FLC - Formazione e informazione Aprile 2012
n. 4 bollettino scuola - 11 aprile 2012 3 D opo le dichia- razioni del S e g r e t a r i o dello SNALS, sulla dolorosa scelta del taglio delle aspet- tative sindacali nella scuola (peraltro accettate e giustifi- cate dallo stesso per la grave contingenza economica, sic!), leggiamo sul giornalino del si- nascel CISL analogo e accorato lamento sul taglio delle risor- se, sul mancato rispetto delle particolarità del sindacato CISL in Valle d’Aosta (che ha man- tenuto la divisione in sinascel e sism a differenza di quanto avvenuto a livello nazionale), ricordando i tanti meriti del Sinascel (molti veri), come quello relativo all’indennità di francese per i maestri e quello (un po’ meno vero) sull’inden- nità di bilinguismo (il merito è da riconoscere a Serena Tiella, trentina di Rovereto, che in quel periodo seguiva le que- stioni delle Regioni e Provincie autonome per la CGIL scuola. Fu lei ad ottenere di inserire il principio dell’indennità, in analogia alle provincie di Tren- to e di Bolzano, anche per i dipendenti pubblici della Valle d’Aosta e per il personale della scuola, in una estenuante trat- tativa notturna a Palazzo Vidoni con il Ministro Gaspari, di cui sono stato testimone diretto). Nella mia ingenuità, ma con la convinzione che i Sindacati della scuola hanno fortemente contribuito nel passato a tute- lare la categoria, dando anche il proprio fattivo contributo a scelte di qualità per la scuola valdostana (la legge regionale sugli artt. 39 e 40 nella scuo- la media, la legge regionale 18/2005 che ha bloccato in Valle la pessima riforma Mo- ratti, la razio- nal izzazione degli accerta- menti di fran- cese con l’As- sessore Ru- sci, solo per citarne alcu- ni) mi chie- do ancora: ma perché di fronte all’imposizione dell’E- secutivo che ha annunciato brutalmente il dimezzamento delle aspettative sindacali, tutti i Sindacati – anche quelli che oggi piangono e si stracciano le vesti – non hanno fatto fron- te comune con la CGIL per re- spingere questa imposizione? Non avrebbe potuto il Presi- dente della Giunta, né l’ARRS, annullare unilateralmente un contratto precedentemente sottoscritto e imporne uno non condiviso. Almeno avremmo potuto contrattare e svolgere appieno il nostro ruolo. NOTA: oggi qualcuno sostie- ne che tale riduzione delle aspettative sarebbe stata ac- cettata anche dalla flc CGIL. Poca memoria o cattiva fede? Comunque ricordiamo che su questa vicenda abbia- mo presentato ricorso in Tribunale e, nonostante una sentenza sfavorevole, la partita non è ancora chiusa. IL FESTIVAL DEL LAMENTO c’era già stato un fortissimo aumento nelle precedenti ele- zioni. Il consenso alla FLC Cgil in termini di voti è superiore al numero degli iscritti, quasi il doppio. Di questo Pantaleo va particolarmente orgoglioso: abbiamo rinnovato di oltre 1/3 i nostri rappresentanti e il 40% degli eletti nelle nostre liste non è iscritto ad alcun sindacato. Secondo il segretario generale della FLC i lavoratori hanno premiato la coerenza delle politiche e del comportamento sindacale, il rigore nella difesa dei diritti, l’impegno a fianco dei precari, la lotta contro le iniquità delle leggi Brunetta e Gelmini e contro i tentativi di smantellare il sistema pubblico di istruzione e formazione e la ricerca pubblica. Adesso la FLC non vuole de- ludere le aspettative di quanti hanno riposto in essa la loro fiducia. Pantaleo ha rilan- ciato l’iniziativa per la ricon- quista del contratto nazionale, anche perché “nei nostri settori c’è una drammatica questione salariale”, per contrastare la recente riforma delle pensioni che penalizza i dipendenti pub- blici e aggrava la condizione dei precari e le loro prospettive e ha lanciato il piano di forma- zione e sostegno alle Rsu che dovranno impegnarsi con com- petenza nelle contrattazione decentrata. “L’alta affluenza al voto è in controtendenza con il com- portamento dei cittadini nelle elezioni politiche e ammini- strative” ha sottolineato En- rico Panini . È una risposta secca al disegno espresso nella legge Brunetta di togliere voce al lavoro e ai sindacati. “Que- sto è un voto sindacale e non politico – ha precisato Panini – e questo significa che vi è un nesso più stretto tra i program- mi dell’organizzazione e le per- sone che la rappresentano”. Il lavoro pubblico, dopo anni di disprezzo, ha alzato la testa e la Cgil coglie questa disconti- nuità: “Il lavoro pubblico – ha concluso Panini – è garante di diritti e motore di sviluppo”.
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