Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016

72 guardando alla loro specifica versione locale, non solo perché, come si è visto, i servizi sociali sono organizzati a livello territoriale, ma anche perché l’offerta di welfare si appoggia anche al contributo e alla cooperazione di altri attori sociali presenti sul territorio (privato sociale, volontariato, ecc.) 80 . Come si è visto, inoltre, la legge regionale che abbiamo analizzato rispecchia quanto Saraceno identifica nel suo riferimento ad una “società locale”, ovvero l’esistenza, entro i sistemi nazionali di welfare , di sistemi locali. «Ciò vale in particolare per le politiche di contrasto alla povertà e più in generale per le misure la cui erogazione è subordinata a una prova dei mezzi. Queste politiche infatti sono per lo più affidate, almeno per l’attuazione concreta, agli enti locali. Inoltre spesso costituiscono un complesso pacchetto di misure in cui l’erogazione economica si combina con l’offerta di servizi organizzati localmente e che prevedono in maniera più o meno esplicita la cooperazione di diversi attori locali – pubblici, del terzo settore, ma anche privati e del mercato» 81 . Proprio a questo insieme di attori si è inteso fare riferimento con l’indagine qui presentata. Ognuno di loro ha dunque espresso, attraverso le risposte date al questionario, una propria rappresentazione delle condizioni sociali della popolazione e dello stato delle politiche sociali in Valle d’Aosta, sicuramente condizionata sia dal proprio ruolo nel sistema sociale, sia dal territorio di appartenenza e di esperienza. A diversi ambiti socio-territoriali, o a diverse categorie professionali, possono infatti corrispondere diverse opinioni sulla povertà, sulle sue cause nonché sui suoi rimedi; nonostante l’influenza indubbia di questi fattori, non è possibile in questa sede indagare puntualmente una correlazione tra le diverse caratteristiche dei testimoni e le tipologie di risposte fornite. Per questo motivo si tratteranno i risultati nel loro insieme, cercando di individuare delle tendenze e di far emergere allo stesso tempo la ricchezza dei punti di vista, senza dimenticare che ogni testimonianza rappresenta un pezzo di un puzzle variegato. Da questa indagine non risulta infatti una definizione unica della situazione 82 , delle caratteristiche del problema, dei meriti e demeriti delle attuali politiche, né delle proposte correttive: accanto alle analogie emergono opinioni più o meno divergenti. L’idea di fondo che muove la ricerca nel suo complesso è che per poter contrastare efficacemente un fenomeno come la povertà appare determinante capire come questo viene individuato ed interpretato anche da coloro che quotidianamente vi si confrontano per lavoro o vocazione personale 83 . Il questionario ha indagato tale aspetto attraverso la declinazione di una numerosa serie di variabili: in prima battuta, si è chiesto agli intervistati di indicare quale tipologia di fattori (economici, sociali, individuali, psicologici) rappresentasse la maggior fonte di disagio nel territorio, stilando una sorta di “classifica”, in cui al primo posto viene indicato dalla maggior parte degli intervistati il disagio economico. Questo dato riflette l’importanza data al fattore economico nella raffigurazione del fenomeno povertà, il quale tuttavia, come suggeriscono le ultime indagini a livello nazionale ed internazionale 84 , va integrato con altre dimensioni del disagio, che se non considerate rischiano anzi di causare il fallimento delle politiche di sostegno ed il misconoscimento delle dinamiche non solo della caduta in povertà, ma soprattutto della permanenza in questo stato. Se queste politiche si dovessero infatti ridurre ad un sussidio puramente economico, senza 80 Cfr. Cardano, M. et al : op. cit. 81 Saraceno, C. (2010?): Le dinamiche assistenziali in Europa , pag. 16. 82 Il concetto di “definizione della situazione”, secondo cui gli individui orientano le proprie azioni in base al modo in cui rappresentano a sé e agli altri il contesto del loro agire, si deve a Thomas e Znaniecki, ed è ripreso anche da Cardano, M. et al nella loro ricerca. 83 Cfr. l’indagine di D’Emilione, M. et al (2011): Analisi multidimensionale della povertà alla luce del capability approach: i risultati di una indagine pilota , ISFOL. 84 Cfr. CIES (2012): op. cit.

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