Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016

63 La povertà in Valle d’Aosta secondo la percezione dei testimoni privilegiati Il disegno della ricerca Si è accennato sopra alla natura composita della ricerca sulla povertà e sulle condizioni socio- economiche della popolazione della Valle d’Aosta, congegnata per poter comporre un quadro informativo il più possibile di insieme della questione, da un lato attraverso la ricostruzione delle informazioni statistiche sulle condizioni economiche dei cittadini, così come quelle relative ai bilanci degli enti territoriali; dall’altro mettendo in risalto la voce dei cittadini stessi, attraverso un approccio di ricerca più qualitativo, utilizzando strumenti come il focus group e le interviste (questionari) semi-strutturate. Mentre si rimanda alle trattazioni dell’indagine quantitativa e dei focus group , di seguito si descriverà la metodologia dell’indagine basata sulla somministrazione dei questionari ai testimoni privilegiati. Tali testimoni sono stati individuati in base al ruolo che ricoprono nella struttura sociale e politica della Regione, in quanto individuati in categorie professionali o di vocazione che prevedono un contatto più o meno diretto con le difficoltà dei cittadini e che anche per questo sono coinvolti a vario titolo nei processi di policy making . Si tratta di operatori sociali, membri di associazioni, rappresentanti amministrativi comunali e regionali, ricercatori universitari e dirigenti scolastici, chiamati in causa allo scopo di comporre il quadro delle percezioni più rilevanti in materia di povertà e disagio sociale in Valle d’Aosta, con riferimento sia alla domanda, sia all’offerta di politiche sociali. Dei circa 30 testimoni contattati, 13 hanno risposto al questionario, con una percentuale del 45%. L’iniziativa è tesa peraltro a costruire un processo partecipato della ricerca, allo scopo di ampliare il punto di vista dell’indagine, approfondendo gli aspetti qualitativi (come già si è inteso fare con lo svolgimento dei focus group ) e formulando proposte più robuste. Queste persone, nello svolgimento delle loro attività, prendono infatti le mosse da una qualche rappresentazione del disagio socio-economico, dei fattori che lo determinano e di quelli che potrebbero consentirne il contrasto 49 . Porgendo per esempio ai nostri testimoni una domanda su quali caratteristiche facciano di un cittadino una persona in difficoltà meritevole di assistenza, si vuole indagare proprio qual è la rappresentazione sociale che essi fanno propria e che fa da sfondo alla loro comprensione del fenomeno povertà, in maniera non sempre conscia o semplice da descrivere e tradurre in discorso. Si è già ricordato come il perdurare della crisi economica abbia provocato un deterioramento delle condizioni economiche di individui e famiglie, aggravandone la vulnerabilità. Il polso di questo fenomeno viene tastato non solo con dati statistici, elaborati annualmente dall’ISTAT attraverso le misure di povertà relativa e assoluta, nonché le misure sul rischio di povertà ed esclusione sociale, ma anche osservando il numero di persone che ha ricevuto indennità di disoccupazione o ha fatto ricorso ai regimi di assistenza sociale, nonché grazie ai rapporti delle organizzazioni caritatevoli 50 e non governative, a cui le persone in difficoltà si rivolgono (per servizi di emergenza, distribuzione di beni alimentari o scorte di vestiario, fino al ricovero per i senzatetto). Concentrare la nostra attenzione sul territorio consente dunque di avere a che fare con un osservatorio ricco di informazioni, che si possono ottenere ed analizzare a diversi livelli, dalle informazioni statistiche aggregate, prodotte secondo cadenze canoniche dagli enti deputati o rilevate dalle rendicontazioni ufficiali dei vari attori istituzionali, fino alle informazioni raccolte dal ricercatore attraverso 49 Cfr. Cardano M., Meo A., Olagnero M. (a cura di): Discorsi sulla povertà. Operatori sociali e volontari a Torino , 2003. 50 Il richiamo è ai rapporti elaborati in primis dalla Caritas Italiana.

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