad altre regioni. la proposta di legge dell’oppo- sizione (PD e ALPE) che comprendeva l’obbligo per l’elettore di espri- mere una preferenza di genere diverso tra le 3 possibili nelle elezioni regionali (accolta con favore dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni del territorio) non è andato buon fine. Il fatto che vi siano poche donne all’interno del Consiglio comporta necessariamente una mancanza, una “inferiore rappresentanza del genere femminile” che, nel corso della prossima tornata elettorale dovrebbe essere colmata poiché non possiamo pensare che il cambiamento, nell’ottica delle pari opportunità, non passi necessariamente dell’effettiva presenza delle donne negli organismi elettivi e decisionali a tutti i livelli delle Istituzioni. La nostra Organizzazione sindacale da sempre impegnata su questi temi continuerà a promuoverli e oggi, nel Piano del lavo- ro ne ritroviamo le linee principali. Investire nella professionalità e nel lavoro femminile è uno degli elementi senza il quale dalla crisi economica non si esce. Per farlo bisogna modificare i CCNL di lavoro dando ampio respiro alle pari opportunità ed agire a livello territo- riale e aziendale. Per farlo dobbiamo ottenere un cambiamento delle classi dirigenti attraverso la democrazia paritaria (50 e 50) e, anche attraverso questa rubrica continuare nella riflessione sui diritti e le Pari opportunità.

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