Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
58 Dal quadro così descritto ci si potrebbe ora domandare se abbia senso parlare di povertà in Valle d’Aosta, a fronte del fatto che quasi tutte le dimensioni considerate (che non si pretende essere comunque esaustive), se confrontate con il panorama nazionale, risultano favorevoli alla popolazione della regione piuttosto che rivelare situazioni di emergenza o disagio sociale. Lasciamo allora la parola proprio agli abitanti di questa regione, per cercare di capire meglio il livello delle loro percezioni sulla situazione sociale ed economica che stanno attraversando in questo periodo così peculiare della storia italiana ed europea. Le testimonianze dei cittadini valdostani Lasciamo dunque ora spazio al discorso dei partecipanti ai tre focus group , avendo come riferimento i dati di contesto fin qui descritti. L’obiettivo non è tanto quello di verificare la corrispondenza tra narrazioni e dati oggettivi, quanto capire il punto di vista dei soggetti che, in qualità di pensionati valdostani (e dunque in qualche modo testimoni privilegiati), si trovano a confrontarsi con le circostanze socio-economiche del panorama attuale, lasciando trasparire le loro percezioni dei fenomeni oggetto di indagine ed il loro vissuto. Come sappiamo, infatti, un fenomeno sociale può essere enfatizzato nelle rappresentazioni degli individui e dunque condizionare i loro atteggiamenti più di quanto non ci si aspetterebbe da una lettura puramente oggettiva di esso 45 . Un primo aspetto in cui questo meccanismo sembra verificarsi è quello relativo al sentimento di peggioramento della propria condizione che molti intervistati hanno espresso, peggioramento che avrebbe investito una pluralità di ambiti della vita quotidiana. Certamente le negative congiunture che hanno caratterizzato il periodo della crisi economica sono riuscite a penetrare anche in quest’angolo di Nord-ovest precedentemente ritenuto “un’isola felice”: «quando noi uscivamo da Pont Saint-Martin al resto d’Italia quasi quasi ci invidiavano perché noi dicevamo quello che avevamo […] noi eravamo diciamo una regione abbastanza fortunata, loro ci dicevano, ma anzi ci dicevano non vi lamentate perché noi abbiamo una situazione che magari avessimo la vostra. Ora però purtroppo anche qui…» (Mauro 46 ). O ancora Ernesto: «la Valle d’Aosta è una valle vivibile, questo è un pochino vero, ma purtroppo questo era, diciamo, abbastanza realistico dieci anni fa […] perché purtroppo da dieci anni a questa parte anche la Valle d’Aosta subisce la crisi che è in atto in tutta Europa». Il discorso inerente a questo peggioramento è legato alla sensazione di una perdita : perdita di tutele, perdita di agevolazioni, perdita di supporto economico ed in termini di servizi rispetto ad un prima che era in grado di offrire molto più supporto, dal tesserino per viaggiare in autobus gratuitamente, ai buoni benzina, dai bonus per gli affitti a quelli per il riscaldamento ( bon de chauffage ). Molti degli intervistati hanno fatto commenti come questi: «ci hanno tolto i buoni benzina!» (Piero); «ma quando sei arrivato che tolgono in continuazione tutto quello che tu avevi come agevolazione? Tanto per cambiare, anche soltanto il viaggiare col pullman...una volta avevamo il tesserino che era gratis, no? […] adesso devi fare l’ISEE anche per quello, cioè vedere se tu hai, allora, se tu vai fuori di 100 euro non ti danno più niente» (Giovanna); «Però non devi avere proprio niente eh! Perché se hai anche solo una baracca è finita!» (Paola); «le istituzioni tirano indietro sempre le mani, e te hai sempre meno, e quindi non puoi aspettarti che un ente ti aiuti» (Giovanna). Di qui appunto emerge anche la sfiducia nei confronti delle opportunità di sostegno offerte da enti ed istituzioni, verso cui si esprime anzi una certa diffidenza. 45 Si pensi al caso classico dei fenomeni migratori. 46 Agli intervistati sono stati assegnati nomi di fantasia, nel rispetto dell’anonimato.
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