Formazione e informazione Febbraio 2012
5 n. 1 bollettino FILLEA - 15 febbraio 2012 N el 2012 l’aumento delle tasse diminuirà ulteriormente la capacità di spesa dei cittadini, costretti a rivedere le spese e limitare i consumi, il contrario di quello che richiede una crescita sostenibile. Dal primo gennaio 2012 è scattata una nuova ondata di rincari: benzina, bollette, tariffe autostradali e per la seconda parte del 2012 è atteso il nuovo aumento IVA. Le tariffe autostradali hanno segnato un aumento del 3.5%, il prezzo dell’energia elettrica del 4.9%, quello del gas del 2.7%. nel complesso su base annua la voce “trasporti” ha segnato +6.2%, le spese per la casa (bollette, affitti) +5.2%. e nonostante la frenata dei consumi, l’inflazione è tornata ad aumentare, con conseguente innalzamento dei prezzi. Secondo stime provvisorie dell’ISTAT, l’inflazione nel 2011 ha raggiunto il 2.8% rispetto all’1.5% dell’anno precedente, dato più alto dal 2008. Il rischio è quello di un’ulteriore erosione del potere d’acquisto di stipendi e pensioni. La domanda interna dovrebbe essere il motore della ripresa, ma è evidente che questa non può essere uno stimolo in una situazione in cui il reddito reale non aumenta, il potere d’acquisto diminuisce, le spese sono sempre maggiori e le famiglie si impoveriscono. Già nel corso del 2010 metà delle famiglie sono state costrette ad utilizzare tutto il proprio reditto disponibile per coprire i consumi, quasi il 20% ha speso più di quanto guadagnato e di questi il 65% è dovuto ricorrere ai propri risparmi. Rispetto a questa situazione il 43.7% di famiglie ha dichiarato nel 2011 un peggioramento della propria situazione economica e il 50% si dichiara per niente o poco soddisfatta di questa. Le associazioni dei consumatori hanno calcolato l’impatto dell’aumento dei prezzi sui redditi a partire dagli effetti delle manovre varate quest’anno: nel corso del 2012, tra carburanti, maggiorazioni dell’IVA e crescita dei prezzi e delle tariffe, gli aumenti per la famiglia supereranno i 2.00 euro. Il tributo più pesante da pagare è quello per l’abitazione: sono aumentate tutte le tariffe e si è aggiunta l’Imposta Municipale Unica, che inciderà, a seconda dalle città, da 600 a 1.000 euro. Per le famiglie che hanno sul bilancio famigliare anche un affitto o un mutuo da pagare, l’incidenza delle spese sul reddito spesso supera la soglia critica per l’equilibrio famigliare, ed il rischio è che aumentino gravemente le condizioni di disagio e di deprivazione: il 16% delle famiglie ha dichiarato di arrivare alla fine del mese con molta difficoltà, l’8.9% si è trovato in arretrato col pagamento delle bollette, l’11.2% con l’affitto o con il mutuo, l’11.5% non ha potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione. Ed ovviamente le condizioni di difficoltà colpiscono maggiormente le fasce più deboli: i nuclei monoreddito ( anziani soli o monogenitori) e quelli numerosi con tre o più figli minori. In assenza di misure che concordano ad una più equa distribuzione del reddito continuano ad aumentare le disuguaglianze: più di un terzo del reddito totale percepito nel 2009 (37.2%) è andato al 20% più ricco delle famiglie, mentre il 20% delle famiglie con redditi più bassi ha potuto contare solamente sull’8.3%. Risulta evidente la diffusa fragilità economica delle famiglie: l’Istat ha stimato nel 2010- 2.7 milioni di famiglie (8.3 milioni di persone, 13.8% della popolazione) in condizione di povertà relativa; 1.1 milioni di famiglie (3.1 milioni di persone, 5.2% della popolazione) in condizione di povertà assoluta. Un quarto della popolazione (24.5%) nel 2010, secondo gli indicatori di vulnerabilità, è risultato a “rischio di povertà e di esclusione sociale”, percentuale più alta di paesi europei come ad esempio Germania o la Francia. (a cura del Dipartimento Ambiente e Territorio CGIL Nazionale) LE CONDIZIONI ECONOMICHE NELLE FAMIGLIE
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