Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
39 standard ed il 10,4% versava in condizioni di povertà estrema. La diffusione della povertà tende a diminuire nel corso del tempo, e nel 2013 le percentuali calcolate sono abbastanza diverse da quelle del 2008 dato che il 18,9% delle persone poteva essere classificato come a rischio di povertà, l’11,5% come povero in senso standard ed il 5,7% come in condizione di povertà estrema. Come si vede, si tratta inoltre di percentuali inferiori a quelle rilevate per l’intero campione ( Tabella 28 ). L’intensità della povertà rimane invece costante nell’arco dei tre anni osservati ed è molto vicina alle percentuali calcolate per l’intero campione. Nel caso della povertà estrema poi, l’intensità aumenta dal 28,5% del 2008 al 31,6% del 2013: ci sono meno individui estremamente poveri il cui livello di povertà è tuttavia diventato più intenso. L’indice composito HCR (IGR) che comprende la diffusione e l’intensità della povertà mostra comunque una diminuzione generalizzata passando dall’8,5% del 2008 al 5,1% del 2013 per le persone a rischio povertà, dal 5,3% al 3,1% per i poveri in senso standard e dal 3,0% all’1,8% per le situazioni di povertà estrema. Tabella 30 - Indici di povertà nel campione CAAF-CGIL – servizio 730 per cittadinanza Povertà standard calcolata sul reddito nominale. Valori percentuali HCR Totale Italiani Stranieri 2013 86,9 13,1 100,0 2011 91,8 8,2 100,0 2008 92,7 7,3 100,0 Fonte: elaborazioni su dati CAAF-CGIL (2015). Anche per le dichiarazioni 730 il panel CAAF-CGIL permette di tenere conto di alcune caratteristiche personali che possono quindi essere valutate per tracciare un profilo individuale che con maggiore probabilità è da associare ad una situazione di povertà relativa. La tabella 30 ad esempio fornisce la percentuale distinta per cittadinanza degli individui il cui reddito si colloca al di sotto della soglia di povertà standard (si veda la nota metodologica). La componente italiana prevale nettamente su quella straniera in tutti e tre gli anni considerati, mostrando al contempo una tendenza alla diminuzione sfiorando comunque l’87,0% nel 2013. È ancora importante tenere presente che questo risultato non implica necessariamente che gli individui di nazionalità italiana sono tendenzialmente più poveri degli stranieri, in quanto questa tendenza può essere una delle conseguenze derivanti dall’effetto di selezione di un campione non rappresentativo che vede costantemente sovra-rappresentati gli individui di nazionalità italiana, nei tre anni qui considerati infatti questi ultimi rappresentano sempre mediamente circa il 93% del campione. Tabella 31 - Indici di povertà nel campione CAAF-CGIL – servizio 730 per proprietà dell’abitazione Povertà standard calcolata sul reddito nominale. Valori percentuali HCR Totale Sì No 2013 52,1 47,9 100,0 2011 59,6 40,4 100,0 2008 60,5 39,5 100,0 Fonte: elaborazioni su dati CAAF-CGIL (2015). Un ulteriore aspetto individuale che può essere considerato è ancora la proprietà dell’abitazione. Gli individui poveri in senso standard prevalgono nettamente tra coloro che hanno una casa di proprietà rispetto a coloro che non sono proprietari dell’abitazione e sussiste anche una tendenza alla diminuzione
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