Spazio al Lavoro n. 2 del 2013

| 13 Poi, i trentuno lavoratori, su un totale di 76, collocati in cassa in- tegrazione straordinaria per un anno, a partire da dicembre 2012, in quanto non hanno avuto la for- tuna di essere riassunti. Si tratta di lavoratori non più gio- vani, alcuni dei quali con alle loro spalle già altri fallimenti azien- dali, con oggettive difficoltà a ri- collocarsi nel settore industriale della nostra Regione, ancora for- temente toccato da una crisi sen- za fine. Per questi lavoratori abbiamo chiesto all’attuale Giunta Regiona- le la dovuta attenzione, lo chiede- remo anche a quella che scaturirà dalle prossime elezioni regionali. Il motivo alla base della nostra richiesta è semplice: per garan- tire un futuro degno di questo nome all’attuale sede di Verres dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato occorre sia fatto tutto il possibile per implementarne i livelli produttivi, gli attuali sono insufficienti per una sua adeguata solidità. L’ingresso di un nuovo socio o volumi produttivi aggiuntivi sono importanti sia per il suo futuro sia per dare una possibilità di ricol- locazione a quei lavoratori della Verres SpA che hanno perso il po- sto di lavoro, certamente non per loro colpa. $ Autonoma Valle d’Aosta, con una partecipazione di circa il 25% del capitale sociale. Più volte ci siamo chiesti e abbia- mo chiesto se nel Consiglio d’Am- ministrazione qualche campa- nello d’allarme fosse suonato, se chi aveva il compito di vigilare lo abbia effettivamente svolto con la necessaria attenzione. Purtroppo, non abbiamo mai avu- to risposte soddisfacenti e, quindi, abbiamo dedotto che il progres- sivo, poi irreversibile, peggiora- mento della situazione aziendale non era stato percepito in modo adeguato dai soci e, soprattutto, tempestivo per cercare di evitare il peggio. Come sindacati, ci siamo trovati davanti ad una situazione ormai pregiudicata. Aver condiviso dei prepensiona- menti, per una dozzina di lavora- tori, al fine di ridurre il costo del personale ed una sorta di riorga- nizzazione del ciclo produttivo, si sono rilevati del tutto insufficienti e inutili per cercare di salvare la Verres SpA. I primi a farne le spese sono sta- ti quasi un centinaio di lavoratori con contratto a tempo determina- to che nel giro di pochi mesi han- no visto bruscamente finire un rapporto di lavoro che si ripeteva, anno per anno, da tempo. la monetazione per i paesi esteri. I problemi che hanno portato alla fine della Verres SpA sono sostan- zialmente due: dovere negli ultimi anni sottostare a gare pubbliche e non più agli affidamenti diretti da parte del Poligrafico a causa della presenza nel capitale sociale di un socio privato (oltre il Poligrafico e la Regione Autonoma Valle d’Ao- sta tramite Finaosta) ed esiti non positivi nel campo della moneta- zione per terzi. In entrambi i casi le conseguenze non sono state positive: accumu- lo di disavanzi di bilancio tali da comportare quasi il suo azzera- mento e riscontri sempre più ne- gativi nella produzione di monete per altri paesi che ha, ulterior- mente, aggravato il deficit. Questo stato di cose ha provoca- to la situazione che conosciamo: la fine della Verres SpA a più di vent’anni dalla sua nascita. Se le cause sono sufficientemen- te chiare anche le responsabilità lo possono essere, innanzitutto da parte di chi la gestiva in pri- ma persona per conto del socio di maggioranza. Ma ci sono anche altre responsa- bilità perché nel Consiglio d’Am- ministrazione oltre al “convitato di pietra” (il socio estero di mi- noranza praticamente mai pre- sente!) c’era anche la Regione E nrico M onti C ol mese di marzo l’ex Ver- res SpA, ora sede decentrata dell’Istituto Poligrafico e Zecca di Stato, avvierà la sua attività con una trentina di lavoratori tra ope- rai ed impiegati per la produzione dei tradizionali tondelli necessari al conio del l’euro. Ad un anno di distanza dalla mes- sa in liquidazione della Verres Spa si può dire che questo nuovo avvio sia un risultato positivo perché, una volta tanto, uno stabilimento della Bassa Valle non fa una