Lavoro e diritti in Valle d'Aosta

indiscriminata facilita l’ingresso in Valle. Carlo Polliotti guida la CGIL regionale in questo clima convulso e si adopera per consolidare un percorso di iniziativa sindacale che punti sulla sintesi fra la necessità di difendere la presenza del tessuto industriale tradizionale, più garantista sul piano occupazionale, e l’urgenza di stimolarne l’evoluzione verso produzioni a più alta tecnologia. Su questo terreno si sviluppa un confronto stringente con le Partecipazioni Statali. Gli avvenimenti si susseguono a ritmo serrato. La Breda di Milano passa alla Cogne , evidenziando i gravi problemi, che in generale, coinvolgono la siderurgia, poi la Cogne entra nell’ EGAM . Localmente anche il clima politico registra tensioni: manovre di Severino Caveri che insieme alla D.C. cerca di mettere in crisi la Giunta Dujany; il Biennio Sperimentale viene reso facoltativo, cosa che ne evidenzia le difficoltà dovute all’isolamento a cui lo costringe l’immobilità che la scuola vive nel resto del Paese. È l’inizio del superamento della sperimentazione. L’avvio del 1972 mette in conto un bilancio preoccupante di posti di lavoro persi a causa della chiusura di aziende: Brambilla Filatura - 340 posti, Sirca-Davit - 140 , Lanificio d’Issime - 25 , industria molitoria Pollein -10, Mec Meccanica Pollein - 10 ; e per riduzione di personale: Illsa-Viola - 48 , Guinzio e Rossi - 18 , Brambilla Chimica - 11 , Cogne e Miniere - 171 . La conferenza mineraria del dicembre dello stesso anno evidenzierà come i dipendenti della miniera di Cogne dal 1960 al 1972 siano passati da 750 a 300 operai. Il 1972 è anche caratterizzato dai congressi che avviano il percorso che porterà al Patto Federativo fra le Confederazioni sindacali. Al già citato Congresso straordinario della CGIL del luglio di quell’anno, convocato per sancire lo scioglimento dell’organizzazione a seguito delle decisioni dei Consigli Generali di CGIL , CISL , UIL di far nascere il sindacato unitario dei lavoratori, Polliotti , nella sua appassionata relazione, prende atto delle mutate condizioni che non permettono di decidere tale scioglimento ma solo di approfondire il dibattito sulla costituenda Federazione Unitaria. Analizza in merito le interferenze politiche che hanno pesato su questo duro passaggio; sottolinea le difficoltà della base, protagonista di convinte battaglie unitarie per il progresso sociale e civile, nel capire i motivi della brusca frenata del processo unitario; denuncia l’attacco delle forze conservatrici per indebolire il- per loro- pericoloso protagonista di coagulo e di riferimento politico quale il sindacato unitario poteva rappresentare. Nonostante questa battuta d’arresto il ruolo del sindacato rimane determinante. Allora, contro il rischio che il conseguente processo di emancipazione dei lavoratori potesse incidere in modo significativo sul quadro politico, le forze conservatrici ed eversive mettono in atto con spregiudicatezza ogni iniziativa per tentare di stroncarlo. È la tragica stagione della strategia della tensione, delle stragi, delle intimidazioni, dei tentativi reiterati di rovesciare i rapporti di forza nello scontro sociale. L’operazione di radicalizzare il confronto sul rinnovo contrattuale dei metalmeccanici nell’autunno-inverno 1972 fa parte di questa strategia: è il tentativo, poi riuscito, di colpire in modo determinante il ruolo della categoria di punta delle lotte sindacali e del processo unitario. Tutto il corso degli anni 70 ci ripropone queste contrapposizioni dai risvolti e dai risultati alterni ad ogni livello. Sono infatti anni che da un lato annoverano segni che paiono aprire la strada ad un mondo nuovo di pace, di solidarietà, di libertà, di giustizia, di progresso civile e sociale: si conclude la guerra in Vietnam; in Portogallo cade il dittatore Caetano. In Italia viene votata la legge sul divorzio e la legge sulle comunità montane; si conclude positivamente il referendum sul divorzio; vengono approvati i decreti ministeriali della scuola… A contraddire questi passi in avanti ci sono tutta una serie di avvenimenti negativi: viene rovesciato il governo di Unità Popolare in Cile; nel Medio Oriente rimane acceso il focolaio di guerra fra Israele e Paesi Arabi; in Grecia e Spagna continua a imperversare la dittatura fascista. In Italia si succedono Governi impegnati a contrastare il processo di innovazione del Paese; continuano le stragi fasciste e iniziano le attività terroristiche delle Brigate Rosse (fra queste il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro). Carlo Polliotti propone continue e puntuali analisi di questi avvenimenti individuandone i riflessi importanti sulla realtà Regionale. La capacità di proporre sempre una visione integrata degli avvenimenti e le correlazioni fra questi, è la ricchezza della sua lezione, e ancora una volta, il risultato della sua poliedrica esperienza che lo porta a ricercare i veri snodi da cui derivano gli stimoli che alimentano a tutti i livelli, anche a quello locale, il clima politico, le scelte dell’economia, gli orientamenti dei gruppi sociali, le parole d’ordine dei movimenti. Il richiamo a non soffermarci su analisi solo localistiche è stato fondamentale per orientare e rendere articolate le iniziative del sindacato valdostano alle prese con una [ 137

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