Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
50 d’Italia nel 2014), che fanno registrare un saldo naturale (differenza tra i nati vivi e i morti) a segno negativo, mai così basso a livello nazionale dal biennio 1917-18. Comune è anche la tendenza all’instabilità nella composizione dei nuclei familiari, a causa sia di processi migratori, sia di separazioni, divorzi e vedovanze. L’insieme di questi processi ha portato ad una moltiplicazione dei nuclei familiari a scapito della numerosità dei loro componenti (più nuclei, ma più piccoli). In particolare, in Valle d’Aosta il tasso di natalità al 2014 è di 8,7 nati per mille abitanti (rispetto ad una media nazionale di 8,3); il saldo tra italiani che rientrano dall’estero e italiani che invece escono è negativo (-168). Per quanto riguarda la composizione per età della popolazione, nonché gli indici che “pesano” il carico delle fasce inattive, in correlazione soprattutto all’aumento del numero dei cosiddetti “grandi anziani” (gli over 80), si veda la Tabella 1. Proprio in riferimento a questa fascia di età, confrontando la popolazione valdostana residente ai Censimenti dell’anno 2001 e dell’anno 2011 si evidenzia un aumento, la cui variazione percentuale è pari a +47,4; viceversa l’unica classe dove si incontrano variazioni negative è quella da 15 a 39 anni, con una diminuzione del -13,7%. Tab. 1. Indicatori di struttura della popolazione - Al 31 dicembre 2014 AREA GEOGRAFICA Composizioni percentuali Indici 0-14 anni 15-64 65 anni 80 anni Vecchiaia Dipendenza Dipendenza Età anni e oltre e oltre strutturale degli anziani media Valle d'Aosta 13.9 63.6 22.5 6.8 161.7 57.2 35.3 45.1 Italia 13,8 64,5 21,7 6,5 157,7 55,1 33,7 44,4 Fonte: ISTAT - Bilancio demografico nazionale Come fa notare l’ISTAT 20 , la diminuzione delle nascite avviene in concomitanza con la fase di crisi economica, particolarmente per la componente giovane della popolazione, lasciando presumere un rapporto tra i due fenomeni; lo stesso avviene per la diminuzione dei matrimoni, registrata proprio negli ultimi cinque anni. Nel nostro Paese, gli effetti della sfavorevole congiuntura economica sulla natalità vanno poi a sommarsi a quelli strutturali dovuti alle importanti modificazioni della popolazione femminile in età feconda, con una progressiva riduzione del numero di potenziali madri, dovuta al prolungato calo delle nascite iniziato all’incirca a metà degli anni ‘70 (effetti che si attendono ancora più rilevanti in futuro). Ben prima dell’inizio della crisi economica erano tuttavia già in atto, nel corso degli ultimi decenni, trasformazioni relative alla sfera delle relazioni familiari e sociali che hanno mutato l’istituzione della famiglia: crescono le famiglie ricostituite, i genitori soli e i single non vedovi, le unioni libere e l’instabilità coniugale 21 . A tale proposito si veda la Tabella 2, che mostra come le incidenze più elevate si osservano, sia per le separazioni, sia per i divorzi, in Valle d’Aosta, che si colloca rispettivamente al terzo e al primo posto nella graduatoria tra le regioni italiane. 20 Bilancio demografico annuale, Statistiche report (2015). 21 Separazioni e divorzi sono comunemente riconosciuti tra gli eventi “catastrofici” che fanno aumentare i rischi di caduta in povertà e vulnerabilità economica dei soggetti interessati, non solo per il peggioramento delle condizioni finanziarie che ne consegue.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NTczNjg=