Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016

31 rispettivamente come povero in termini standard ed in condizioni di povertà estrema (HCR). A partire dal 2011 queste percentuali diminuiscono ma si mantengono comunque su livelli molto elevati dato che nel 2013 ancora il 56,2% degli individui è classificato come a rischio di povertà, il 47,3% come povero in termini standard ed il 35,4% in condizione di povertà estrema. Anche l’intensità della povertà si attesta su percentuali elevate ( Tabella 20 ). Il divario complessivo tra il reddito dichiarato e quello di soglia arriva al 48,4% della soglia stessa nel 2008 per coloro che si trovano a rischio povertà (IGR). Chiaramente più è elevata questa percentuale e più intensa è la povertà misurata dal divario tra il reddito dichiarato e quello di soglia. Per le altre classi di povertà la percentuale è poco lontana dato che si attesta al 46,6% ed al 45,3% nei casi di povertà standard ed estrema rispettivamente. Anche in questo caso a partire dal 2011 l’intensità diminuisce per tutte le classi per arrivare nel 2013 al 46,6% per coloro che sono a rischio povertà, al 44,4% per i poveri standard ed al 44,8% per coloro che versano in situazioni di povertà estrema. La composizione dell’indice di diffusione con quello di intensità (HCR IGR) riflette questi stessi andamenti. L’indice composito diminuisce infatti tanto nell’arco temporale qui considerato quanto fra le tre classi di povertà. Tabella 20 - Indici di povertà nel campione CAAF-CGIL – servizio ISEE Calcolati sul valore ISEE. Valori percentuali HCR IGR HCR (IGR) A B C A B C A B C 2013 56,2 47,3 35,4 46,6 44,4 44,8 26,2 21,0 15,9 2011 63,8 53,0 40,6 46,7 45,3 44,8 29,8 24,0 18,2 2008 68,7 58,5 46,2 48,4 46,6 45,3 33,3 27,2 20,9 A: A rischio di povertà; B: Povertà standard; C: Povertà estrema. Fonte: elaborazioni su dati CAAF-CGIL (2015). Per una più precisa definizione degli indicatori fin qui utilizzati si rimanda alla nota metodologica. Durante l’arco temporale considerato gli individui compresi nel panel non sono rimasti gli stessi per buona parte, dato che alcune persone possono ad esempio avere usufruito dei servizi CAAF per un solo anno. Alcuni individui tuttavia sono stati osservati in ciascuno dei tre anni presi in considerazione. Si tratta di 536 persone che rappresentano quindi il 21,1% del totale nel 2009, il 18,6% nel 2012 ed il 18,7% nel 2014. I risultati relativi a questo gruppo di individui sono particolarmente utili perché in tal caso il confronto temporale fornisce utili indicazioni sulla dinamica della povertà per gli stessi individui. Tabella 21 - Indici di povertà nel campione CAAF-CGIL – servizio ISEE. Panel bilanciato Calcolati sul valore ISEE. Valori percentuali HCR IGR HCR (IGR) A B C A B C A B C 2013 74,6 64,9 52,2 48,8 45,6 42,6 36,4 29,6 22,3 2011 79,7 69,4 59,1 49,5 46,7 41,1 39,4 32,4 24,3 2008 84,5 75,6 62,3 51,5 47,4 44,2 43,3 35,9 27,5 A: A rischio di povertà; B: Povertà standard; C: Povertà estrema. Fonte: elaborazioni su dati CAAF-CGIL (2015). Come si vede dalle percentuali riportate nella tabella 21 queste persone il problema della povertà è particolarmente incisivo. Nel 2008 l’84,5% degli individui osservati risultava a rischio di povertà, il 75,6% poteva essere classificato come povero in termini standard ed il 62,3% versava in condizioni di povertà estrema. La diffusione della povertà tende a diminuire nel corso del tempo, ma nel 2013 le percentuali calcolate non sono comunque molto diverse da quelle del 2008 dato che ancora il 74,6% delle persone poteva essere classificato come a rischio di povertà, il 64,9% come povero standard ed il 52,2% come in

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