Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016

29 Prima di esaminare la situazione della povertà nel campione di individui, è utile esaminare proprio la distribuzione dei redditi nominali utilizzati per calcolare l’indicatore della situazione economica equivalente. Come si vede nella figura 2 la distribuzione calcolata tra gli individui inclusi nel panel risulta molto concentrata verso valori molto bassi del reddito nominale annuale. Più del 60% degli individui osservati ha dichiarato infatti un reddito annuale compreso tra 0 e 10 mila euro, più precisamente il 62,2% degli individui nel 2009, il 63,8% nel 2012 ed il 62,9% nel 2014. Se si tiene conto che 10 mila euro annuali equivalgono a circa 833 euro mensili, si deve concludere che gli indici di diffusione della povertà tenderanno ad assumere valori elevati in tutti gli anni compresi nel panel. Figura 2 – Distribuzione di frequenza dei redditi nominali annuali ai fini ISEE Fonte: elaborazioni su dati CAAF-CGIL (2015). Una percentuale superiore al 24% dichiara poi un reddito annuale compreso tra i 10 mila ed i 20 mila euro che si possono considerare come i limiti che definiscono una fascia di reddito media. In particolare il 29,2% degli individui si colloca in questo intervallo nel 2009, il 25,1% nel 2012 ed il 24,6% nel 2014. Le medie annuali della distribuzione dei redditi nominali sono riportate nella tabella 17 ed indicano uno spostamento della media verso valori più elevati: da oltre 16 mila euro nel 2009 a più di 20 mila nel 2014. Si tratta di un aumento che si riscontra anche una volta tenuto conto dell’inflazione dato che in termini (prezzi 2014) reali appunto il reddito medio passa da circa 18.413 euro nel 2009 a circa 20.653 nel 2014. Come si vede inoltre nella tabella 19 la distribuzione del reddito nominale ai fini ISEE è in effetti molto concentrata, dato che l’ultimo 20% degli individui nel campione (V quintile) detiene una quota di reddito complessivo ben superiore al 70% in tutti gli anni qui considerati. Inoltre il grado di concentrazione aumenta nel corso del tempo, rendendo la distribuzione ancora più diseguale. Nonostante questo andamento la redistribuzione tra individui porta ad una situazione che nel 2014 risulta un poco più vicina all’equidistribuzione dei redditi rispetto a quella prevalente nel 2012 ( Figura

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