Povertà in VDA. Nota introduttiva Novembre 2016
5 Regione Valle d’Aosta: in particolare, con una si chiedeva agli intervistati di indicare quanto 1 una serie di fattori critici rappresentano un ostacolo a questo sviluppo, mentre l’altra si riferiva ad alcuni elementi in grado di favorire le prospettive di crescita. A questo proposito le evidenze maggiori per quanto attiene al primo gruppo di elementi si hanno per la riduzione delle risorse pubbliche verificatasi a seguito della recente evoluzione del Patto di stabilità (accordi Stato ‐ Regione), che abbiamo visto essere rilevante anche a livello nazionale ed un sistema di imprese che secondo gli intervistati è troppo fragile, con una forte polverizzazione del tessuto produttivo, una scarsa presenza di centri produttivi di eccellenza e la debolezza dell'export. Anche l’eccessiva rilevanza del comparto pubblico sul totale dell’occupazione avrebbe una forte influenza negativa, poiché, come affermano due testimoni, «un mercato del lavoro a carattere pubblico preponderante e sostenuto per un ventennio come la migliore possibilità di occupazione in Regione ha depresso lo spirito di iniziativa e di intrapresa» e «non ha creato quel tessuto di imprenditori capaci di affrontare la crisi odierna». Ancora, la grande debolezza del sistema dei trasporti e dei collegamenti interni ed esterni si inserisce in questo quadro di impedimenti. Tra i fattori che invece sono preziosi per lo sviluppo della Regione, uno spicca più degli altri: le risorse ambientali e turistiche. «Il territorio e le sue particolarità», «un ambiente montano unico nel suo genere al centro dell’Europa», fanno dell’ambiente una «risorsa da valorizzare e preservare», soprattutto dal punto di vista turistico. Accanto a questo, risalta la consapevolezza del buon livello della qualità della vita di cui possono godere gli abitanti della Regione, con una generale situazione di benessere. Nonostante il riferimento alla buona qualità della vita, tutti gli intervistati concordano su un punto: rispetto a cinque anni fa, il rischio di povertà in Valle d’Aosta è in crescita. Questo in un certo senso consolida l’evidenza del dato statistico che si è più volte richiamato, relativo alla situazione di crescente fragilità della popolazione della Valle d’Aosta. L’aumento del numero di persone in situazioni di difficoltà viene testimoniato anche dal «maggiore ricorso alle misure per fronteggiare lo stato di povertà (contributi, servizi specifici anche erogati da associazioni di volontariato)», segnalato dagli intervistati. L’intensità di questa crescita viene espressa con un valore intermedio rispetto alla scala da 1 a 10 proposta nel questionario, così come la rilevanza della presenza del fenomeno tra la popolazione 2 , segnalando che tutto sommato la situazione non viene considerata particolarmente grave, sebbene degna di attenzione. Le spiegazioni che vengono date di questo fenomeno sono tuttavia variabili, spaziando dal calo delle risorse alla crisi del privato, all’aumento delle «situazioni di precariato». Emerge in ogni caso il riferimento diffuso alla crisi economica, che ha raggiunto anche la Regione, ed in particolare al perdurare di una congiuntura negativa in cui si vedono pochi spiragli, con il conseguente calo dell’occupazione e la difficoltà di ripartenza delle imprese. Queste ultime risentirebbero, secondo alcuni dei testimoni, della mancanza di fondi da «investire in attività produttive che creino occupazione», anche in conseguenza di un «tessuto economico fragile e impreparato a fare senza sussidi pubblici» (fattore già emerso tra i freni allo sviluppo del territorio). All’interno di questo quadro vengono poi indicati sia fattori di criticità cronica, sia nuove emergenze: tra i primi, la perdita del lavoro (mentre la precarietà figura tra le 1 Sulla scala: molto, abbastanza, poco, per niente. 2 Rispettivamente, si hanno valori del 4,77 nel primo caso, dove 1 sta per “forte crescita”, e del 5,23 nel secondo, dove 1 rappresenta il valore massimo.
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