triste fine. Tanto per citarne uno, come la Tecdis di Chatillon di cui siamo ancora in attesa di notizie pro- banti sulla sua annunciata rina- scita industriale. Per tornare all’ ex Verres SpA, quanto sopra detto non può tutta- via esimerci, come Fiom, da alcu- ne considerazioni critiche su una vicenda il cui negativo esito era tutt’altro che scontato. Infatti, non era un’Azienda in cri- si di commesse o con una concor- renza tale da schiacciarla, anzi godeva di una sorta di mercato protetto in quanto il suo principa- le committente, ora attuale pro- prietario, era il Poligrafico di Stato e, nel corso degli anni, aveva ac- quisito commesse importanti nel- fiom-cgil • inca spazi o lavoro a l Lavori faticosi e pesanti EX VERRES SPA, fiom-cgil: UNA SOLUZIONE AL 50% L’azienda di monetazione avvia l’attività con una trentina di lavoratori tra operai ed impiegati adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo e lavoratori notturni per un numero di notti all’anno pari o superiore a 78 possono conseguire la pensione anticipata se maturano entro il 31.12.2013 quota 97,3 con al- meno 35 anni di contributi ver- sati e un’età anagrafica minima di 61 anni e 3 mesi (se dipen- denti) oppure quota 98,3 con 62 anni e 3 mesi (se autonomi); 2. lavoratori notturni con numero di notti da 72 a 77 all’anno de- vono maturare quota 98,3 con età minima di 62 anni e 3 mesi e 35 anni di contributi (se di- pendenti) e quota 99,3 con età minima di 63 anni e 3 mesi (se autonomi); 3. lavoratori notturni con nume- ro di notti da 64 a 71 all’anno devono raggiungere, sempre con almeno 35 anni di con- tributi versati, quota 99,3 con un’età anagrafica minima di 63 anni e 3 mesi (se dipenden- ti) oppure quota 100,3 con età minima di 64 anni e 3 mesi (se autonomi). $ I l Patronato INCA ricorda che la presentazione delle domande di riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti per il lavoratori che matu- rano i requisiti agevolati per l’ac- cesso al trattamento pensionistico nell’anno 2013 doveva avvenire entro il 1 marzo 2013. Si ricorda che la presentazione della doman- da oltre il termine del 1 marzo dell’anno di maturazione dei re- quisiti comporta, in caso di accer- tamento positivo dei requisiti, il differimento della decorrenza del trattamento pensionistico antici- pato pari a: un mese, per un ritar- do della presentazione massimo di un mese; due mesi, per un ritardo della presentazione superiore ad un mese ed inferiore a tre mesi; tre mesi per un ritardo della presenta- zione pari o superiore a tre mesi. Di seguito si riportano i requisiti per ottenere il riconoscimento: 1. lavoratori addetti alla “linea catena”, conducenti di veicoli sazione del rapporto di lavoro e non più l’anno successivo (dal 01 gennaio al 31 marzo). Solo per quest’anno e soltanto fino al 02 aprile 2013 si potranno recupe- rare le giornate di disoccupazio- ne relative all’anno 2012 con la presentazione di una domanda di Miniaspi2012 creata ad hoc e con caratteristiche miste tra la vecchia requisiti ridotti e la nuova Minia- spi che varranno solo fino al 02 aprile 2013. $ disoccupazione, in caso contrario decorrerà dal giorno successivo alla presentazione della domanda (sempre entro il termine massimo di due mesi). La disoccupazione con requisiti ridotti è stata sostituita dalla Mi- niaspi e anch’essa dovrà essere richiesta al momento della ces- quale si perde il diritto alla pre- stazione. Per avere però tutte le giornate di disoccupazione inden- nizzate, è necessario presentare la domanda entro 7 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. In questo caso il tratta- mento di indennità Aspi o Minia- spi decorrerà dall’ottavo giorno di D al 2013 la disoccupazione ordinaria e con requisiti ri- dotti è stata sostituita dall’ Assi- curazione Sociale Per l’Impiego. I lavoratori devono presentare domanda, esclusivamente per via telematica, entro il termine di due mesi dalla data di spettanza del trattamento, termine entro il ASPI e MINIASPI 2012 ENTRO IL 02 APRILE 2013 Come cambia la disoccupazione

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