Spazio al Lavoro n. 1 del 2013
| 11 Lo SPI chiede di modificare la riforma Fornero e risolvere i problemi che l’innalzamento dell’età pensionabile sta crean- do, incominciando dalla grave problematica degli esodati. Biso- gna affrontare la questione di chi, soprattutto donne, avevano matu- rato il requisito contributivo dei quindici anni entro il 31 dicembre 1992 e dovevano raggiungere l’e- tà pensionabile. Queste persone, grazie alla riforma Fornero, non hanno più diritto alla pensione almeno che non aggiungano altri cinque anni di contributi. Lo SPI e la CGIL chiedono che venga rimosso il blocco della pe- requazione delle pensioni, almeno per quelle il cui valore sia pari a cinque volte il minimo (2477,15 € ), e che venga tutelato efficace- mente il potere d’acquisto delle pensioni. Il meccanismo attuale, basato esclusivamente sull’in- flazione rilevata dall’Istat non basata sull’inflazione reale, con- danna i pensionati a un futuro di progressiva povertà. Più si vive e più poveri si diventa. Vogliamo un nuovo sistema di rivalutazione delle pensioni capace di difender- le tenendo conto dell’inflazione e che distribuisca una quota della ricchezza reale del paese. Il Sindacato dei pensionati si im- pegna per correggere i guasti delle politiche inique del Governo Monti per evitare danni sociali alle pensionate, ai pensionati, alle famiglie e soprattutto alle nuove generazioni. $ G aetano M aiorana S iamo in campagna elettorale. Il governo dei Tecnici guidato dal Professore Monti ha dovuto la- sciare per una crisi provocata dal partito di Berlusconi. Ci ritroviamo in una delicata si- tuazione politica aggravata dalla persistente crisi economica. Lo SPI, sindacato generale dei pensionati, insieme alla CGIL, in- tende esercitare il proprio ruolo di rappresentanza degli attuali pensionati e di quelli futuri e non condividendo la riforma pensio- nistica varata dal Governo Monti chiede la modifica di quelle parti che hanno prodotto effetti negativi per migliaia di persone e rendere la riforma più giusta ed equa. Lo SPI è consapevole che la soste- nibilità del nostro sistema previ- denziale è legato all’andamento economico ed al mercato del la- voro e per questo chiede politiche capaci di determinare una mag- gior crescita del nostro sistema economico e produttivo. Sicuramente non si risolvono i problemi del lavoro aumentando l’età per andare in pensione. L’a- deguamento dell’età alla speranza di vita scarica il peso della riforma sui lavoratori con i lavori più gra- vosi e sui redditi più bassi. Non consentire l’uscita flessibile dal mondo del lavoro, significa pre- giudicare, specie in un momento di crisi occupazionale, l’ingresso nel mondo produttivo delle nuove generazioni. morte, osservare l’immensa pia- nura ha provocato in ciascuno dei partecipanti un dolore immenso. Trovare le parole giuste per de- scrivere le emozioni, i sentimenti, il profondo dolore, la rabbia che abbiamo provato non è facile. Giovani ed anziani insieme, spalla a spalla, in un doloroso silenzio, abbiamo pianto. Lo scopo di questo viaggio è sta- to quello di visitare quei luoghi tristemente famosi, il proposito dopo aver vissuto questa espe- rienza è quello di impegnarsi per non dimenticare quella tragedia e ricordare le Vittime innocenti del più feroce genocidio di massa. $ I l Treno della Memoria è stato organizzato dallo Spi nazionale per visitare i campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau in Polonia. Si è voluto fare un viag- gio comune giovani e anziani per visitare quei luoghi e riflettere sul dramma che sessanta anni fa ha colpito l’umanità intera. Il treno è partito da Roma il 18 novembre ed è rientrato in Italia il 23. I partecipanti provenienti da tutte le Regioni erano circa sei- cento, quattrocento pensionati e duecento studenti. È stata una esperienza straordina- ria e indimenticabile. Camminare lungo i viali di quella fabbrica di spi-cgil pensionati spazi o lavoro a l Treno della memoria. Alcuni pensieri di chi ha partecipato all’iniziativa “Leggere di queste cose è durissimo. E credetemi, voi che leggete, non è meno duro scriverne. Perchè farlo allora? Perchè ricordare? Chiederà forse qualcuno. Chi scrive ha il dovere di raccontare e chi legge il dovere civile di conoscerla, questa verità. Chiunque giri le spalle, chiuda gli occhi o passi oltre offende la memoria dei caduti”. V asilij G rossman “Quando ho visto il bosco ho pensato a quelli che scappavano. Ne sono fuggiti novecento e solo poco più di un centinaio riuscirono a salvarsi. Gli altri venivano catturati, legati ad un palo fuori dalle baracche prima di essere fucilati. Le SS erano solite appendere vicino dei cartelli con sopra scritto “evviva! Siamo tornati!”. C arla V isentin Treno della memoria: un viaggio per non dimenticare Inziativa dello SPI per visitare Auschwitz Cambiare è necessario Più crescita per garantire la sostenibilità del sistema economico. No al blocco della perequazione automatica delle pensioni
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