Congresso XIX documento 2

Definitivo – Direttivo CGIL, 20 giugno 2022 16 Siamo contro tutte quelle politiche che alimentano l'odio, a partire dalla Bossi-Fini, che dopo 20 anni nessuno ha ancora messo in discussione, fino ai decreti sicurezza Maroni, Minniti e Salvini, anch’essi tuttora in vigore e improntati a un medesimo principio di proibizionismo, deterrenza e criminalizzazione. La Cgil deve tornare ad avere un ruolo propositivo e negoziale su questo e rivendicare un sistema inclusivo di accoglienza e integrazione e più in generale di governo del flusso migratorio. I diritti dei migranti sono i nostri diritti. In alcuni settori, le loro condizioni di lavoro e di vita sono semplicemente inaccettabili, in particolare nell'agricoltura, nella logistica, soprattutto al Sud, ma sempre più spesso anche al Centro-Nord. È soprattutto qui che la Cgil deve praticare il "sindacato di strada", diventando portatore di diritti, civiltà, legalità e dignità. Al tempo stesso, in ogni luogo di lavoro, va lanciata una campagna contro i pregiudizi e le discriminazioni, contro ogni forma di razzismo, contro il reato di clandestinità, per il diritto di voto per tutti/e, per regole trasparenti, tempi certi e più brevi per il diritto incondizionato di cittadinanza, per lo ius soli e il riconoscimento della cittadinanza ai minori che studiano in Italia. La Cgil deve battersi per la garanzia del diritto di asilo e politiche di accoglienza per tutti/e i profughi/e e i rifugiati/e, rifiutando le strumentalizzazioni di chi accoglie alcuni, mentre dimentica gli altri. La guerra sta infatti contribuendo a manipolare e strumentalizzare il fenomeno migratorio. C’è una contraddizione fra la giustissima accoglienza delle donne e degli uomini che arrivano dall’Ucraina e i respingimenti di chi viene dal Mediterraneo o dalle rotte mediorientali, in particolare Siria e Afghanistan. La Cgil deve valorizzare il ruolo dei migranti al suo interno, rimuovendo ogni ostacolo alla loro presenza nelle Rsu, nei direttivi, negli organismi e nelle segreterie a ogni livello. Sul terreno della lotta al fascismo, la Cgil deve rispondere in primo luogo con la partecipazione e la mobilitazione, non soltanto difendendosi, come dopo la vergognosa aggressione alla nostra sede nazionale e alle tante nostre sedi territoriali, ma anche contrattaccando, pretendendo, insieme all'ANPI, la messa al bando delle organizzazioni neofasciste e contrastando sul piano della militanza sociale, politica e culturale di massa, chiunque cerchi di limitare l'agibilità politica e sindacale di lavoratori e lavoratrici. 8.2 Per la libertà, i diritti e l’autodeterminazione delle donne A partire dal protagonismo e dall'autodeterminazione dei luoghi delle donne, la Cgil è impegnata contro patriarcato, femminicidi e violenza di genere, sessismo, familismo, omolesbobitransfobia e ogni discriminazione di genere sul lavoro (differenze salariali, precarietà, condizioni penalizzanti negli orari di lavoro, part time involontari, sicurezza ecc). Siamo impegnate in prima linea contro la violenza maschile contro le donne, a partire dalla difesa e dalla valorizzazione dei centri antiviolenza laici e femministi. Lottiamo affinché venga riconosciuta in tutti i paesi del mondo la libertà di scelta delle donne e che l’aborto sia ovunque sicuro, libero e depenalizzato. In Italia, rivendichiamo la riqualificazione, il potenziamento il finanziamento dei consultori pubblici e la piena applicazione della legge 194/1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza, che deve essere garantita in modo generalizzato e senza rinunce, contro ogni obiezione di coscienza. Va garantita la gratuità delle RU486 e la sua distribuzione fuori dai contesti ospedalieri. Rivendichiamo più tutele per tutte le lavoratrici madri, con la piena copertura anche delle precarie. Va cancellata la norma che “permette” di lavorare fino al nono mese, reintrodotte norme stringenti contro le dimissioni in bianco, riconosciuta l’integrazione contributiva e retributiva al 100% per le maternità a rischio, esteso il congedo obbligatorio per i padri, aumentata la copertura salariale del congedo parentale, introdotti percorsi di formazione professionale per chi rientra da periodi di astensione. Ci mobilitiamo contro ogni strumentalizzazione del corpo delle donne in tutti i settori della vita sociale, contro ogni politica ispirata alle logiche familiste, bigotte e retrograde del Family Day. Lanciamo una campagna informativa contro la narrazione tossica e paternalistica che ci viene quotidianamente imposta da media e dai libri di testo scolastici, contro la cultura del possesso e per la difesa del principio del consenso, dove semplicemente NO è NO. Lanciamo una campagna contro le molestie sul lavoro, a partire dal loro riconoscimento come rischio da inserire nei DVR. Dobbiamo fare formazione e informazione, anche al nostro interno, per valorizzare gli spazi, il ruolo e la

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