Analisi Congiunturale Valle d'Aosta 31/10/2011

3 I L QUADRO GENERALE Secondo le più recenti analisi FMI nel secondo trimestre del 2011 l’economia mondiale ha rallentato, in conseguenza soprattutto della forte riduzione del ritmo di crescita delle economie avanzate (FMI, World Economic Outlook Update , settembre 2011). All’origine del fenomeno hanno agito in modo particolare la debole dinamica dell’occupazione, il rialzo dei prezzi dell’energia e, per quanto riguarda Stati Uniti e Regno Unito, l’adozione di politiche di bilancio meno espansive. Nei paesi emergenti, invece, la crescita si è mantenuta complessivamente su livelli sostenuti, pur manifestando una interessante decelerazione. L’andamento congiunturale di metà anno risulta poco coerente con le previsioni del Fondo Monetario Internazionale di aprile 2011, in base alle quali l’economia mondiale sarebbe stata caratterizzata dal rallentamento della crescita soprattutto nei paesi emergenti, mente nelle economie avanzate si sarebbe assistito alla continuazione del ritmo di crescita dell’anno passato (fatta eccezione per il Giappone. E’ la conferma che il ciclo dell’economia mondiale, sempre più soggetto a forti turbolenze e a rapide variazioni congiunturali, è molto instabile e di difficile interpretazione. Nella media dei primi sei mesi del 2011 l’attività economica dell’area Euro è cresciuta dell’1% rispetto alla seconda metà del 2010, ma è risultata appena positiva in Italia (0,3%, dopo due trimestri di sostanziale stagnazione), mentre presenta incrementi superiori in Germania (1,6%) e in linea con la media in Francia (Banca d’Italia, Bollettino Economico n. 66, ottobre 2011). Secondo i più recenti indicatori nel corso del terzo trimestre l’economia dell’area si è ulteriormente indebolita. In particolare Banca d’Italia segnala come l’indicatore mensile €-coin, che stima la dinamica trimestrale del PIL depurata dalle oscillazioni di breve periodo, abbia registrato un progressivo peggioramento nel corso dell’estate, a causa soprattutto delle tensioni sui mercati finanziari e del crescente pessimismo delle famiglie e delle imprese. La crescita dell’economia italiana è modesta.

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