Spazio al Lavoro n. 1 del 2013

| 3 spazi o lavoro a l e riorganizzino il territorio in modo completo. Riteniamo che sia necessaria una patrimoniale e che si debba cambiare marcia rispetto all’evasione fiscale, che si debbano abbassare le tasse in modo equo tra lavoro dipenden- te, pensionati e imprese. Riteniamo che il reperimento di risorse finanziarie per la realiz- zazione del “Piano del lavoro” e dare gambe allo sviluppo e alla crescita debba passare attraverso la riduzione dei costi della politi- ca, la lotta agli sprechi, un utilizzo programmato dei Fondi europei, lo scorporo degli investimenti dal Patto di stabilità, l’utilizzo di una parte delle risorse delle Fondazio- ni bancarie e dei Fondi pensione per investimenti di lungo perio- do che garantiscano i rendimenti previdenziali. Per far conoscere le nostra pro- poste e raccogliere il contributo di ogni soggetto interessato a farlo, prevediamo l’avvio di una gran- de campagna pubblica, con as- semblee nei luoghi di lavoro e nei territori, per costruire un percor- so condiviso e promuovere una buona “cultura del lavoro”. Per dare una prospettiva di futuro al Paese e ai cittadini. La Conferen- za di Programma inizia pertanto un lavoro, una mobilitazione dei lavoratori e dei pensionati a cui diciamo che ci lasciamo alle spal- le un “Paese che non ci piace” e che proponiamo a gran voce una nuova idea di Italia e di futuro. $ È indispensabile una legge sulla democrazia e sulla rappresentan- za. I rappresentanti delle forze politiche di centro sinistra inter- venuti hanno mostrato un grande rispetto per la nostra Organizza- zione, discutendo apertamente dei contenuti e sollevando obie- zioni di merito, lasciando aperto il confronto ma dimostrando di comprendere le nostre ragioni e di voler agire nell’ottica del cambiamento, in discontinuità con il Governo Berlusconi e con la politica dei tagli attuale. Tenere aperta la prospettiva La nostra Organizzazione sa di avere la responsabilità verso co- loro che hanno guardato a noi perché abbiamo tenuto aper- ta la prospettiva quando molti “abbassavano la bandiera” e la nostra non è una proposta sovie- tica, come ha sostenuto il Segre- tario della CISL ma la dimostra- zione che la rassegnazione non sta e, non è mai stata, nel nostro DNA. Riteniamo fondamentale come primo valore non investire in lavori socialmente utili ma in progetti ed opere, che ricostru- iscano competenze, tecnologie compromesso sociale. Gli accordi devono essere tra parti e non tra partner. Per tale ragione il piano del lavoro oggi e nei prossimi anni sarà il nostro metro di misura. Le emergenze È necessario trovare una solu- zione alla gravissima condizione degli esodati e all’emergenza del rifinanziamento degli ammortiz- zatori sociali. Chiediamo di can- cellare l’art 8 che impedisce liber- tà nella contrattazione e l’ art.9 della finanziaria di Tremonti, che ha creato un ghetto per i disabili. K atya F oletto L a CGIL con la presentazione del suo Piano del lavoro ha l’ambizione di confrontarsi con il prossimo Governo e con tutte le amministrazioni per produrre una politica di creazione di lavoro e di crescita. Un percorso ideale nel quale non è sufficiente che siano eliminati gli ostacoli creati dal governo Berlusconi, ma è ne- cessario avere la certezza che vi siano i Contratti Nazionali, che la democrazia sia una regola per tutti, che si dia luogo ad un nuovo il punto Il Piano del lavoro della CGIL prevede: Interventi per 50-60 miliardi di euro nel triennio 2013-2015 per risollevare l’economia e arrivare a una crescita complessiva dell’occupazione del 2,9% con il Pil in aumento del 3,1% totale e il tasso di disoccupazione nel 2015 al livello pre crisi del 7%. Pierluigi Bersani alla Conferenza CGIL Il candidato premier del centrosinistra Pierluigi Bersani ha parlato alla platea CGIL: “la politica economica deve avere come obbiettivo l’occupazione. Il tema del lavoro deve essere al centro della prossima legislatura”. LA PROPOSTA CGIL alle forze politiche Noi cominciamo dai fatti e abbiamo bisogno di un Governo che abbia la proposta di uscita dalla crisi, noi siamo certi di esserci, nella nostra autonomia ed esercitando un ruolo attivo e propositivo. D omenico F alcomatà I l 24 e 25 febbraio saremo chiamati a votare per eleggere il nuovo par- lamento della Repubblica. Appun- tamento che arriva in un momento travagliato della nostra democra- zia, con i partiti in forte crisi di cre- dibilità e un’eredità pesantissima lasciata dal Governo Berlusconi e da 15 mesi di Governo Monti che, attraverso la strategia della pau- ra, della sindrome greca, ha varato provvedimenti che hanno colpito pe- santemente i ceti più deboli e il ceto medio. Ora, però, è arrivato il mo- mento di cambiare. Ne ha bisogno il Paese. Le politiche dei Governi Berlusconi ci hanno consegnato un Paese allo sfascio. La CGIL chiede alle forze politiche che governeran- no il paese, auspicando che appar- tengano alla coalizione di centrosi- nistra, con la quale condivide l’idea di base sulla quale dovrà fondarsi la società del futuro, di mettere al centro il lavoro e contrastare l’i- dea perversa che l’economia di un paese possa basarsi sulla finanza e non su un solido e moderno sistema produttivo. Un governo che sappia ascoltare le persone e i loro bisogni. Un governo che metta al centro del suo programma lo sviluppo. In que- sto contesto, sono fermamente con- vinto che anche alla Valle d’Aosta gioverebbe un governo nazionale di centro sinistra (le esperienze del re- cente passato sono negativamente esemplari) con il quale poter instau- rare rapporti chiari e trasparenti che sappiano, nella logica di quel patto solidale che deve tenere unito il Paese, salvaguardare le specifici- tà e le autonomie speciali. È per queste ragioni che oggi, le co- alizioni che si candidano a rappre- sentare la Valle d’Aosta, non pos- sono dichiararsi neutre a qualsiasi schieramento. È tempo di fare scelte di campo chiare su quale sviluppo del paese e della nostra regione si hanno in mente. I cittadini che il 24 e 25 febbraio andranno alle urne hanno il diritto di sapere quale schieramento politico i nostri parla- mentari andranno a sostenere. Per- ché, potrà sembrare una banalità, ma non tutti i gruppi politici sono uguali e, tantomeno, hanno uguali programmi per il Paese. Per que- sto gli schieramenti politici locali, i candidati al Parlamento devono fare una scelta di campo prima del- le elezioni e non dopo. Dopo sarebbe troppo semplice e rischierebbe di rendere sterile ogni loro azione, ri- ducendo la loro importante figura di rappresentanti della Valle d’Aosta a semplice comparsa. $ Elezioni politiche 2013

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