Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
67 delle prestazioni, il debole ruolo delle istituzioni pubbliche rispetto a quello giocato dalla famiglia, un chiaro indirizzo di tipo occupazionale categoriale» 62 . Una caratteristica del modello sud europeo di welfare è il dualismo tra politiche rivolte ai lavoratori e politiche rivolte alla totalità dei cittadini, per cui le prime hanno maggiore legittimazione, tanto che in Europa il welfare state si è sviluppato innanzitutto come protezione dei lavoratori. Anche l’Italia si riconosce in questo sistema di protezione dualistico, che fornisce un’ampia copertura ai lavoratori stabili, mentre non prevede alcuno schema di reddito minimo stabilmente garantito all’interno del sistema di protezione sociale a livello nazionale, il che produce l’effetto di creare una distribuzione dei rischi sbilanciata tra generazioni e tra Regioni. La categorialità degli interventi e la frammentazione scalare della loro articolazione, tra competenze nazionali, regionali e comunali (spesso non organizzate armoniosamente), hanno prodotto una grande diseguaglianza, in particolare a livello regionale, nell’offerta di servizi e prestazioni volti a garantire l’effettivo accesso dei cittadini ai diritti sociali: le più gravi conseguenze di questa frammentazione, in assenza di una misura universalistica di contrasto alla povertà, sono dunque la parzialità e inadeguatezza delle misure esistenti e la forte diseguaglianza territoriale nel campo dei servizi sociali (nonché socio-sanitari e socio-educativi) 63 . Si è detto come gli schemi di lotta alla povertà dei vari Paesi europei si differenzino sotto vari aspetti, dalla generosità delle misure, alla loro temporaneità, dall’individuazione dei beneficiari, alla modalità di implementazione. Essi hanno tuttavia innanzitutto in comune la vocazione a fungere da rete di protezione sociale di ultima istanza ( safety net ), subordinando d’altro canto la concessione del contributo economico alla disponibilità del beneficiario di partecipare a programmi orientati a favorirne il reintegro lavorativo e/o sociale, nonché ad impegnarsi in una ricerca attiva di occupazione. Oltre a ciò, alcuni Paesi hanno rafforzato negli anni l’insieme dei meccanismi finalizzati ad evitare la cosiddetta “trappola della povertà” (ossia il rischio di rimanere in questa condizione anche in presenza di elementi favorevoli), che mirano a rendere poco appetibile il contributo corrisposto e, di conseguenza, ad incentivare nel minor tempo possibile il rientro della persona nel mercato del lavoro 64 : a volte infatti le prestazioni assistenziali creano una distorsione degli incentivi per cui il soggetto ritiene più conveniente restare dipendente dalla prestazione piuttosto che impegnarsi per risolvere la propria situazione. La povertà è un fenomeno che cambia dinamicamente non solo al livello macro delle trasformazioni sociali, ma anche al livello micro dell’individuo, che può attraversare fasi più o meno intense di disagio, entrando e uscendo da uno stato di vulnerabilità 65 . «La povertà, infatti, è tanto più grave quanto più a lungo e quanto più intensamente un individuo la sperimenta, poiché la durata del bisogno esaurisce eventuali risorse finanziarie e abbassa gradualmente lo standard di vita. Inoltre, quanto più a lungo un individuo rimane socialmente escluso, tanto più si deprezza il suo capitale umano e si esauriscono i legami che costituiscono il suo capitale sociale. La conoscenza della dinamica della povertà di gruppi di persone è utile per scegliere politiche più efficaci per fronteggiarla. Individui e famiglie che sperimentano episodi transitori di povertà necessitano di sostegno momentaneo al reddito. Individui e famiglie che sono persistentemente povere, invece, avranno bisogno di interventi di sostegno duraturo al reddito ma anche di interventi volti a modificare le condizioni strutturali che rendono cronica la loro situazione» 66 . 62 Cardano, M. et al (2010): op. cit., pag. 44. 63 Cfr. Caritas Italiana (2015): op. cit. 64 Cfr. CIES (2012): op. cit . 65 Spesso già la rete familiare è in grado di attutire gli effetti negativi di queste fluttuazioni individuali, dimostrando la sua funzione di ammortizzatore economico e sociale, riuscendo a ritornare alle condizioni di partenza (cfr. CIES, 2012). 66 CIES (2012): op. cit., pag. 76.
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