Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
21 3. La distribuzione del reddito e la povertà Gli andamenti delineati nel paragrafo precedente possono costituire un utile riferimento per la valutazione della dinamica dei redditi in regione. A tal fine risultano particolarmente utili le tabelle 2 e 3 riportate più sopra. Da una parte si è già stato notato che sulla base del PIL pro capite reale, e nonostante una variazione media negativa (-0,3%) nell’arco di tempo compreso tra il 2000-ed il 2012, la Valle d’Aosta mantiene una posizione di preminenza tanto a livello nazionale quanto nel confronto con le regioni europee; dall’altra il confronto a livello europeo rivela che la posizione valdostana è nettamente peggiore, sebbene a livello nazionale sia la quarta regione con il reddito disponibile più elevato. Se si prendono in considerazione i dati ISTAT, si può inoltre notare che nei tredici anni tra il 2000 ed il 2012, sei hanno segnato una variazione tendenziale negativa del PIL reale por capite. A parte il biennio 2009-2010 che registra le variazioni estreme (-6,5% e 4,3% rispettivamente), la percentuale positiva più elevata si calcola per il 2004 (2,1%) mentre quella più negativa si registra nel 2012 (-3,8%). Questa dinamica si può rilevare con minime variazioni per tutte le altre regioni italiane e fa sì che la variazione media complessiva di ciascuna non arrivi mai oltre lo 0,0%. Si può dunque affermare che in termini reali il livello del reddito (tanto quello disponibile quanto quello aggregato pro capite) non solo non è aumentato ma è addirittura diminuito nel corso di un periodo abbastanza lungo a partire dal 2000. Tabella 14 – Reddito medio elevato ma con margini di miglioramento nella distribuzione Valore medio 2003-2012 Indice di Gini Reddito netto medio (€) 1° Provincia autonoma di Trento 0,267 31.175 2° Veneto 0,271 30.590 3° Friuli-Venezia Giulia 0,272 29.501 4° Provincia autonoma di Bolzano/Bozen 0,274 34.470 9° Valle d’Aosta/Vallé d’Aoste 0,284 30.835 10° Emilia-Romagna 0,296 32.562 11° Piemonte 0,298 30.230 13° Lombardia 0,302 32.789 14° Liguria 0,303 27.270 Nord-ovest Nord-est Italia 0,301 31.437 0,283 31.430 0,320 28.841 Indice di Gini calcolato sui redditi familiari netti esclusi i fitti imputati ed ordinato in maniera ascendente. Il reddito familiare netto medio è pari alla somma dei redditi da lavoro, da capitale reale e finanziario (escluso l’affitto imputato delle abitazioni occupate dai proprietari), da pensioni e da altri trasferimenti pubblici e privati al netto delle imposte personali, dell’Imposta Municipale Unica (IMU), dei contributi sociali a carico dei lavoratori e dei trasferimenti versati ad altre famiglie. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 2015. È legittimo ipotizzare che l’andamento generale non favorevole dell’economia nazionale e locale possa avere degli effetti microeconomici rilevanti soprattutto per il livello dei redditi vicini od inferiori alla soglia di povertà. Inoltre, per poter valutare in maniera più completa proprio quest’ultimo aspetto è necessario interrogarsi non soltanto sul livello aggregato e pro capite del reddito ma anche sulla sua distribuzione. Una delle misure sintetiche della diseguaglianza economica nella distribuzione personale dei redditi è l’indice di Gini che assume un valore pari a zero nel caso di equidistribuzione del reddito tra tutte le
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