Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
71 questo modo, tale politica si configura come un combinato di diritti e doveri di cui il beneficiario diventa titolare. Il testo della legge esplicita la logica multidisciplinare di presa in carico, secondo cui i Centri per l’Impiego e i Servizi Sociali procedono ad una valutazione congiunta del bisogno del richiedente e del nucleo familiare, avvalendosi della collaborazione di eventuali altri soggetti pubblici o privati, con particolare riferimento a coloro che operano nel terzo settore. Il principio che si richiama è quindi quello di un impegno alla promozione di collaborazioni tra reti e servizi operanti sul territorio, con i quali attivare la gamma di interventi e servizi di sostegno, con l’obiettivo strategico di «configurare un ambito territoriale sempre più interprete e attore del bisogno». Anche a tale scopo viene istituito, presso la struttura regionale competente in materia di politiche del lavoro e dell'impiego, il “Comitato tecnico di coordinamento per le misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito”, che non solo valuta e approva le domande di accesso, ma realizza il monitoraggio sull'applicazione delle misure, avvalendosi della collaborazione di tutti i soggetti pubblici e privati interessati dall'applicazione della legge. Si può notare come l’accento venga posto sul superamento delle difficoltà derivanti in primo luogo dalla perdita o difficoltà di lavoro, tanto che appunto la soluzione primaria al disagio economico è vista nel reinserimento occupazionale del beneficiario. In effetti, proprio l’articolo 1 comma 2 della legge regionale 18/2015 individua così il target delle misure: «le misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito hanno lo scopo di rafforzare le politiche finalizzate al sostegno economico e all’inclusione sociale dei soggetti maggiormente esposti al rischio di marginalità nella società e nel mercato del lavoro, quali i disoccupati e i lavoratori autonomi in difficoltà economica ». Proseguendo all’articolo 2 comma 1: «le misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito sono un meccanismo di protezione sociale di ultima istanza , attivato una volta esauriti tutti gli altri ammortizzatori sociali previsti o accertata la loro inapplicabilità, che si sostanzia in un intervento economico limitato nel tempo e condizionato alla disponibilità di accettare un'offerta di lavoro, di partecipare a programmi di formazione, tirocinio formativo, riqualificazione e volontariato sociale specificatamente finalizzati al reinserimento nel mercato del lavoro ». La clausola che fa riferimento alla non cumulabilità con altri trattamenti previdenziali rivela indirettamente che i cittadini della Regione Valle d’Aosta hanno comunque a disposizione un set composito di misure di politica sociale (tra servizi reali, trasferimenti monetari e agevolazioni su imposte e tariffe), che non si possono trattare in questa sede complessivamente, ma che hanno sempre fatto della Regione un ambito territoriale tradizionalmente al riparo da gravi rischi di disagio socio-economico, una sorta di “isola felice”, per usare le parole degli intervistati. Sembra legittimo dunque chiedersi quale possa essere stata l’esigenza che ha portato all’introduzione della misura aggiuntiva analizzata fin qui, e se non siano intervenuti, anche in Valle d’Aosta, dei cambiamenti che hanno mutato un quadro che fino a qualche tempo fa si poteva definire “roseo”, tali da far nascere la necessità di una maggiore attenzione al tema del rischio di povertà della popolazione e delle misure per contrastarlo. L’indagine rivolta ai testimoni privilegiati della Regione Si è già fatto cenno alle motivazioni che hanno indotto a rivolgere l’attenzione al territorio e al punto di vista di coloro che agiscono a vario titolo al suo interno, prima fra tutte la considerazione di come l’intervento del welfare assuma diverse connotazioni in funzione non solo dei caratteri propri della domanda di aiuto, che varia da zona a zona, ma anche dei diversi stili di offerta. L’attuale sviluppo e implementazione delle politiche del welfare in Italia possono essere dunque meglio compresi proprio
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