Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
69 lavorativo di categorie molto marginali, dando luogo ad un aggregato di misure passive di sostegno al reddito, frammentate, di natura categoriale, spesso di tipo emergenziale, caratterizzate da un netto e persistente sbilanciamento dei trasferimenti monetari sui servizi alla persona. L’assenza di una politica unitaria risulta aggravata dalla più recente crisi economica e finanziaria i cui effetti di aumento della disoccupazione e di acutizzazione di fenomeni di precarizzazione e di vulnerabilità sociale dovrebbero rendere anche più urgente l’adozione, da parte del sistema italiano, di una cornice organica di sostegno al reddito, integrata con politiche di attivazione. In assenza di tale cornice, le Regioni si sono mosse variamente disciplinando la materia e finanziando specifici progetti ed interventi sul territorio 71 . Mentre dunque a livello centrale la discussione politica non ha ancora portato a frutti concreti, sono attualmente sette le Regioni (oltre alla Valle d’Aosta: Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia), insieme a due Province autonome (Bolzano e Trento), ad aver agito controcorrente, facendo diventare realtà il reddito minimo 72 . Come si è detto, l’entità delle risorse economiche differisce da caso a caso, determinando di conseguenza una platea più o meno ampia di cittadini coinvolti, individuati in base a requisiti più o meno stringenti; tratto nuovo (ripreso dalle misure dei Paesi europei) è però l’introduzione di politiche di inserimento attivo nel mercato del lavoro, viste come diritto-dovere dei beneficiari, implementate in genere proprio attraverso “patti” ed impegni reciproci. Di seguito si prende in esame nel dettaglio il contenuto della misura recentemente introdotta in Valle d’Aosta. La legge regionale 10 novembre 2015, n.18 – “Misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito” in Valle d’Aosta Secondo le norme richiamate sopra, i Comuni sono titolari della gestione degli interventi e dei servizi socio-assistenziali a favore dei cittadini (che può essere esercitata singolarmente o in forma associata fra comuni limitrofi 73 ), in attuazione dei Piani sociali di zona e regionali definiti dalla Regione di appartenenza nell’esercizio delle proprie funzioni di programmazione. Come si è detto, ciò apre alla possibilità degli enti territoriali di proporre autonomamente misure sociali: è questo appunto il caso del provvedimento approvato dal Consiglio Regionale della Valle d’Aosta lo scorso novembre 74 , poi integrato dalla delibera attuativa (approvata il 29 gennaio) e, al momento in cui si sta svolgendo la ricerca, bandito ai cittadini per la presentazione delle domande. Ovviamente non si vuole in questa sede svolgere una valutazione della politica in oggetto, proprio perché così recente nei suoi passaggi legislativi ed attuativi, ma descriverne principalmente gli intenti e le modalità di realizzazione, i requisiti che i cittadini devono possedere per poter beneficiare della misura, nonché l’ammontare dei benefici stessi, tenendo sempre a mente il panorama nazionale in cui si inserisce. Nei suoi 13 articoli, la legge stanzia 1,4 milioni di euro annuali per il sostegno al reddito dei nuclei familiari (anche se composti da una sola persona) in situazione di difficoltà economica, prevedendo l'erogazione di un beneficio individuale monetario temporaneo per un ammontare fino a 4.400 euro lordi 71 Mesini, D. e Dessi, C. (2010): Le politiche e gli interventi di contrasto alla povertà , in Gori C. (a cura di), Come cambia il Welfare Lombardo. Una valutazione delle politiche regionali , Maggioli Editore. 72 Spano, P. et al (2013) evidenziano le problematiche che queste decisioni possono comportare, costituendo da un lato un alibi che giustifica il non intervento dello Stato, e dall’altro uno stimolo a soluzioni che non sempre sono adeguate né omogenee. 73 La cui spesa è ricostruita dall’ISTAT con lo svolgimento periodico dell’ Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei comuni singoli o associati . 74 Il testo, promosso dalla consigliera regionale Carmela Fontana (Pd-Svda), è stato approvato con 21 voti a favore (della maggioranza), 12 astensioni (Uvp e Alpe) e il M5s che non ha partecipato al voto.
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