Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
68 Come viene suggerito ancora nel Rapporto CIES (e come si è cercato di fare nella parte quantitativa della ricerca), uno dei punti di osservazione più interessanti per individuare le differenze tra i diversi sistemi di contrasto alla povertà è il livello di spesa pubblica per la protezione sociale (considerato secondo due aspetti: il finanziamento, ovvero la dotazione di risorse, e il loro utilizzo, ovvero la destinazione della spesa) e l’impatto che questa genera, da un punto di vista redistributivo, sulla condizione economica delle famiglie. D’altro canto, le politiche di welfare sono soggette a spinte contraddittorie tra esigenze di risparmio e di contenimento della spesa, prioritarie soprattutto in periodi di crisi come quello recente, e urgenza di sostegno alle fasce deboli della popolazione 67 . Ciò che viene rimproverato ai governi centrali alternatisi in questi anni di crisi è, tuttavia, proprio il fatto di aver privilegiato le spinte al risparmio, con effetti negativi sia sull’entità degli stanziamenti nazionali per il comparto del sociale, sia sulla consistenza e la destinazione della spesa sociale dei Comuni, su cui ha inciso fortemente l’adozione del Patto di stabilità. Nel rapporto della Caritas Italiana questo quadro viene così sintetizzato: «le scelte di politica sociale del periodo 2008-2012/2013 si sono contraddistinte per una flessione negativa degli stanziamenti sul sociale sia a livello nazionale (riduzione dei fondi nazionali previsti dalle leggi di stabilità) che a livello locale (contrazione della spesa per interventi e servizi sociali dei comuni), a fronte del consistente aumento, nello stesso periodo, del numero di persone che vivono in condizione di povertà assoluta e considerato che il nostro Paese partiva già da un livello di spesa sociale piuttosto basso […] Questo, oltre a lasciare inevasa, o solo parzialmente soddisfatta, la domanda di intervento sociale sull’area della povertà, in espansione, come si è visto, nell’ultimo quinquennio, ha anche stimolato una riflessione sulle responsabilità del livello nazionale e sul generale riassetto del welfare locale, per effetto della contrazione dei trasferimenti pubblici e dei vincoli di finanza a cui i Comuni sono soggetti con il Patto di Stabilità Interno» (2015, pag. 24). Gli anni della crisi, secondo questo Rapporto, sono stati infatti anche gli anni dei tagli ai Fondi nazionali che finanziano le politiche sociali locali, sia per quanto riguarda i servizi, sia per quanto riguarda i contributi monetari. È opportuno nondimeno segnalare come, recentemente, la discussione sull’introduzione nel nostro Paese di adeguate risposte pubbliche contro la povertà abbia raccolto un maggiore interesse nell’arena politica, tanto che è stata inserita nell’agenda del Governo l’istituzione di una misura nazionale di contrasto alla povertà, accompagnata dalla razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale e previdenziale sottoposte alla prova dei mezzi, nonché dal riordino della normativa in materia di interventi e servizi sociali 68 . In risposta all’impegno del Governo di adottare un Piano nazionale per il Contrasto della Povertà, di intesa con il sistema delle Regioni e delle Autonomie Locali, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome (tra i soggetti promotori dell’Alleanza contro la povertà) ha espresso un commento per lo più positivo, accogliendone con favore gli obiettivi 69 . Tuttavia, tale proposta sarebbe ancora lontana da quel Reddito di Inclusione Sociale (REIS), rivolto a tutte le famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta, con un binomio tra contributo economico e servizi, auspicato proprio dall’Alleanza contro la povertà, che ne ha illustrato nel dettaglio contenuti e modalità di attuazione 70 . Quanto tratteggiato evidenzia, all’interno di una cornice nazionale frammentata e carente, la progressiva presa di coscienza delle Regioni nei confronti dell’importanza dell’attivazione di politiche mirate. Tuttavia, gli interventi ad oggi realizzati si caratterizzano per un’estrema eterogeneità e per una forte polarizzazione tra un’assistenza sostanzialmente economica e percorsi di inserimento sociale e 67 Cfr. Cardano, M. et a l (2010): op. cit. 68 Cfr. il disegno di legge “Delega recante norme relative al contrasto alla povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali”. 69 A tale proposito si veda il “Parere sul disegno di legge” rilasciato dalla Conferenza il 25 febbraio 2016. 70 Il frutto del lavoro congiunto di esperti di diversa appartenenza è reperibile sul sito www.redditoinclusione.it .
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